I livelli delle quotazioni sulla Borsa Usa sono oggi nettamente superiori (del 30-40%) rispetto a quello che sarebbe giustificato dall’andamento dei profitti. Questo divario può essere spiegato dall’ottimismo sugli utili futuri e dal basso livello dei tassi di sconto. Ma fino a che punto è sostenibile?
Abbiamo dovuto aspettare più del solito per avere la stima del quarto trimestre dei profitti societari americani di contabilità nazionale. Di solito arriva un mese dopo la prima stima del Pil trimestrale, ma, per il quarto trimestre (che chiude l’anno e i bilanci societari), il tempo di attesa è più lungo, talché queste stime sono arrivate solo a fine marzo. Si tratta di cifre chiave per confrontare l’evoluzione dei prezzi di Wall Street con l’evoluzione dei profitti: dopotutto, le due grandezze dovrebbero essere strettamente correlate, dato che, secondo la teoria, le quotazioni di Borsa di una società rappresentano il valore attuale dei profitti futuri, scontati da qui al giorno del Giudizio.
Come facciamo regolarmente, riprendiamo il commento della discrasia fra Wall Street e Main Street, cioè fra la tenuta della Borsa americana (ma lo stesso si potrebbe dire, in maggiore o minore misura, per le altre Borse) e la ferita che la crisi da virus aveva inferto (e sta ancora infliggendo) all’attività economica. Il dato è evidente se si confrontano i profitti societari e l’indice Wilshire 5000 (che, a dispetto del nome, comprende ben 6700 società). Questo indice è andato crescendo anche di più dello S&P500, smentendo la volgata che vuole la forza di Wall Street dipendere dalle grandi società tecnologiche che hanno un grosso peso negli indici. I profitti considerati (al netto delle imposte, che è quello che interessa ai prezzi di Borsa) sono quelli di contabilità nazionale, nella definizione che include anche gli utili fatti all’estero da società americane (ed è da ricordare che questi utili sono una cospicua fetta dei profitti complessivi delle società quotate). I profitti sono rappresentati sia al lordo che al netto di due aggiustamenti necessari per riportare ammortamenti e variazione di scorte dal costo storico al costo di sostituzione. Questi profitti riguardano tutto l’universo societario – imprese quotate e non quotate – mentre i prezzi di Borsa riguardano, per definizione, solo le quotate. Tuttavia, un indice comprensivo come il Wilshire 5000 può considerarsi rappresentativo dell’universo societario. Ci sono altri due elementi, nella giustificazione teorica dei prezzi di Borsa riportata più sopra – si è detto: “profitti futuri”, e si è detto: “scontati”. Il confronto (rappresentano nel grafico in pagina), in assenza di palle di cristallo, riporta i profitti correnti, non quelli futuri. Non potendo usare, per guardare lontano, la balbuzie fortunosa degli uccelli e il lontano contrappeso degli astri, siamo costretti a guardare ai profitti correnti come tendenza di quelli futuri. Se, quindi, c’è una discrasia fra Wall Street e Main Street, una possibile spiegazione sta nel fatto che le Borse, affette, come spesso accade, di inguaribile ottimismo, vedono i profitti futuri in netto rialzo. Il secondo elemento – “scontati” – offre anch’esso una spiegazione, alternativa e complementare, alla discrasia. Dato che i tassi di interesse sono storicamente bassi e tali rimarranno (malgrado molti prevedano devastanti rialzi), scontando i profitti futuri a un tasso più basso, questi si rivelano più alti di quanto sarebbero con un tasso di sconto più elevato. Il grafico dipinge il parallelismo fra prezzi di Borsa e profitti prendendo ad anno base (=100) il 1995, un quarto di secolo fa. Un così lungo tasso di tempo è utile per astrarre dai vagabondaggi del ciclo e deli- neare le tendenze di fondo. In particolare, è stato fatto eguale a 100 il terzo trimestre del 1995 (un anno prima che Alan Greenspan pronunciasse, il 5 dicembre 1996, il famoso discorso sulla “esuberanza irrazionale” della Borsa americana). I livelli delle quotazioni, come si vede, sono oggi nettamente superiori (del 30-40%) a quel che sareb- be giustificato dall’andamento dei profitti. Questo divario può essere spiegato dai due fattori sopramenzionati (ottimismo sugli utili futuri e basso livello dei tassi di sconto). Altrimenti, scongiuri e auguri.
Abbiamo dovuto aspettare più del solito per avere la stima del quarto trimestre dei profitti societari americani di contabilità nazionale. Di solito arriva un mese dopo la prima stima del Pil trimestrale, ma, per il quarto trimestre (che chiude l’anno e i bilanci societari), il tempo di attesa è più…
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