Cadere in piedi anche se il mercato vacilla

Con tre nuove emissioni di certificati Unicredit offre una rete di sicurezza adeguata nello scenario di un mercato laterale nei prossimi mesi

Dall’inizio del 2022 la volatilità è tornata protagonista dei mercati, punendo sia le azioni sia i bond. Nell’imminente futuro l’indice della paura, il Vix, continua a mostrare una forte propensione verso posizioni difesive, in grado di limitare le perdite dovute ad eventuali ribassi dell’S&P 500. E’ un contesto di mercato nel quale l’azionario ha dovuto smaltire l’avvio della nuova fase restrittiva da parte delle maggiori banche centrali, rafforzata dall’impatto negativo che la crisi ucraina ha avuto  sull’inflazione. Da inizio anno al 16 maggio l’Euro Stoxx 600 e l’S&P 500 hanno ceduto più del 10 e del 16%, rispettivamente. La prospettiva di una possibile recessione nei prossimi mesi, che comporterebbe ulteriori contraccolpi sugli utili aziendali e sul valore delle società quotate resta ancora oggetto di dibattito e si aggiunge a un generale clima d’incertezza.
E’ in questo contesto che si affacciano sul mercato le tre nuove emissioni di certificati di Unicredit, tre approcci diversi per contenere gli effetti della volatilità esponendo il portafoglio a singoli sottostanti, che possono essere indici o azioni. Si tratta di contratti a capitale condizionatamente protetto, che andremo a presentare nelle loro caratteristiche fondamentali.

Certificati Top Bonus

Cominciando dall’opzione meno aggressiva, si parte con i Top Bonus, certificati a sottostante unico il cui premio è condizionato al valore che un’azione o un indice, avranno raggiunto alla scadenza del contratto. La barriera, a seconda del sottostante, è compresa fra il 50 e il 70% del valore iniziale del titolo, mentre le scadenze sono a dicembre 2022, giugno 2023 e dicembre 2023. Fra le alternative disponibili come sottostanti vi sono, per fare qualche esempio, il titolo Leonardo, con data di valutazione finale al 15 giugno 2023 è bonus a 108,5 euro – con barriera al 70% del valore del titolo; oppure Tesla, con data di valutazione al 15 dicembre 2022, bonus a 112 euro e barriera al 65%.
Giunti alla fine del contratto, il capitale iniziale e il bonus resteranno “blindati” a meno che, nei due esempi precedenti, i titoli non avranno ceduto rispettivamente oltre il 30 o il 35% del loro valore alla scadenza del certificato. Qualora la barriera risultasse superata, il rimborso sarebbe proporzionato all’andamento del sottostante: nel caso di un ribasso di Leonardo del 31%, al 15 giugno 2023, l’investitore riceverebbe il 69% del capitale iniziale. Fra i cinque indici disponibili come sottostanti troviamo, sempre con scadenza al 16 giugno 2023, l’S&P 500 (barriera al 70%, bonus 104,5 euro) e il Ftse Mib (barriera al 70% e premio a 106,5 euro).
In questo certificato, così come per i due successivi, le performance non saranno influenzate dai tassi di cambio in cui sono denominati i sottostanti.

Certificati Bonus Cap

La seconda tipologia di certificati che compone le emissioni di Unicredit è quella dei Bonus Cap: anche qui il sottostante e una singola azione o un singolo indice, ma la protezione del capitale e il pagamento del premio sono condizionate al mantenimento del valore del titolo al di sopra della barriera per tutta la durata del contratto. A fronte di questo maggiore rischio, crescono anche i premi offerti dall’emittente. Tornando al sottostante Leonardo, disponibile per entrambe le emissioni con scadenza al 14 dicembre 2023, il Top Bonus offre un premio da 110 euro con barriera al 60% (come detto, osservata solo alla scadenza), mentre il Bonus Cap offre un premio più che doppio da 120,5 euro con barriera continua al 70% (più rischiosa in quanto più elevata di 10 punti e attiva per tutta la durata del contratto). Lo stesso criterio si applica anche ai sottostanti rappresentati da indici. Ad esempio, per il Top Bonus basato sull’S&P 500 viene offerto un premio da 104,5 euro con barriera al 70% osservata solo alla scadenza del 16 giugno 2023; il Bonus Cap comparabile prevede un premio doppio da 109 euro, ma con una barriera continua all’80%.
Nel caso in cui la barriera del Bonus Cap venisse oltrepassata, in un qualsiasi momento della durata del contratto, il rimborso a scadenza sarà commisurato al valore del sottostante, senza che quest’ultimo possa oltrepassare quello stabilito dal Cap. Trattandosi di una barriera continua, infatti, potrebbe verificarsi il caso di una violazione in negativo della barriera (che implica un ribasso notevole), ma anche una performance positiva al momento della scadenza. Ancora una volta, è più facile chiarire il meccanismo con un esempio. Nel caso del Bonus Cap legato all’S&P 500 il premio massimo sarà sempre di 109 euro.

Certificati Reverse Bonus Cap

L’ultima “famiglia” di certificati è rappresentata dai Reverse Bonus Cap, messi a punto per gli investitori che hanno una visione ribassista. Infatti, in questo contratto, le barriere funzionano al contrario e l’investitore è nella posizione di augurarsi che i sottostanti non performino “troppo bene”. Anche qui l’offerta è rappresentata da azioni italiane ed estere, così come da indici, con una barriera continua. Il premio viene corrisposto a scadenza (dicembre 2022, giugno o dicembre 2023) se per tutta la durata del contratto il titolo sottostante si sarà mantenuto al di sotto della barriera – da qui la denominazione “reverse” (al contrario). Mettendo a cofronto il Bonus Cap con il Reverse Bonus Cap relativo all’S&P 500, entrambi con scadenza al giugno 2023, emerge un premio appena più sostanzioso per quest’ultimo contratto: 109,5 euro contro 109 euro. Nel primo caso la barriera è al 120%, mentre per il secondo all’80% (per cui, in sostanza, si equivalgono).
Per i Reverse Bonus Cap il rimborso a scadenza, in caso di violazione della barriera, viene commisurato all’inverso della performance realizzata dal sottostante – fino al massimo previsto dal Cap. Pertanto, tornando al caso visto sopra, se l’S&P 500 dovesse chiudere il contratto in rialzo del 25% il rimborso ammonterebbe al 75% dell’investimento iniziale. Anche in questo caso vige la regola che, anche in caso di violazione della barriera, il premio massimo non può superare quello previsto nel contratto.

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