L’Etf che aggrega la forza dei brand globali

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L’Etf Global Brand di LGIM si basa su una strategia d’investimento che, applicando dei filtri Esg, offre esposizione alle società a cui fanno capo i maggiori brand mondiali…

Un modo innovativo per prendere posizione in maniera diversificata sui mercati è quello di puntare i riflettori sui grandi player globali che vantano i brand di maggior valore. Un brand non va visto come un mero elemento distintivo in quanto rappresenta anche un fattore chiave per stabilire concretamente la notorietà, la reputazione e l’appeal di mercato di ciò che un’azienda offre sul mercato.
Un brand solido può portare in dote un significativo valore aggiunto a una società con ricadute positive a livello di ricavi e non solo; si traduce infatti anche in una capacità di riposizionarsi meglio durante fasi di debolezza economica in virtù della potenza del proprio brand. Pertanto, in un contesto incerto come quello attuale, con tassi a livelli elevati e un rallentamento della crescita economica, i titoli azionari che hanno alle spalle grandi brand possono agire da importante piedistallo in quanto tendono ad avere performance più resilienti.
Brand Finance, leader globale nella valutazione indipendente dei brand, ogni anno elabora la sua Global 100 list, nella quale sono elencati i 100 marchi di maggior valore al mondo. Tra il 2016 e il 2022, le società comprese nella lista dei top 100 brand globali stilata da Brand Finance hanno evidenziato in media il 23% in più di rendimento per gli azionisti, il 19% in più di RoE e il 18% in più di margine operativo rispetto alle società a mega capitalizzazione nell’indice MSCI World.

Primo Etf sui grandi brand globali

Recentemente ha debuttato su Borsa Italiana e sugli altri principali mercati europei il primo Etf che permette di esporsi proprio verso un paniere diversificato di imprese proprietarie dei maggiori brand mondiali. Il nuovo L&G Global Brands UCITS ETF, realizzato da Legal & General Investment Management (LGIM) in collaborazione con Brand Finance, annovera al suo interno praticamente tutti i principali colossi di Wall Street quali Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet (Google) e Tesla, dando così la possibilità di esporsi a titoli che hanno dietro brand che sono parte della nostra vita quotidiana e hanno alle spalle una track record di elevata capacità di generare guadagni resilienti anche davanti a scenari avversi. Secondo Brand Finance, stimolando una domanda aggiuntiva, i brand sono in grado di migliorare ricavi e profitti consentendo un aumento del volume di vendita o il price point o entrambe le cose
Ciò attesta come un brand sia uno strumento che può dare la possibilità alla sua società di aumentare il volume di vendite, di vendere i propri prodotti a un prezzo più elevato, o di fare entrambe le cose.

Considerando i primi 10 mesi del 2023, l’indice sottostante all’Etf segna un +18,4% rispetto al +10,5% dell’Msci World e al +8,3% dell’S&P 500 (dati Bloomberg al 31/10/2023 considerando le prestazioni simulate e quelle reali dopo il lancio dell’indice il 30/06/2023).

Come vengono individuati i 100 maggiori brand

Come fa Brand Finance a individuare i 100 marchi di maggior valore al mondo? Brande Finance si affida a un metodo chiamato Royalty Relief che permette di determinare il fair value di un qualunque asset immateriale e quindi, in questo caso, di un brand. L’algoritmo alla base dello strumento ricava e mette a sistema tre parametri oggettivi:

1) L’indice di solidità del brand (o BSI), il quale assegna un punteggio a un marchio attraverso la valutazione di caratteristiche come la connessione emozionale, la performance finanziaria, la sostenibilità ambientale e altri ancora e più è alto il punteggio e più solido è il marchio.

2) L’impatto, ovvero l’applicazione del BSI a un determinato settore per calcolare in che modo il brand influisce sul valore della società a cui appartiene attraverso una stima della quota di royalty.

3) La stima dei ricavi futuri: applicando la quota di royalty agli utili futuri, si può calcolare lo share della performance attribuibile al solo marchio. Questa percentuale di ricavi viene poi attualizzata al valore netto corrente (al netto delle imposte) per ottenere il valore odierno del reddito futuro, ovvero il fair value del brand.

Filtri Esg e di liquidità 

A comporre l’Etf Global Brands non sono tutte le società dietro i 100 brand della Global 100 List. L’indice sottostante Solactive Core Developed Markets Large & Mid Cap USD Index NTR include solo quelli rimanenti una volta applicati ulteriori filtri ESG e di liquidità stabiliti da LGIM. I primi eliminano le imprese che violano l’UNGC o che operano in settori come gli armamenti, il tabacco, l’oil & gas, il carbone e le scommesse/intrattenimento per adulti; mentre i secondi portano all’esclusione delle società con capitalizzazione inferiore ai 200 milioni di dollari e con un volume giornaliero di trade medio inferiore a $1 milione in un arco temporale di tre mesi.

Le società comprese nel ranking Global Brands 100 sono generalmente solide e hanno una posizione finanziaria robusta. Per migliorare ulteriormente l’esposizione a queste caratteristiche, viene anche applicato un filtro qualitativo basato su indicatori finanziari come la redditività e il rendimento del capitale investito (ROA). Le aziende vengono classificate in base a un punteggio qualitativo all’interno di uno di tre macro-settori: tecnologia, finanza e ‘altri’. L’ultimo 5% di ciascun macro-settore, in base al punteggio qualitativo che valuta redditività e leva, viene escluso per un minimo di 12 mesi.

Più diversificazione

La strategia proposta mina anche a offrire un’adeguata diversificazione, evitando un’eccessiva concentrazione sulle mega cap. E’ pertanto previsto un cap del 5% oltre il quale un singolo titolo non può andare a pesare. Ad oggi Apple è il principale componente dell’Etf con una quota del 4,8%, seguita da Microsoft (4,4%) e Amazon (2,2%). Questo ‘tetto’ comporta che l’Etf Global Brands sia meno guidato, nel bene e nel male, dall’andamento delle mega cap di Wall Street, che in questi anni sono arrivate a rappresentare porzioni sempre maggiori di indici quali Nasdaq o S&P 500. “In questo modo vogliamo permettere diversificare al meglio, non esponendo eccessivamente all’andamento dei singoli titoli”, rimarca Giancarlo Sandrin, Head of Wholesale Distribution per il Sud Europa di LGIM.

Anche a livello settoriale l’Etf Global Brands si differenzia con una maggiore spazio a settori quale il lusso e comparti quali traver and leisure. In generale, ad oggi emerge un leggero sovrappeso sui settori consumer e IT rispetto alla composizione settoriale dell’Msci World, mentre hanno un peso inferiore industriali ed energetici.
Il ribilanciamento dell’indice sottostante è previsto ogni sei mesi.

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