Passaggio generazionale: capirne i perchè
La gestione del patrimonio artistico personale parte anzitutto dal porsi alcune domande chiave per assicurare un futuro ai propri beni: il pezzo appartiene a una collezione? E’ separabile? E’ bene che l’opera divenga pubblica o si preferisce tenerla privata? A chi lasciarla? Come assicurarsi che l’erede ne sia all’altezza? Quale strumenti utilizzare per assicurarsi il corretto passaggio? Prima di chiedersi “come fare” è indispensabile chiedersi il perché lo si sta facendo. “You never actually own a Patek Philippe. You merely look after it for the next generation”. Era il 1996 quando la celebre casa parigina di orologi lanciava la sua campagna Generations, volta a porre l’attenzione sull’importanza di trasmettere un valore alle generazioni future, non solo finanziario, ma anche affettivo, emozionale e di posizionamento. “Begin your own tradition, aggiungevano: uno slogan di brand, volto però alla sensibilizzazione.
Comprendere il valore del bene per preservarlo
La prima necessità di chi possiede un’opera d’arte è assicurarsi ch’essa arrivi nelle mani di chi può capirne il valore, gestirlo e preservarlo. In un mercato fortemente esposto all’arte come quello italiano, spesso sidiventa collezionisti per via dell’eredità altrui. Diversamente dall’opera, tuttavia, non è scontato che assieme al bene venga trasmessa anche la necessaria cultura e passione. Ecco quindi che ci si trova di fronte al più grosso dei rischi: che la persona che riceve in eredità un’opera d’arte non riesca ad apprezzarne pienamente il prestigio, immettendola sul mercato senza aver cognizione del suo ruolo (all’interno di una collezione) e del suo valore intrinseco. Una corretta pianificazione inizia ben prima del passaggio generazionale, e riguarda l’intera sfera dell’educazione, della percezione e della valorizzazione, atta a tutelare il patrimonio di famiglia nella sua interezza, specie se artistico.
Arte e successione: la scelta dello strumento
La fase di trasmissione di un bene di pregio è un momento delicato, che coinvolge gli interessi degli eredi, ma anche quello del patrimonio arti- stico stesso. La giurisprudenza negli ultimi anni ha compiuto importanti passi avanti, offrendo differenti soluzioni. Ai più classici strumenti, quali il testamento o la donazione, si sono affiancati istituti quali la fondazione (per finalità filantropiche o per preservare l’unitarietà di una collezione), il trust (per evitare la parcellizzazione del patrimonio artistico o indirizzarla ad un erede con maggiore expertise), la holding di famiglia (una sorta di cassaforte” degli asset familiari) e il mandato fiduciario (per evitare la dispersione del patrimonio).
Il ruolo centrale della consulenza professionale
Sempre più, il mercato dell’arte e dei beni da collezione ha bisogno di strumenti analitici e di gestione efficienti, capaci di compensare la mancanza di uno standard di valutazione e di regolamentazione. La pandemia da covid-19 ha riportato al centro dell’attenzione l’importanza della pianificazione e della tutela, un trend che si riverbererà anche sul mercato dell’arte. In questo contesto, il ruolo del private banker o del professionista di riferimento torna ad essere centrale, per indirizzare verso una strategia di lungo termine e sviluppare un processo strutturato di gestione delle opere.
*Già apparso sulla guida di We Wealth Arte: collezionare, passione, investimento. Quali logiche quale approccio