โLโarte contemporanea รจ uno strumento meraviglioso per parlare alle persone di tutte le etร , anche con diverse abilitร . Apre la mente, la rende piรน democratica e piรน tollerante. Se quando la gente esce da una mostra le resta in testa anche un solo piccolo pensiero, una increspatura, ce lโabbiamo fatta. Io con lโarte voglio regalare la possibilitร di pensareโ. Non potrebbe essere piรน chiara nellโillustrare il suo fine di collezionista e mecenate, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, quando la incontriamo per parlare di ‘Radis’ a inizio ottobre nella radura del Chiot Rosa, comune di Rittana, nel cuneese. Il giorno (2/10/2024) รจ quello dellโinaugurazione del progetto, promosso da una delle fondazioni che presiede, la Fondazione per lโarte moderna e contemporanea CRT (lโaltra รจ quella che porta il suo nome).
Foto di Giorgio Perottino
Radis, con la firma (anche) di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo
โCredo moltissimo in questo progetto. Fin dallโinizio del mio collezionare, con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, ho sentito la necessitร di dare vita ad un parco (a Guarene, ndr) nel quale invitare degli artisti per commissionare loro delle opere e installarvele. Credo infatti che lโarte debba uscire dai luoghi deputati per andare in mezzo alla gente. Quando ho avuto lโonore di diventare la presidente della Fondazione per lโarte moderna e contemporanea CRT, con i miei consiglieri Roberto Spada e Giuseppe Iannaccone e con il segretario generale Luigi Cerutti abbiamo ritenuto importante pensare allโarte pubblica”.
“โRadisโ vuol dire โradiceโ in piemontese. Significa radicarsi sul territorio, crearvi un dialogo, farlo crescere, fin dalla committenza. ร una cosa meravigliosa: permette di far conoscere lโarte a tutti, di โinciampareโ nellโarte. Questโopera in particolare ha permesso nei mesi precedenti alla sua ultimazione di creare un dialogo con le persone della zona: sono opere che non arrivano qui per caso, ma attraverso un percorso”.
Qui, mettendosi in ascolto del territorio e delle leggende del luogo, lโartista Giulia Cenci (Cortona, 1988) ha dato vita a โLe mascheโ, opera molteplice in alluminio, insieme di sculture che in piena armonia col mondo circostante sorgono dal suolo come fossero betulle, perchรฉ dalle betulle dโintorno prendono forma, combinandosi con teste di lupo, manichini, rami di vite. Sono figure ibride, frutto di un immaginario umano longevo e antico. Una particolaritร antropologica.
Foto Andrea Guermani
Cosa sono le masche?
Le masche sono figure della tradizione contadina piemontese, sorta di โstregheโ: le donne che venivano identificate come masche erano in realtร figure messe ai margini della societร , fatte oggetto di persecuzioni. Ed erano per questo anche strumento per dare forma a paure e fenomeni inspiegabili. Come dice la stessa Giulia Cenci: โVolevo creare non solo qualcosa di imponente, ma qualcosa che fosse in grado di mescolarsi con il paesaggio. Per me era molto importante lasciare a questo luogo la sua sobrietร , evitare elementi invasivi e sconcertanti agli occhi di coloro i quali questo posto lo vivono e lo visitanoยป. A ragione, la curatrice Marta Papini definisce Le masche โunโopera site-specific nata da un processo lento e meditatoโ.
Durante la fase di studio e ricerca, lโartista ha osservato e disegnato elementi vegetali nella fase di crescita e fioritura, come lโiris, il cui stelo si piega per il peso del proprio frutto, per poi ripiantarsi e propagarsi nel terreno circostante: un movimento che porta alla morte della prima pianta, ma rende possibile la nascita e la proliferazione di molte altre. Quello del Chiot Rosa รจ il Piemonte segreto, rurale, dolce e severo insieme, quello in cui pullulava lโantifascismo. Il luogo prescelto dalla Fondazione CRT per โpiantareโ Radis possiede un forte legame con la Resistenza: la vicina Borgata Paraloup fu infatti il primo quartier generale nel cuneese delle bande partigiane di Giustizia e Libertร .
Investire nel pensiero e nel senso critico
Un senso di โgiustiziaโ ed equitร che Patrizia Sandretto ben prova: โIo ho avuto molto dagli artisti, e con la mia fondazione sento profondamente lโesigenza di restituire loro ciรฒ che negli anni mi hanno donato. Per me lโarte deve essere condivisione. Altrimenti non ha senso. La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nel 2025 compie 30 anni (fu fondata a Torino il 6 aprileย 1995, ndr). Mi sono dedicata non solo a far produrre le opere agli artisti, ma anche a trasmetterle al pubblico. Ho investito e continuo a investire sul pensiero e sul senso critico delle persone. Fin dallโinizio ho creduto molto negli artisti, รจ stato un investimentoโ. Le chiediamo infine quale sia stata la soddisfazione maggiore provata come collezionista e come presidente della fondazione per lโarte moderna e contemporanea CRT in particolare.
โLโobiettivo della fondazione alla sua nascita era proprio quello di costruire una collezione da mettere a disposizione del Castello di Rivoli e della GAM di Torino. Nellโultimo anno abbiamo accresciuto le risorse per acquisire piรน opere per i due musei. Ma oltre allโacquisto, crescerร sempre piรน lโattenzione allโistruzione, intesa non solo come educazione, ma anche come formazione professionaleโ.
Articolo originariamente apparso sul semestrale “Family Office Magazine” n. 2. Abbonamenti qui.