Asia con una marcia in più, ma serve un approccio selettivo

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L’Asia continua a splendere nel panorama globale sebbene la ripresa cinese sia più lenta del previsto. L’outlook trimestrale di Fidelity International invita a un approccio più selettivo

Mentre le economie del Blocco Atlantico si avviano verso uno scenario di ‘soft landing’, la ripresa della crescita economica in Asia continua a brillare di luce propria, anche se l’indebolimento dello scenario esterno è uno dei fattori che potrebbero incidere sulle prospettive future. Chiaramente l’area è molto influenzata dalla Cina. “La ripresa dell’economia cinese – spiega Victoria Mio, Head of Equity Research Asia Pacific di Fidelity Internationalsi sta realizzando in maniera meno vigorosa rispetto a quanto il mercato si attendeva. Questo ci spinge a considerare un approccio di investimento più selettivo, che tenga in particolare conto di tre elementi cruciali: lo slancio dei consumi, la propensione dei decisori politici ad aumentare il sostegno all’economia e l‘indebolimento dello scenario esterno”. Analizziamoli in dettaglio.

Una crescita disomogenea

Cadute le severe restrizioni volte a contrastare la pandemia, l’economia cinese è potuta tornare ad esprimersi, ma la ripresa non è si è uniformemente verificata in tutte le provincie della Cina, né in tutti i settori. Il segmento immobiliare, ad esempio ha riguadagnato forze nelle grandi aree urbane, ma altrove ciò non è accaduto. Anche l’industria è più debole del previsto, mentre la disoccupazione giovanile nelle aree rubane ha raggiunto il livello record del 20%.
I decisori politici cinesi continuano ad adottare un atteggiamento accomodante, implementando misure di sostegno e riducendo ulteriormente i tassi di riferimento. Fidelity International si attende che arriveranno altre misure di allentamento, sopratutto in virtù di una bassa inflazione che lascia spazio di manovra.
Anche dal bilancio dei governi locali più deboli emergono delle situazioni di difficoltà. “La situazione finanziaria dei governi locali dimostra che potrebbe essere necessario l’intervento di Pechino per onorare i debiti: siamo però convinti che la soluzione più probabile sia un’estensione dei termini di rimborso piuttosto che un salvataggio diretto. A ciò si aggiunge un indebolimento del valore del renminbi, che ha consentito agli esportatori cinesi di sostenere la propria attività”, rimarca Victoria Mio.

Le opportunità dell’azionario cinese

Buoni segnali vengono invece dal risparmio delle famiglie cinesi, che ha raggiunto livelli quasi record, sintomo sia della loro prudenza ma che è anche dimostrazione di una domanda ancora inespressa.
Alcuni settori si dimostrano resilienti, come quelli dei semiconduttori e della mobilità elettrica, che possono godere del sostegno dei governi locali. Tale contesto spinge l’esperta di Fidelity International a guardare con una certa fiducia all’approccio bottom-up per quanto riguarda i titoli azionari, sebbene i mercati stiano ancora scontando ulteriori delusioni: “Attualmente le azioni cinesi risultano convenienti, venendo esse scambiate con uno sconto di circa un quinto rispetto ai titoli azionari dei mercati emergenti. Siamo inoltri convinti che le società growth di alta qualità, inclusi i leader dei settori beni di consumo e Internet, siano ben posizionate per cogliere i vantaggi di una congiuntura più debole del previsto, beneficiando al contempo del consolidamento di settore in atto”.

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Le prospettive nel resto dell’Asia

Al di là del Mar Cinese Orientale, Tokyo ha avviato un processo di verifica sull’inflazione che potrebbe rinviare o addirittura impedire l’abbandono del controllo della curva dei rendimenti. A sua volta, ciò potrebbe determinare un ulteriore ritardo nell’abbandono delle politiche di tassi ultra bassi attuate dalla Bank Of Japan. “Tuttavia – aggiunge Mio – le prospettive a lungo termine per il paese sembrano promettenti, come dimostrato dall’incremento delle vendite al dettaglio e dalle riforme sulla disciplina in materia di corporate governance che potrebbe liberare valore nelle azioni”.
Anche l’India sta vivendo un periodo di crescita economica, il Paese ha registrato addirittura un’accelerazione nei primi mesi del 2023 grazie all’aumento delle esportazioni e degli investimenti pubblici. “Tuttavia, occorre rimanere vigili: l’instabilità dell’economia globale, infatti, potrebbe influenzare la domanda esterna e mettere pressione sulla Reserve Bank of India per ridurre i tassi di interesse”.
Quanto ai paesi del sud-est asiatico, essi si trovano in una posizione privilegiata per sfruttare i benefici della riconfigurazione delle catene di approvvigionamento globale dovuta al surriscaldarsi delle relazioni geopolitiche tra Occidente e Cina e, in particolare, per godere degli effetti della strategia ‘Cina + uno’. Quest’ultima si esprime nella delocalizzazione degli impianti produttivi di aziende occidentali dalla Cina a paesi limitrofi, volta a diversificare i rischi geopolitici e a continuare a godere di una manodopera più a basso costo.
“L’Indonesia, ad esempio sta puntando sull’elettrificazione dell’automotive, mentre Malesia e Vietnam stanno diventando importanti hub per il settore dell’elettronica”.
Infine, occorre menzionare anche la ripresa del settore turistico, che vede Thailandia, Macao e altre destinazioni turistiche regionali pronte a beneficiare dalla riapertura dei confini con la Cina.

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