Talenti e diversità: gli ingredienti per l’azienda del futuro

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Ognuno di noi vede il mondo attraverso dei preconcetti di cui non si è consci dell’esistenza. Riconoscerli e combatterli è il primo passo per abbracciare la diversità e valorizzare talenti molto diversi tra di loro. Si tratta di un cambiamento importante da mettere in pratica già in fase di colloquio, ma come fare?

Si dice che la prima impressione è quella che conta di più… ma è davvero così? Quante volte ci si lascia condizionare nel giudicare una persona solo dalla prima impressione? E, a dirla tutta, essere donna spesso non aiuta in tal senso. Un concetto molto familiare per Claudia Goldin, la prima economista che è stata insignita del Premio Nobel senza condividerlo con alcun collega maschio. La statunitense si è infatti aggiudicata quest’anno il Premio Nobel per l’economia grazie ai suoi studi sul gender gap, un riconoscimento al suo grande contributo a migliorare la comprensione dei risultati del mercato del lavoro femminile.

Entrare nel mondo del lavoro non è sempre semplice, e nonostante i progressi sperimentati negli ultimi anni, le discriminazioni contro le donne e il divario di genere nel mondo del lavoro persistono ancora nella maggior parte dei paesi del mondo. Se è vero che la percentuale di donne in posizione dirigenziale sta crescendo, arrivando nel 2023 al 32,2%, è anche vero che la completa parità è ancora lontana. Secondo il Global gender gap report 2023 del World Economic Forum, saranno infatti necessari altri 131 anni prima di colmare il gap.

Un cambiamento che parte dalla testa

Per migliorare la situazione è bene giocare d’anticipo ed è necessario cambiare l’approccio fin dal momento della selezione dei candidati. Maria Giovanna Scinicariello, Responsabile Banche Direzione CCO Gruppo Helvetia Italia, spiega infatti che “stereotipi e pregiudizi condizionano e limitano la capacità di essere obiettivi. Proprio per questo, prima di dare un giudizio è bene basarsi sull’esperienza diretta e su quello che racconta la realtà.” A tale scopo, Helvetia ha realizzato un corso e-learning sui bias inconsci, parte di un più ampio piano di formazione sui temi dell’inclusione. L’idea è che per poter combattere i preconcetti sia prima necessario riconoscerli così poi da essere in grado di adottare pratiche per mitigarli e contrastarli attivamente.

Avere obiettivi concreti, quando si parla di discriminazione di genere, è fondamentale. E’ necessario partire dalle pratiche giornaliere per comprendere come cambiare la situazione. Per trasformare le aziende è importante abbracciare l’inclusione e la diversità e per sottolineare l’impegno attivo in questo ambito, oltre a ricordare quotidianamente gli obiettivi da raggiungere, il Gruppo Helvetia Italia ha creato (a valle del training sulla Leadership Inclusiva per i suoi 130 manager) il Manifesto dell’Inclusione, composto da 8 principi pratici, che ambiscono a creare un percorso verso la piena parità di genere e la valorizzazione di tutto il talento organizzativo , come ha spiegato Elena Repetto, COO del Gruppo Helvetia Italia, in questo video.

La formazione in tema di D&I è stata estesa nel corso di quest’anno a tutti i collaboratori del Gruppo al fine di diffondere in maniera capillare la cultura dell’inclusione.

Tra meritocrazia e inclusività

Il concetto di meritocrazia è molto complesso. L’acceso al merito è potenzialmente aperto a tutti ma, condizioni di partenza profondamente diverse, talenti molto diversificati e valutazioni spesso più soggettive che oggettive potrebbero ledere la sua veridicità.
“Compito del manager è creare reali opportunità che permettano a ogni tipo di talento di manifestarsi. Il valore delle persone, della libertà di pensiero, dell’apertura verso la diversità e della partecipazione non sono fattori ignorabili”.

È importante creare un ambiente dove ognuno si senta libero di parlare e abbia lo spazio giusto per esprimere le proprie opinioni, un po’ come accade in un concerto jazz, per utilizzare una similitudine, dove ogni componente della band è libero di esprimersi con il suo “assolo”. Proprio come i musicisti sono capaci di improvvisare perché conoscono le regole del proprio genere musicale, così deve essere all’interno di un team di lavoro, dove i collaboratori devono avere il proprio spazio per esprimersi, per promuovere soluzioni innovative e avere quelle fondamentali intuizioni capaci di proiettarci verso il futuro.” spiega Scinicariello.

La possibilità di crescere e migliorarsi all’interno di un’azienda che permetta a tutti di avere le stesse possibilità senza discriminazioni e un metodo di selezione sempre più democratico, sono gli ingredienti perfetti in grado di trasformare radicalmente il mondo del lavoro.

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