La biodiversità come nuovo megatrend di investimento. L’idea non è certo nuova, considerata la presa di coscienza verso le questioni ambientali, ma di recente si sta imponendo sempre più, riconoscendo quanto la varietà di specie sia fondamentale. Non solo per la sopravvivenza degli ecosistemi e per la lotta al cambiamento climatico, ma anche per la crescita economica. Basti pensare che più della metà del Prodotto interno lordo (Pil) globale dipende dalla natura, secondo il World Economic Forum (WEF). Un aspetto in più con cui saremo costretti a fare i conti, visto che la perdita di biodiversità è un problema concreto: la popolazione di animali selvatici, ad esempio, è diminuita di circa il 69% rispetto al 1970, sempre secondo il WEF.
Ad oggi l’inversione di tendenza sembra essere ancora possibile, ma è necessario uno sforzo significativo, concreto e globale. Non per niente, la difesa della biodiversità è stata sancita con uno storico accordo mondiale (COP15). Tra gli obiettivi di questo accordo compare anche quello noto come “Iniziativa 30×30”, che mira a proteggere almeno il 30% della terra e il 30% dell’acqua del pianeta entro il 2030. Si tratta di un importante passo avanti, visto che ad oggi solo il 17% della terra e il 10% del mare sono protetti.