L’ondata dell’intelligenza artificiale è pronta a rivoluzionare il mercato

Intelligenza artificiale sembra la parola chiave dell’anno, ma quali sono i suoi effetti sul mercato e sulla vita di tutti i giorni? SI tratta solo di Chat Gpt o le potenzialità sono molto più ampie?

Il futuro viene plasmato a partire da oggi, niente nasce da un giorno all’altro, ma sono i progressi quotidiani che danno forma a quello che accadrà alla società e al mercato nei prossimi anni. In tal senso, non ci sono dubbi sul fatto che l’intelligenza artificiale plasmerà il futuro della nostra società, non solo in ambito lavorativo, ma trasformerà anche la vita delle persone: dall’educazione alla cultura, dal consumo alla salute, passando anche per commercio e intrattenimento.
Il cambiamento è già visibile, basti pensare che anche in Italia, dove le tecnologie solitamente hanno bisogno di un periodo più lungo per inserirsi nella quotidianità, l’utilizzo di AI ha toccato la crescita record del 52% nel 2023, in netta accelerazione rispetto al +32% dell’anno precedente. Ma chiaramente, il cambiamento è chiaro anche ben oltre i confini del Bel Paese: entro il 2030 l’intelligenza artificiale porterà ad una crescita del Pil mondiale di almeno il 25%.

Le potenzialità della grande ondata digitale sono molte, ma non sono ancora del tutto chiare e, ad oggi, è ancora complicato valutare i rischi legati a questa. Crescita economica e prosperità per la popolazione possono venire a costo zero?

Dai computer alla vita quotidiana

Nell’ultimo anno la febbre per l’intelligenza artificiale sembra esplosa, eppure viene spesso ridotta a Chat Gpt o creazioni di contenuti video divertenti. Chiaramente l’AI offre molto più rispetto a risposte a poche domande o contenuti fatti per divertire. Dalla medicina alla sicurezza sul lavoro, dal mondo assicurativo a quello di cura per la persona, le possibilità sono infinite, vediamone alcune.

Spesso i tempi di attesa per ricevere una cura o fare una visita sono lunghissimi, questo perché una buona parte del tempo di medici e infermieri viene assorbito da attività burocratiche. Proprio qui l’AI può entrare in gioco, liberando tempo prezioso a beneficio dei pazienti. Ma non è solo una questione di organizzazione. I nuovi modelli di intelligenza artificiale permettono di effettuare diagnosi precoci, basandosi sulla storia clinica dei pazienti, formulando poi terapie personalizzate.

Una delle ambizioni più grandi della transizione tecnologica è quella di migliorare la vita quotidiana delle persone, partendo proprio da tutti quegli ambiti che vengono considerati più rischiosi. Tra gennaio e dicembre 2023, sono state presentate all’Inail oltre 585mila denunce di infortunio sul lavoro, di cui più di mille mortali. Non si tratta di piccoli numeri, ma di un nemico che è necessario combattere, ma come fare? Grazie all’AI, ad esempio, è possibile analizzare e prevenire le situazioni che sono più rischiose per i lavoratori, prevenendo infortuni.

Un’altra applicazione utile per l’intelligenza artificiale è nei servizi di cura per la persona. Con l’età media che continua ad alzarsi e prospettive di vita sempre più lunghe, è normale che aumentino le necessità della fascia anziana della popolazione. Che se ne occupi un parente o delle strutture specifiche, la richiesta per questo tipo di prestazioni continuerà a crescere. E se fosse un computer ad occuparsene? Immaginiamo una persona anziana che soffre di qualche disabilità motoria, attraverso l’intelligenza artificiale generativa potrebbe comandare a un piccolo robot di portarle oggetti o svolgere delle azioni semplici per la casa, oltre a creare un contatto rapido con parenti o ospedali in caso di necessità.

L’intelligenza artificiale, in oltre, inizia anche a farsi strada nel comparto del lusso. Per lunghi anni l’olimpo del lusso è rimasto per lo più invariato. Mentre grandi aziende come Hermès e Ferrari non hanno sofferto dei cambiamenti del mercato, altre come Kering, molto più legate al lusso aspirazionale, hanno dovuto affrontare un rallentamento. Secondo Raj Shant, Managing director di Jennison Associates-affiliata di PGIM, “con l’accelerazione dell’AI gli equilibri del settore potrebbero mutare, facendo emergere nuovi vincitori per questo è altamente importante la selezione dei titoli per evitare i perdenti”.

Un futuro sempre più vicino: bisogna averne paura?

Ogni volta che nella storia vi è stata una rivoluzione si sono apprezzati i cambiamenti di sistemi e le migliorie, ma ogni cambiamento di sistema si lascia sempre alle spalle dei vinti. Proprio per questo è naturale che la rivoluzione tecnologica sia seguita da alcune preoccupazioni. Secondo Jennison Associates, sarà inevitabile il fatto che qualche figura professionale sparirà e verrà sostituita dall’intelligenza artificiale. Eppure, allo stesso tempo, nuove figure nasceranno o sono già nate, basti pensare al ruolo fondamentale che oggi hanno i data scientist.

Insomma, sul piano della bilancia le opportunità superano di gran lunga i rischi, basti anche solo guardare alla produttività o all’eliminazione di attività ripetitive e alienanti.

Ma le opportunità legate all’intelligenza artificiale non sono solo date dai suoi prodotti, bensì anche dai mezzi necessari per permetterne l’espansione. I dati sono la linfa vitale dell’AI e questi devono essere acquisiti, organizzati, lavorati e resi accessibili e protetti. Saranno sempre di più le imprese che si occuperanno di tutti questi aspetti: da quelle che producono microprocessori a quelle che svilupperanno software, da alcune focalizzate sull’immagazzinazione dei dati tramite cloud agli hyperscaler che sviluppano mega-data center, passando anche per aziende che si occupa di cybersecurity.

Non importa in che direzione si guardi, la rivoluzione digitale è già in corso. L’intelligenza artificiale è pronta a plasmare le nostre vite e i portafogli degli investitori. “Se nel passato, come nel caso degli anni 2000 dove abbiamo vissuto la bolla tecnologica, le aziende più importanti bruciavano cassa e avevano degli utili prospettici molto alti incorporati nei prezzi, oggi invece le aziende creano flussi di cassa e sono molto più solide”, spiega Alessandro Aspesi, Head of Italy di PGIM Investments.
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