Thozet (Carmignac): per l’azionario è ora di puntare sulla qualità

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In un contesto di mercato incerto caratterizzato da una recessione che sembra non voler arrivare e che attende la fine del ciclo restrittivo delle banche centrali, gli investitori azionari potrebbero cogliere opportunità giocando d’anticipo con un approccio basato sulla qualità

Il famoso gestore Peter Lynch sosteneva che gli investitori perdono molto più denaro preparandosi alle correzioni di mercato o a cercare di anticiparle che non a causa della correzioni stesse. Anche Kevin Thozet, membro del comitato di investimento di Carmignac, preferisce l’azione all’attesa, ritenendo che per approfittare della volatilità del mercato azionario la strategia migliore per la selezione dei titoli consista in un approccio basato sulla qualità, che permetta di cogliere opportunità di crescita e profitti sostenibili nel lungo periodo. Vediamo insieme perché.

Le prospettive di un nuovo bull market

Lo scorso giugno il toro è tornato l’animale totem dei mercati azionari, i quali sono entrati in una fase rialzista con un rimbalzo di oltre il 20% rispetto al punto più basso toccato nell’ottobre 2022. “Questo movimento – spiega Thozet – è stato sostenuto dalle speranze che gli operatori hanno riposto in un ipotetico cambio di rotta della Federal Reserve (Fed). Le attese hanno fatto seguito al calo dell’inflazione core statunitense dal suo picco dello scorso autunno e al ritorno degli investitori retail sui mercati alla ricerca delle opportunità fornite dal rally di quest’anno, entrambi fattori che hanno spinto gli indici azionari verso i massimi su base annua”.

Il trend di disinflazione, a sua volta, ha spinto i tassi d’interesse a lungo termine a toccare il proprio tetto massimo, sostenendo così il driver di performance legato alle valutazioni positive dei mercati azionari. “L’inversione di tendenza della curva dei rendimenti, infatti, ha attenuato l’impatto che la stretta monetaria avrebbe dovuto causare proprio sulle valutazioni. In parallelo, la resilienza dell’economia e il potere di determinazione dei prezzi delle imprese, hanno ulteriormente rafforzato la portata del rimbalzo, con il driver di performance legato agli utili che ha anch’esso contribuito al risultato positivo dei mercati azionari”.

Le conseguenze di questo scenario presentano diverse sfaccettature. Sebbene la curva dei rendimenti abbia registrato l’inversione di tendenza più marcata degli ultimi 40 anni, la seconda metà dell’anno potrebbe infatti presentare uno scenario differente. “Gli effetti della stretta monetaria e fiscale stanno infatti ostacolando la crescita economica nei paesi sviluppati. Inoltre, il posizionamento degli investitori è al momento ben lontano dai livelli eccessivamente bassi osservati a inizio anno e il rapporto rischio/rendimento sui mercati azionari appare più simmetrico”.

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Società Quality, ecco perché sono interessanti

Nello scenario appena descritto, il gestore della casa di Place Vendôme 24 ritiene particolarmente interessanti i titoli quality, ossia quelle società che presentano un elevato rendimento del capitale, bassa leva finanziaria e crescita stabile degli utili. “I vantaggi competitivi di cui godono, infatti, assicurano loro margini di profitto più elevati e più stabili nel tempo. Ciò si deve, in particolare, alla loro capacità di conservare la propria quota di mercato e la lealtà della propria base clienti, che garantisce a questo tipo di società una certa tutela dei loro margini di profitto”.

Un aspetto vantaggioso, soprattutto considerando che finora l’aumento dei prezzi non ha avuto un impatto significativo sui volumi. Per contro, nei prossimi mesi, la disinflazione e la recessione potrebbero avere l’effetto opposto, con il rischio che una guerra dei prezzi spinga verso i margini verso il basso. Ma non è tutto: le società di qualità, infatti, tendono a presentare anche un migliore profilo di solvibilità, con la solidità dei bilanci che diviene ancora più fondamentale in presenza di rincari del costo del capitale, come accade attualmente. Questo non equivale a dire che anche i titoli quality non abbiano il proprio tallone d’Achille, in quanto i titoli quality tendono ad essere più esposti a una compressione dei propri multipli.

“Ciononostante – osserva Thozet – sebbene non si siano ancora verificati né un forte rallentamento del mercato del lavoro né un ridimensionamento della crescita, vi sono segnali che indicano che entrambi i processi sono comunque in corso. Questi ultimi supporteranno ulteriormente i punti di forza dei titoli quality nel momento in cui la spinta al rialzo dei tassi di interesse diminuirà. Sapendo che la maggior parte degli aumenti dei tassi di riferimento sono ormai alle nostre spalle, gli utili dovrebbero tornare a essere la principale preoccupazione degli investitori, soprattutto con l’inizio della stagione dei risultati del secondo trimestre”.

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