L’inflazione continua a sgonfiarsi di mese in mese. Negli ultimi sette mesi l’inflazione negli Stati Uniti è passata dal 9,1% al 6%, diminuendo di oltre 300 punti base. A questo ritmo, dai modelli di Man Group, sembra che la discesa sia ancora all’inizio; infatti, si aspettano che entro la fine di quest’anno il livello di inflazione statunitense scenda tra il 2-3%.
Wall Street sembra meno ottimista, immaginando un’inflazione intorno al 4% nei prossimi 12 mesi (con un minimo del 2,5% e un massimo del 7,4%).
“Per porre davvero fine alle ondate inflazionistiche […] i tassi dovrebbero raggiungere il picco, non al 5% dove si trovano attualmente i prezzi di mercato, ma più vicini al 9%”, spiega Henry Neville, portfolio manager di Man Group. Realisticamente parlando, però, la Fed non può procedere in tal senso, l’impatto potrebbe infatti essere disastroso su molti fronti. Questo però significa che l’ondata inflazionistica che sta attraversando ora i mercati non sarà l’ultima del decennio, e che gli investitori dovranno essere pronti a riallacciare le cinture di sicurezza.
Torniamo indietro agli anni ’70
Se andiamo ad analizzare gli anni Settanta, questo dovrebbe essere chiaro: nell’arco di oltre dieci anni, tra il 1967 e il 1982, il mercato statunitense è stato scosso da tre ondate inflazionistiche.
Quelli che erano allora i presidenti della Federal Reserve (Burns, seguito da Miller e subito dopo Volcker) reagirono con misure molto forti, decisamente molto di più di quelle che sta mettendo in campo oggi la Fed di Jerome Powell.
L’inflazione continua a sgonfiarsi di mese in mese. Negli ultimi sette mesi l’inflazione negli Stati Uniti è passata dal 9,1% al 6%, diminuendo di oltre 300 punti base. A questo ritmo, dai modelli di Man Group, sembra che la discesa sia ancora all’inizio; infatti, si aspettano che entro la fine di q…