28,5 sono i milioni di dollari spesi lo scorso 15 maggio da Sotheby’s New York per un’opera di Leonora Carrington (Clayton Green, 1917 – Città del Messico, 2011) che, più che raddoppiando la stima degli esperti (12-13 milioni), firma il suo record personale all’incanto oltre a essere celebrata come la prima donna britannica del mercato dell’arte. Successo straordinario se si pensa che il suo precedente miglior risultato in asta, risalente al 2022, era di ‘soli’ 3,2 milioni di dollari. Ad aggiudicarsi il capolavoro surrealista “Les Distractions de Dagobert” (1945) è l’imprenditore argentino Eduardo F. Costantini, fondatore del Museum of Latin American Art di Buenos Aires, il quale ha confessato di inseguire l’opera da almeno 30 anni.

Leonora Carrington, I piaceri di Dagoberto, 1945. Courtesy of Sotheby’s
Carrington accede così indiscutibilmente nell’Olimpo delle artiste più preziose di sempre, raggiungendo le colleghe Georgia O’Keeffe (record: 44,4 milioni di dollari), Frida Kahlo (34,9 milioni), Louise Bourgeois (32,8 milioni), Joan Mitchell (29,2 milioni) e Agnes Martin (18,7 milioni); ed entra nella top 4 dei surrealisti più desiderati, dopo autori come Max Ernst e Salvador Dalì.
“Perché non ci sono state grandi artiste?”
Se l’attenzione verso il lavoro di artiste donne è un trend in crescita e ormai consolidato, cinquant’anni fa la storica dell’arte americana Linda Nochlin si domandava “Perché non ci sono state grandi artiste?”. L’articolo, pubblicato su ARTnews nel 1971, divenne un testo fondamentale, sia perché sancì la nascita di una nuova consapevolezza sul ruolo e posizione sociale delle artiste sia perché diede finalmente voce al movimento femminista nei dipartimenti di storia dell’arte.
Come detto, oggi la situazione è certamente cambiata, le donne sono riconosciute tra le protagoniste della stagione del contemporaneo e alcune riscoperte stanno contribuendo a restituire visibilità a storiche artiste a lungo rimaste nell’ombra. Negli ultimi anni, i principali musei e istituti di cultura stanno arricchendo le proprie collezioni delle cosiddette “quote rosa”. Ma, seppur maggiormente presenti, le donne artiste continuano a rimanere un fenomeno da tematizzare e presentare in forma separata, in questi contesti, e solo alcuni grandi nomi spiccano in autonomia tra tutti.
È, dunque, ancora attuale chiedersi quale sia la condizione delle donne nel campo dell’arte? Ovvero, quale sia la reale inclusione delle artiste nel sistema? E, in particolare, se la visibilità oggi dedicata al loro lavoro sia un elemento di effettivo cambiamento, sufficiente a rendere la disparità di genere un ricordo del secolo scorso oppure no?
Il mercato delle artiste in numeri: il Women Artists Market Report 2024 di Artsy
Proviamo a indagare meglio la macro questione con il supporto del più recente Women Artists Market Report 2024, presentato da Artsy – tra le più grandi piattaforme online d’arte al mondo – in occasione della Giornata Internazionale della Donna (8 marzo 2024).
Lo studio – basato sull’analisi dei dati, relativi alle richieste di acquisto degli utenti e ai follower del marketplace di Artsy, raccolti nel periodo di tempo che va dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2023 – vuole fornire un quadro dell’attuale domanda di opere di artiste e fare luce sui singoli nomi che stanno guadagnando un notevole slancio sul mercato. L’obiettivo? Analizzando i dati delle richieste commerciali e la crescita anno su anno, il report intende sottolineare i nuovi nomi che stanno spostando l’equilibrio e ispirando un ecosistema artistico più inclusivo ed equo.
Ma facciamo un passo indietro, e chiediamoci qual era lo stato dell’arte nel 2022. Un anno fa Artsy ha pubblicato il suo primo rapporto di questo tipo, The Women Artists Market Report 2023, incentrato principalmente sui dati delle aste. Quello che era emerso fu che le opere delle donne rappresentavano solamente il 9% del mercato all’incanto nel 2022. Tuttavia, si è osservata una rincuorante correlazione tra una maggiore parità e le fasce di età più giovani: tra gli artisti ultra-contemporanei (artisti nati a partire dal 1975), è stato rilevato che le opere di artiste rappresentavano il 44% delle vendite all’asta; e quando si è ristretto ulteriormente il campione, agli artisti nati a partire dal 1985, le donne sono balzate in vantaggio, conquistando il 63% del mercato.
Per le donne la domanda è un quarto del totale
Tornando ai risultati del 2023, un primo dato che emerge chiaro è che il 25% delle richieste di opere d’arte in vendita riguardavano opere di artisti che si identificavano come donne, mentre quelle di uomini rappresentavano ben il 71%. La restante parte (4%) ricomprende artisti non binari, collettivi e artisti senza specifiche di genere.

