Mercati: i 3 fattori che alimenteranno la volatilità nei prossimi mesi

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La volatilità sui mercati finanziari persiste di fronte alle diverse incognite all’orizzonte. Ma, secondo Vontobel Asset Management, saranno soprattutto tre fattori che alimenteranno l’incertezza da qui ai prossimi mesi

La volatilità continuerà ad accompagnare i mercati finanziari anche nei prossimi mesi. Ne sono convinti gli esperti di Vontobel Asset Management che guardano alle diverse incognite ancora all’orizzonte. Finora l’indice Vix, il cosiddetto indice della paura, non ha dato alcun segno di voler arretrare sotto la soglia dei 20 punti, considerata come fase di stabilità, anzi, si muove più verso i 30 punti, che indicano invece alta volatilità. In particolare, secondo l’asset manager svizzero, saranno tre i fattori che potrebbero alimentare ulteriormente questa fase di incertezza.

Fattore 1: la riduzione dei bilanci delle banche centrali

Se il rialzo dei tassi da parte delle principali banche centrali proseguirà su una strada pressoché già tracciata, che i mercati stanno imparando a conoscere, la questione della riduzione dei bilanci di Federal Reserve e Bce, il cosiddetto Quantitative Tightening, è invece ancora tutta una incognita. La maggior parte della riduzione sarà automatica, ovvero non reinvestendo titoli in scadenza, ma gli interrogativi non mancheranno, a cominciare dai titoli garantiti da ipoteca (2,7 trilioni di dollari) che “dovranno essere venduti, con un impatto diretto sui prezzi di mercato”. Ma non solo. “La Fed dovrà assicurarsi di ritirare liquidità là dove effettivamente non è più utile – proseguono gli esperti di Vontobel AM – Ad esempio, assicurarsi che la riduzione dei depositi delle istituzioni finanziarie presso la Fed non riduca la capacità delle banche di prestare denaro all’economia”. Infine, la volatilità del dollaro potrebbe anche complicare l’equazione. Cosa comporterà tutto questo? “Un rischio di maggiore volatilità dei tassi e, in definitiva, premi di rischio più elevati per tutte le attività finanziarie”.

Fattore 2: la discesa dei margini aziendali

Finora i problemi nelle catene di approvvigionamento hanno conferito alle aziende un enorme potere di determinazione dei prezzi a discapito dei consumatori, ma il vento potrebbe cambiare presto. Alcune grandi aziende stanno infatti già riducendo i propri margini per proteggere la propria quota di mercato. Diversi rivenditori dal calibro di Walmart e Nordstrom hanno annunciato piani per ridurre le scorte in eccesso così da tagliare i costi. “Questa è una pillola agrodolce per l’economia e i mercati – sottolineano da Vontobel AM – La fine della massiccia erosione del potere d’acquisto dei consumatori è vicina e positiva. (…) Tuttavia, la contrazione del margine non è certo una buona notizia per gli asset”. Alcune società quotate potrebbero ancora prezzare troppi ricavi e dividendi futuri e potrebbero dover rivedere al ribasso la loro valutazione nei prossimi 12 mesi, alimentando ulteriormente la volatilità sui mercati.

Fattore 3: la corsa dei prezzi dell’energia in Europa

Il terzo e ultimo fattore di volatilità riguarda più da vicino l’Europa, ovvero i problemi di fornitura di gas dalla Russia e la conseguente corsa dei prezzi dell’energia, che a sua volta alimenta le pressioni inflattive nella zona euro. “Di fatto, l’inverno 2024 potrebbe essere il vero vicolo cieco, e non tanto quello che ci apprestiamo a vivere”, avvertono gli esperti. Ma le cose potrebbero anche andare diversamente: se le politiche di transizione e diversificazione energetica entrassero a pieno regime dando i frutti sperati, se le famiglie a basso reddito fossero sostenute, e se gli utenti riducessero i loro consumi energetici, allora tutto potrebbe rientrare. Ma una cosa sembra molto probabile: l’incertezza continuerà per alcuni trimestri.

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