Usa e stimoli fiscali: per crescere è necessaria la stabilità politica?

Gli investimenti previsti dai piani di spesa dell’amministrazione statunitense potrebbero rimodellare l’economia del paese. Le elezioni di metà mandato, tuttavia, giocano un ruolo fondamentale

Con l’esaurirsi degli stimoli che hanno sostenuto famiglie e imprese durante la pandemia, la continuità politica potrebbe rappresentare il nodo centrale per garantire la crescita nel lungo termine dell’economia statunitense. L’esito delle elezioni del prossimo novembre negli Stati Uniti (Usa), infatti, potrebbe essere decisivo per il futuro del paese. Con 435 seggi alla Camera e 35 al Senato disponibili, al partito repubblicano potrebbe bastare un semplice guadagno (al netto delle perdite) di soli 5 posti. Considerati inoltre i trend storici, che hanno visto il partito del presidente in carica perdere circa 30 seggi alle elezioni di metà mandato negli ultimi 100 anni secondo l’analista apartitico Inside Elections with Nathan L. Gonzales, tale continuità potrebbe quindi essere difficile da garantire.
Per il momento, l’attenzione resta puntata sul Build back better plan, il “piano Marshall” del presidente Joe Biden che, tuttavia, non è riuscito a incontrare il supporto della maggioranza lo scorso dicembre. Ciò nonostante, “se i democratici riuscissero a far passare una versione anche ridotta di tale proposta nel 2022, gli stimoli fiscali di cui ha recentemente goduto l’economia statunitense potrebbero continuare” afferma Katie Deal, Washington analyst US equity division di T. Rowe Price. Solo nel 2021, infatti, il Congresso ha approvato un pacchetto di stimoli fiscali pari a 2,45 mila miliardi di dollari di nuove spese, oltre il 10% del Prodotto interno lordo (Pil) del paese nel 2019 secondo lo US Bureau of economic analysis. Ciò è avvenuto sulla scia dei circa 2,6 mila miliardi di dollari di dollari di spese di soccorso legate alla pandemia nel 2020. Per analizzare il potenziale economico e le implicazioni per gli investimenti nel breve e nel lungo periodo, però, è prima necessario andare oltre gli impressionanti numeri dei precedenti pacchetti e approfondire nel dettaglio quanto fatto finora.

Gli stimoli fiscali Usa del 2021: dalle famiglie alle infrastrutture

All’interno del pacchetto di stimoli approvati nel 2021 vi era l’American rescue plan act, una manovra da 1,9 mila miliardi di dollari varata a marzo dello scorso anno per aiutare a sostenere l’economia nel protrarsi della pandemia. “Temi chiave sono stati il supporto diretto alle famiglie tramite assegni unici, il prolungamento e l’ampliamento delle indennità di disoccupazione e il pagamento anticipato, oltre che l’incremento, del credito d’imposta per l’assistenza all’infanzia” continua Deal. “Oltre a rafforzare la spesa dei consumatori, tali esborsi ne hanno migliorato i bilanci. Tuttavia, l’esaurirsi di questi stimoli potrebbe porre un freno all’economia nel 2022 e nel 2023. Detto ciò, la fine dei pagamenti diretti potrebbe anche incoraggiare alcuni lavoratori a rientrare nel mercato del lavoro”.
Seconda parte del pacchetto di stimoli dello scorso anno era l’Infrastructure investment and jobs act, divenuto legge nel novembre 2021 per un valore di 550 miliardi di nuove spese. “Metà di tale cifra è stata stanziata per la realizzazione di progetti nelle infrastrutture di trasporto tradizionali: strade e ponti, treni passeggeri e treni merci, aeroporti, porti e vie d’acqua” continua Deal. “Tali afflussi dovranno anticipare la data di partenza per migliorare le infrastrutture del paese, sollevando i comuni dalle responsabilità finanziarie a esse collegate. Il denaro sarà distribuito nel corso dei prossimi 5 anni, ma molti progetti impiegheranno più tempo per essere realizzati: gli investitori alla ricerca di società che beneficeranno di questa liquidità dovrebbero tenerlo a mente”. Di questi stimoli, 73 miliardi sono stati designati per il miglioramento della rete elettrica nazionale, un budget centrale per un maggiore utilizzo dell’energia rinnovabile e dei veicoli elettrici.

Build back better: il “piano Marshall” (in stallo) del presidente Biden

Ultimo tassello degli stimoli fiscali proposti dal presidente Biden era infine il piano Build back better, che mira a sostenere la classe media americana attraverso temi come la sanità, il cambiamento climatico e l’infanzia. Il disegno di legge, arenato dopo dicembre 2021, rappresenterà la vera e propria incognita politica del 2022. “Bisognerà infatti vedere se i democratici riusciranno a raccogliere il consenso necessario per varare la proposta, anche in formato ridotto, tramite il processo di riconciliazione, che richiede solo una maggioranza semplice al Senato” conclude Deal. Diversi i fattori a suggerire la possibilità di un compromesso. Il partito del presidente sembra essere d’accordo sulle misure di aumento delle entrate (tramite l’aumento delle tasse, anche per le imprese). L’avvicinarsi delle elezioni di metà mandato potrebbe inoltre sottolineare l’urgenza di agire nel breve periodo. “Tuttavia, il destino e la forma finale del disegno di legge rimangono incerti in questa fase. Ci aspettiamo che si faccia chiarezza con la ripresa dei negoziati nei prossimi mesi. Stiamo anche osservando i dati sull’inflazione futuri, poiché livelli elevati potrebbero influenzare l’appetito dei legislatori per ulteriori spese federali”.

Fai rendere di più la tua liquidità e il tuo patrimonio. Un’opportunità unica e utile ti aspetta gratuitamente.

Compila il form qui sotto, ti colleghiamo con un consulente, per i tuoi obiettivi specifici.

Articoli correlati

Articoli più letti

Ultime pubblicazioni

Magazine
Magazine N. 67 – aprile 2024
Magazine 66 – marzo 2024
Guide
Design

Collezionare la nuova arte fra due millenni

INVESTIRE IN BOND CON GLI ETF

I bond sono tornati: per anni la generazione di income e la diversificazione del rischio erano state erose dal prolungat...

Dossier
Più dati (e tech) al servizio del wealth
Il Trust in Italia