Donne e mercato dell’arte, la GenZ alla riscossa
Sebbene questi siano numeri per nulla incoraggianti, sono inevitabilmente distorti dagli artisti con il maggior volume di opere disponibili su Artsy, molti dei quali sono uomini bianchi. Si è deciso, quindi, di circoscrivere il dato ai soli ultra-contemporanei e quello che si è scoperto è che le opere di artisti che si identificano come donne rappresentano una percentuale maggiore: il 35% di tutte le richieste. Percentuale che sale fino al 51%, raggiungendo un promettente quadro di parità – se si osservano unicamente gli artisti della Gen Z (nati nel 1997 o dopo).
In conclusione, la fotografia fatta oggi da Artsy mostra una inquadratura molto simile a quella scattata l’anno scorso nel mercato delle aste. Più giovani sono gli artisti, maggiore è l’equilibrio dell’interesse commerciale tra i sessi. Ora passiamo alle artiste.
Le artiste maggiormente in ascesa nel 2024
Quali sono le artiste che godono di una crescita maggiore di domanda sul mercato della piattaforma anno su anno (2022-2023)? Delle 20 firme in classifica troviamo primariamente nomi di emergenti, con una età media di 42 anni. Vi è una distribuzione piuttosto ampia in termini di nazionalità, con 4 artiste americane, 2 britanniche e 2 di origine svedese, mentre il resto proviene da paesi diversi. La maggior parte (13) delle artiste sono bianche, con 4 di origine asiatica, 2 nere e 1 latino americana.
Quale genere di pittura?
La pittura figurativa è la preferita dalle artiste (segno distintivo di 12 di loro), segue l’astratto (5) e dipinti ultraterreni, inclusi paesaggi fantastici e visioni trascendentali della natura (3).
Laura Berger (1979), che guida la lista delle artiste più richieste, è nota per dar vita con il suo pennello a scene eteree, spesso monocromatiche, piene di figure traslucide colte in momenti di abbraccio. “Le mie figure – ha precisato Berger – sono pensate principalmente per servire come personaggi attraverso i quali esplorare la nostra umanità collettiva e l’esperienza condivisa.” Un gioco di connessioni e relazioni tra le varie figure che esprimono un senso di libertà in ambientazioni oniriche, lo si ritrova anche nell’opera “Of the Earth” (2021), venduta da Phillips New York lo scorso autunno a quasi 9.000 dollari, ben oltre la stima alta degli esperti.

Laura Berger, Of the Earth, 2021
Altro nome da tenere sott’occhio per il collezionista contemporaneo è quello della svedese Camilla Engström (Örebro, 1989). Seconda in questa classifica, l’autodidatta proveniente dal mondo della moda ha osservato una crescita straordinaria lo scorso anno sul mercato secondario. Con un fatturato di quasi 280.000 dollari, generato da 10 lotti, il 2023 è senza dubbio il suo anno d’oro e quello in cui ha registrato il suo record d’asta. Si tratta della grande tela “Day and Night in March” (2022), passata di mano da China Guardian Hong Kong per ben 77.000 dollari, triplicando la sua stima minima.

Camilla Engstrom, Day and Night in March, 2022
Invece, quali sono le artiste maggiormente di tendenza nel mercato?
Quali sono, invece, le artiste più di tendenza? Ogni giorno gli utenti di Artsy, come per qualsiasi altro social network, decidono di “seguire” gli artisti per rimanere aggiornati – tramite una notifica – sull’inserimento di nuove opere sulla piattaforma. Tale barometro della popolarità e dell’attrattiva commerciale di un artista, che non si basa sull’inventario disponibile, è un interessante complemento ai dati delle indagini. Quello che si è notato è un prevedibile aumento del numero dei follower nel momento in cui un artista apre una nuova mostra, appare sulla stampa o semplicemente quando le sue gallerie di riferimento promuovono il proprio lavoro sul mercato.

Da queste premesse è stata stilata una seconda lista di artiste, molto diversa dal gruppo precedente, sia leggermente più giovane sia più “americana”, con 10 artisti nati negli Stati Uniti.

Sul podio, una delle nuove stelle più promettenti della pittura contemporanea, la giovanissima Grace Carney (1992). L’artista, nata nel Minnesota e residente a New York, sta diventando sempre più conosciuta per i suoi imponenti dipinti, allo stesso tempo tumultuosi e ipnotizzanti, dove l’astrazione si fonde dolcemente con la forma umana, grazie a una gestione magistrale della pittura e del colore. Carney ha ottenuto una rappresentanza con P.P.O.W. Gallery lo scorso anno e recentemente ha chiuso la sua prima mostra personale alla Galleria Tribeca.

Grace Carney, Ave, 2023. Courtesy of Grace Carney and PPOW, New York
GenZ, il segmento più equo e inclusivo nel mercato dell’arte e delle artiste
Terzo e ultimo sottoinsieme considerato dallo studio, si focalizza sugli artisti della Gen Z, segmento molto attenzionato dal collezionismo internazionale e quello che sembra apparire più equo e inclusivo dal punto di vista del genere.

Ad avere la meglio in questa classifica è, come sopra, la pittura figurativa; elemento di diversità è, invece, la forte rappresentanza di artiste provenienti dal continente africano. Questi includono l’artista congolese Cinthia Sifa Mulanga (1997), nota per i suoi dipinti collage raffiguranti donne e oggetti che occupano suggestivi spazi architettonici; le sudafricane Zandile Tshabalala (1999) e Muofhe Manavhela (2000); e la ghanese Araba Opoku (1998), i cui straordinari dipinti acrilici – che esplorano il simbolismo psicologico e politico dell’acqua (crisi idrica in Ghana), abbracciando la natura, l’astrazione e la figura –, hanno catturato l’attenzione delle gallerie di tendenza kó e Gallery 1957.

Dunque, possiamo concludere che seppur appaia evidente la presenza di segnali di cambiamento positivo e artiste che superano i tradizionali pregiudizi del mercato, c’è ancora ampio margine di miglioramento. Oltre alla mancanza di equità tra i generi, è chiara anche la mancanza di diversità. Con questo report Artsy mira proprio ad aggiungere un ulteriore livello di approfondimento a una comprensione più ampia delle dinamiche di genere in gioco nel mercato dell’arte. Solo tenendo in maggiore considerazione le disparità esistenti, è possibile (e auspicabile) lavorare verso un mercato dell’arte più inclusivo, diversificato ed espansivo che supporti più artisti.
