Attivo o passivo con mercati incerti? I fund selector non hanno dubbi

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Dall’ultimo Gatekeeper Pulse condotto da PGIM Investments emerge la prevalenza di previsioni leggermente pessimiste sulle prospettive dell’economia globale. A livello di asset allocation a guadagnare più consensi è il reddito fisso

A grandi falcate ci avviciniamo alla fine di questo 2023 che indubbiamente non ha lesinato sorprese. Le banche centrali hanno portato avanti con decisione le loro politiche monetarie restrittive, andando oltre quelle che erano le attese di inizio anno, ma i tassi alti sono stati digeriti dall’economia senza grossi contraccolpi, in particolare gli Stati Uniti hanno mostrato una forte resilienza.
Volgendo lo sguardo ai prossimi mesi, cosa c’è da attendersi? PGIM Investments ha condotto uno studio tra i fund selector Europei e Asiatici dal quale emerge la prevalenza di previsioni leggermente pessimiste sulle prospettive dell’economia globale e degli asset di rischio per il prossimo anno, anche se le opinioni sono variegate e un terzo di loro vede invece la crescita in accelerazione.

Le aspettative appaiono divergenti per la crescita, l’inflazione e la politica monetaria. La maggior parte dei 210 gatekeeper (selezionatori di fondi) intervistati prevede un aumento della volatilità dei mercati azionari.

Come affrontare allora questa incertezza di mercato? I fund selector segnalano una preferenza per le soluzioni gestite attivamente al fine di conseguire risultati migliori. Nella maggior parte dei casi, ritengono che la gestione attiva sia più in grado di generare rendimenti corretti per il rischio rispetto all’investimento passivo.

Più reddito fisso

A livello di asset allocation, dal Gatekeeper Pulse di PGIM Investments emerge come il reddito fisso sia tornato al centro dell’attenzione. Il 58% dei gatekeeper ha indicato l’intenzione di aumentare le allocazioni obbligazionarie, mentre il 7% ha indicato di diminuirle. A spiccare è il notevole divario tra la prima asset class, il reddito fisso, e la seconda, ovvero il private equity, con il 17%. L’azionario si è attestato a solo il 14%.

 Fonte: PGIM Investments 

Nell’ambito del reddito fisso, la metà degli intervistati intende incrementare le posizioni in green bond e investment grade nel corso del prossimo anno, seguito dal debito sovrano con il 43% dei partecipanti.
La principale differenza regionale tra gli allocatori riguarda il debito dei mercati emergenti, con il 51% dei gatekeeper asiatici che intende aumentare l’esposizione, contro il 36% dei loro colleghi europei.

I bond torneranno ad agire da diversificatori di portafoglio?

La crescente correlazione tra obbligazioni e azioni a cui abbiamo assistito negli ultimi anni non preoccupa i gatekeeper, con più di due terzi di loro che ritiene che il reddito fisso reclamerà il suo ruolo di diversificatore di portafoglio rispetto alla volatilità delle azioni.

I fund selector citano in particolare le aspettative di un picco dei tassi di interesse e di un raffreddamento delle pressioni inflazionistiche come maggiori catalyst che portano a prediligere il reddito fisso. “Mentre i tassi d’interesse sono rimasti per più di un decennio a livelli bassissimi, il nostro team d’investimento di PGIM Fixed Income prevede che i tassi dei mercati sviluppati vivranno un periodo prolungato in un range tradizionale di lungo termine del 3-5%. Se ciò dovesse concretizzarsi, il team prevede rendimenti investment grade intorno al 5% per il prossimo futuro, con rendimenti superiori al 5% per i settori a più alto rischio”, rimarca Matt Shafer, responsabile della distribuzione internazionale di PGIM Investments. “Con la maggior parte dei rialzi dei tassi ormai nello specchietto retrovisore, potremmo anche assistere a una riduzione della volatilità del reddito fisso e al riemergere della caccia al rendimento’, che può fornire un ulteriore impulso alla performance delle strategie obbligazionarie”.

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Azionario: cosa guardare?

Volgendo all’azionario, l’obiettivo principale per un aumento dell’allocazione del gatekeeper nei prossimi 12 mesi è l’azionario globale, con il 51%. Cresce anche l’ottimismo nei confronti dell’azionario dei mercati emergenti (ex Cina), in precedenza poco amato, con il 44% che prevede di aumentare l’esposizione a questa regione diversificata. Il 65% dei fund selector asiatici destinati a incrementare le posizioni in azioni dell’Asia-Pacifico, mentre solo il 41% dei loro compatrioti europei prevede di aumentare le ponderazioni nella regione. I ruoli si invertono se si guarda all’equity Europa: il 39% dei gatekeeper europei che probabilmente aumenterà le posizioni azionarie europee, mentre solo il 24% dei selezionatori asiatici dovrebbe farlo.

Alternativi liquidi

Infine, il 16% dei gatekeeper prevede di aumentare gli impegni negli alternativi liquidi (liquid alternatives) nei prossimi 12 mesi. Nell’ambito di questa categoria, global macro, long-short equity e multi-alternative/multi-strategy sono le destinazioni preferite per ulteriori allocazioni. Shafer conclude: “Gli alternativi liquidi rimarranno una delle principali considerazioni di asset allocation per i selezionatori di fondi. In un contesto di volatilità che non accenna a diminuire, gli alternativi liquidi rappresentano una soluzione interessante per gli investitori, in quanto possono offrire rendimenti e performance non correlati, una maggiore diversificazione e un beta basso rispetto ai mercati tradizionali.”

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