Nel 2022 per la prima volta da anni i titoli tecnologici hanno avuto risultati inferiori rispetto alle azioni globali, in particolare quelle dei settori più ciclici e value come quello dell’energia. Da inizio anno l’indice Nasdaq evidenzia una flessione di oltre il 30%, contro un -25% del più ampio Msci World e addirittura un +23% dell’indice Msci World Energy. Il contesto è noto: gli aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e delle altre banche centrali hanno messo la parola fine all’epoca del denaro facile iniziata dopo la crisi finanziaria del 2008 mentre pandemia e rialzo dell’inflazione hanno assestato duri colpi all’economia globale e alle catene di approvvigionamento. Nonostante questo scenario il sentiment delle aziende che si occupano di tecnologia è meno negativo di quello che pensano molti investitori. Lo sostiene Fidelity International che fa il punto della situazione sul comparto tech.
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La volatilità e i ribassi nel settore sono elementi di cui bisogna tener conto, spiega Hyun Ho Sohn, portfolio manager di FF Global Technology (il fondo di Fidelity specializzato in questo settore a livello globale), ma non mancano buone prospettive a lungo termine che si basano su vari elementi come il potere di determinare i prezzi e i modelli di business collaudati di alcune aziende del comparto.
Per ottenere dei rendimenti soddisfacenti occorre, quindi, effettuare delle attente selezioni dei titoli su cui puntare, è la convinzione di Hyun Ho Sohn che si mantiene lontano dalle strade più battute alla ricerca dei titoli con forte capacità di innovazione. In particolare, i titoli di servizi IT, software e semiconduttori. In quest’ultimo ambito, le tipologie di semiconduttori con maggiore esposizione al settore automobilistico/industriale e con un numero maggiore di componenti di origine esclusiva e meno di commodity – potrebbero offrire agli investitori risultati solidi nella stagione degli utili.
Le principali tendenze del settore tech
Molte le variabili da tenere in considerazione per avere un quadro completo della situazione. La pandemia ha fatto slittare in avanti gran parte della domanda relativa a PC, tablet e smartphone mentre l’inflazione ha limato i redditi disponibili delle famiglie. Inoltre il settore internet/intrattenimento non è riuscito a mantenere il ritmo di crescita registrato durante il periodo dei lockdown. Anche lo sviluppo di videoconferenze, e-commerce e abbonamenti a contenuti in streaming è rallentato. Al contempo è innegabile l’esigenza di una crescente digitalizzazione aziendale o di sicurezza. Di conseguenza le valutazioni dei titoli redditizi con un forte profilo di flusso di cassa si mantengono buone. La conclusione del gestore è che le aziende devono investire in tecnologia per mantenere il vantaggio competitivo e poter far fronte ai vari rischi. Il cloud, la sicurezza, l’analisi dei dati e il supporto al lavoro ibrido rimangono quindi aree chiave di investimento.
Anche la tecnologia industriale ed energetica rimane una grande opportunità ai suoi occhi: le aziende hanno bisogno di investire nella tecnologia per una serie di motivi, sia per favorire lo sviluppo e l’utilizzo di tecnologie verdi, sia per abilitare fabbriche/impianti intelligenti o soluzioni per la catena di approvvigionamento.
Insomma, il sentiment delle aziende rimane solido, confidando nelle condizioni attuali, e il settore tecnologico continua a mostrare buone prospettive a lungo termine, secondo Fidelity, che conclude: “Continuiamo ad adottare un approccio “go everywhere” al tema della tecnologia, con una serie di prospettive globali e un’ampia gamma di settori da considerare”.