Inondazioni, incendi e siccità sempre più frequenti e gravi. Non è certo una novità, anzi, è la nuova normalità. Basti pensare che l’anno scorso la crisi del clima ha scatenato più di un evento estremo al giorno in Italia, secondo l’ultimo rapporto di Legambiente. E quest’anno il World Economic Forum ha identificato le pazze condizioni meteorologiche come la preoccupazione principale per il prossimo decennio, avvertendo che si prevede che gli eventi estremi diventeranno ancora più gravi nei prossimi dieci anni.
Una situazione da non sottovalutare, quindi, nemmeno nelle scelte di investimento. Questi eventi climatici estremi stanno infatti già impattando in maniera importante sulle attività, sui bilanci e sulle prospettive di molte imprese. Soprattutto di alcuni settori. L’avvertimento arriva forte e chiaro da Capital Group, dopo aver condotto un’analisi approfondita su questo specifico fattore di rischio: “Come investitori a lungo termine, notiamo che gli eventi climatici estremi stanno creando rischi finanziari e normativi significativi, eterogenei e inediti”. Tradotto in parole semplici, il clima sembra destinato a giocare un ruolo più rilevante nelle considerazioni di investimento e nella scelta dei titoli.
Secondo la casa di gestione americana, sono soprattutto quattro i settori più vulnerabili alla forza della natura su cui accendere la spia:
- Le utility (o i servizi di pubblica utilità)
- Le assicurazioni
- Il turismo
- La logistica
1) Utility chiamate a gestire l’aumento della temperatura
Per le utility, il rischio di investimento associato ai gravi eventi climatici è rappresentato soprattutto dall’innalzamento della temperatura. Ondate di caldo e siccità innescano incendi e prosciugano le riserve idriche, facendo salire la domanda di elettricità in un pericoloso cortocircuito.
Le società elettriche sono infatti tra i maggiori utilizzatori di acqua e in Europa l’energia idroelettrica rappresenta oltre il 10% degli utili complessivi del settore. Le interruzioni temporanee dell’attività e gli espedienti per sostenere la disponibilità idrica possono quindi pesare sugli utili. Come è successo alla portoghese EDP che nei primi sei mesi del 2022 ha riportato un dimezzamento della produzione di energia a causa della siccità, con un conseguente calo degli utili di 184 milioni di euro.
“Abbiamo riscontrato un’esposizione significativa al rischio di stress idrico in alcune delle principali utility europee – avverte Tom Crocker, analista ESG nel settore energetico di Capital Group – Ciò rappresenta una vulnerabilità per le operazioni e per gli utili futuri di cui è fondamentale tenere conto, insieme ad altre analisi finanziarie più tradizionali”.
2) Assicurazioni, prospettive incerte soprattutto nell’immobiliare
Di fronte a uragani, inondazioni e incendi sempre più frequenti e devastanti, che comportano liquidazioni onerose, le compagnie assicurative e i riassicuratori stanno ritoccando al rialzo i prezzi delle polizze o addirittura abbandonando alcune aree di copertura. Soprattutto per l’immobiliare, particolarmente colpito da grandini e alluvioni, per cui la convenienza e la disponibilità delle assicurazioni potrebbero venire a mancare nel prossimo futuro.
In Italia, ad esempio, si è registrata una perdita di 600 milioni di dollari nei soli primi sei mesi del 2023 a causa delle alluvioni (il più costoso evento di perdita legato al maltempo dal 1970), secondo quanto rilevato da Swiss Re Institute. “A mio avviso – afferma l’analista Mandeep Saini – alcuni assicuratori retail avranno difficoltà ad affrontare queste condizioni climatiche estreme”.
3) Turismo e viaggi, forte turbolenza in entrambe le sponde dell’Atlantico
L’impatto del cambiamento climatico sulle compagnie aeree è tra i più evidenti. Negli Stati Uniti, ad esempio, Alaska Airlines ha fatto sapere che le cattive condizioni meteorologiche registrate nel solo quarto trimestre del 2022 le sono “costate” quasi 45 milioni di dollari di mancati introiti; mentre su questa sponda dell’Atlantico, la Commissione europea ha osservato che i crescenti rischi climatici pesano sulle prospettive per il turismo e l’economia di alcuni paesi.
In Grecia, ad esempio, gli incendi della scorsa estate sull’isola di Rodi, che hanno messo in fuga quasi 8.000 turisti, hanno generato una perdita di 25 milioni di euro sui risultati annui dell’operatore tedesco di viaggi TUI. Da qui, si intuisce l’importanza in fase di investimento di osservare attentamente i bilanci delle società ed effettuare una valutazione accurata sulla loro solidità.
4) Logistica, l’importanza di gestire il calo di produttività
La logistica, invece, deve fare i conti con un possibile drastico calo della produttività dovuto al caldo estremo. Secondo una ricerca condotta dall’OSHA (Occupational Safety & Health Administration), infatti, gli addetti alle consegne e ai magazzini sono tra i lavoratori più coinvolti dallo stress termico. Ecco allora che le società dell’e-commerce e della logistica dovranno sempre più considerare l’impatto dell’incremento dei costi di raffreddamento, le responsabilità legali e la potenziale perdita di produttività.
“È chiaro che c’è da raggiungere un compromesso con l’aumento dei costi energetici per il raffreddamento, ma sarà interessante vedere quali aziende decideranno di effettuare ingenti investimenti, necessari per mantenere la produttività, minimizzare il rischio normativo e migliorare i rapporti con la forza lavoro”, sottolinea Wesley Phoa, gestore del portafoglio Solutions di Capital Group.
L’avvertimento in più
Se questi sono i settori più vulnerabili al clima, non sono certo gli unici. Capital Group infatti conclude lanciando un avvertimento ulteriore: l‘effetto dirompente della siccità sulle catene di approvvigionamento è un aspetto che gli investitori dovrebbero tenere d’occhio nel 2024 e oltre.
In conclusione, individuare quali aziende riusciranno a destreggiarsi in condizioni climatiche estreme nei prossimi anni e decenni è tutt’altro che semplice. Quello che un investitore può fare ora è uno studio approfondito dei fondamentali, per cercare di allontanare le nubi all’orizzonte.