Servono solide radici per prosperare. Fuori dalla calma avvolgente della terra umida, la crescita di un albero è condizionata (e spesso minacciata) dall’ambiente esterno: una tromba d’aria lo può divellere, un parassita lo può portare alla morte. Tuttavia, se la pianta riuscirà a farsi largo nel sottosuolo superando gli ostacoli davanti a sé, assorbendo l’acqua e i nutrienti necessari al suo sostentamento, allora diventerà forte e stabile; le sue fronde saranno rigogliose; il suo tronco conterà molti anelli. Solide radici per prosperare servono anche alle aziende che navigano a vista in tempi incerti. Esposte a un mondo che cambia sempre più in fretta, la loro crescita è condizionata (e altrettanto minacciata) da scenari macroeconomici inusuali e incapacità di innovare, tra gli altri. Così, imparare a essere resilienti anche in contesti difficili potrà favorirne il successo futuro, con conseguenze positive anche per coloro che decideranno di investirvi. Ma come individuare le aziende in grado di superare anche gli scenari più impervi? E quali gli approcci migliori per sostenerne lo sviluppo? Yolanda Courtines, CFA, Equity Portfolio Manager di Wellington Management, ci racconta come individuare (e far prosperare) investimenti dalle solide radici anche grazie allo stewardship investing.
Qual è il contesto che si trovano ad affrontare le aziende oggi? E come dovrebbero comportarsi gli investitori azionari?
“Dopo quasi trent’anni di crescita moderata, inflazione contenuta e costi di indebitamento sempre più bassi, le società dovranno affrontare un nuovo contesto macroeconomico caratterizzato da grandi incertezze e da un drastico movimento al rialzo dei tassi di interesse. Solo il tempo rivelerà quali saranno le vere implicazioni di lungo termine per gli investimenti azionari, ma in prima istanza crediamo che gli investitori debbano rivalutare la resilienza delle aziende che detengono nei loro portafogli core”.
Quali caratteristiche ricercare?
“Vi sono quattro fattori da individuare, a prescindere dal settore o industria di appartenenza. In primis, la qualità di allocazione del capitale: in un contesto di tassi più elevati, in cui i finanziamenti sono più costosi, crediamo sia ancora più fondamentale focalizzarsi sull’identificazione di management e consigli di amministrazione competenti in termine di allocazione del capitale nel lungo periodo. Ulteriore fattore è la correlazione tra possibilità di accesso a fonti di ricavi diversificate e potere di determinazione dei prezzi.
Se il primo rappresenta un vantaggio importante nel contesto attuale, in quanto può contribuire ad attutire l’impatto delle fluttuazioni dei tassi di interesse in determinate regioni o settori, il secondo si ritrova nelle aziende leader nei rispettivi mercati, che avranno un maggiore spazio di manovra per rettificare i prezzi dei loro prodotti: questo a sua volta contribuirà a compensare i costi di interesse e
input più elevati, tutelando i margini di profitto. Terzo fattore è la cultura aziendale: i datori di lavoro che gestiscono al meglio il loro personale possono mantenere i dipendenti motivati e coinvolti. Quarto e ultimo fattore, la fiducia degli investitori: a mio avviso, le società che vantano una buona stewardship detengono una posizione di leadership nei rispettivi mercati e storicamente producono solidi rendimenti per gli azionisti, generando in questo modo fiducia tra gli investitori. Il che a sua volta determina un calo del costo di capitale e contribuisce al continuo accesso ai finanziamenti”.
Abbiamo nominato la stewardship: cos’è e qual è il suo ruolo nel raggiungimento della prosperità di un’azienda?
“Possiamo definire la stewardship come la responsabilità sociale d’impresa, ovvero il modo in cui le aziende bilanciano gli interessi di diversi stakeholders (tra cui dipendenti, clienti, fornitori e comunità in cui queste aziende operano) e dell’ambiente nel raggiungimento del profitto, ma anche come esse integrano i rischi e le opportunità ESG nei loro processi. Includendo in portafoglio le società che si dimostrano virtuose sotto questo punto di vista, ci impegniamo ad accompagnarle in un percorso di crescita sostenibile. Il potere del dialogo (ovvero l’engagement) è fondamentale in tal senso e rappresenta un’opportunità preziosa per integrare le nostre conoscenze sulle società in cui investiamo e migliorare il nostro impatto sul loro successo a lungo termine”.
Perché scegliere di investire in stewardship?
“Riteniamo che le società più abili nel bilanciare il loro impatto sulle persone e sul pianeta con la ricerca del profitto possano costruire un vantaggio competitivo nel lungo termine. Come team, ci impegniamo a investire nelle aziende che mettono in atto queste buone pratiche di gestione aziendale perché siamo convinti che le performance dell’investimento siano legate a una buona responsabilità sociale d’impresa. Il perseguimento di standard di governance e di pratiche di sostenibilità elevati può aumentare la resilienza e la redditività nel lungo periodo”.
Qual è la soluzione proposta da Wellington in questo contesto?
“Nel 2019 abbiamo lanciato il Wellington Global Stewards Fund, ideato per riscoprire la necessità di una soluzione azionaria core non viziata da repentini cambi di rotta tra i diversi stili di gestione. Si tratta infatti di una strategia che investe in quelle che riteniamo essere società con una responsabilità sociale d’impresa esemplare e un prolungato track record di solida performance finanziaria, individuate tra le società a larga capitalizzazione presenti sul mercato globale. Due anni dopo è seguito il Wellington European Stewards Fund, gemello della strategia precedente ma esposto geograficamente alle sole società europee. Entrambi i fondi, articolo 9 secondo la normativa SFDR, investono in aziende con target scientifici di azzeramento delle emissioni nette entro il 2050, in linea con l’Accordo di Parigi”.
Un esempio concreto di stewardship: ING Group, uno dei maggiori gruppi bancari dei Paesi Bassi ed Europeo
Per chi crede nel valore dello stewardship investing, l’inserimento di un titolo in portafoglio è solo l’inizio di un lungo viaggio. Attraverso la pratica dell’engagement e una comunicazione mirata, i gestori possono infatti accompagnare la crescita di un’azienda e contribuire alla sua resilienza nel presente, oltre che al suo successo nel futuro. Ecco le tappe del percorso che coinvolge Wellington Management e uno degli istituti finanziari leader in Europa, con posizioni di mercato dominanti nei Paesi Bassi e in Belgio, ma anche una presenza consolidata in Italia e in Germania.
- Tesi di investimento: la società fa parte del portafoglio del Wellington Global Stewards Fund sin dal lancio del fondo
(gennaio 2019). Il gruppo presenta solidi fondamentali grazie alla sua posizione di leadership nel digital banking (vantaggio competitivo di lungo termine). Inoltre, la società si contraddistingue per bilanciare le necessità di tutti gli stakeholder; - Solidità finanziaria e obiettivi di lungo periodo: la società è stata storicamente molto stabile, ma in futuro i suoi rendimenti potrebbero crescere ulteriormente grazie a tassi di interesse più alti e investimenti nella digitalizzazione. Il gruppo presenta un solido capital ratio, che il management della società ha in programma di ridurre leggermente per migliorare il ROE sul lungo termine. La società è inoltre molto disciplinata nell’allocare il proprio capitale;
- Impegno per il clima: il gruppo partecipa alla Science Based Targets initiative (SBTi) per misurare non solo la propria
impronta di CO2, ma anche quella dei progetti che finanzia. Si ritiene che la società sia leader mondiale nella transizione energetica. La società è inoltre membro della Net-Zero Banking Alliance ed è impegnata a indirizzare i prestiti concessi al raggiungimento del net zero entro il 2050; - Board inclusivo e competente: il gruppo ha un consiglio di amministrazione al passo coi tempi, inclusivo e dalle ampie competenze, e il suo presidente è indipendente;
- Priorità alla data protection: come una delle banche digitali più avanzate, la società considera prioritaria la protezione dei dati. Inoltre, ha allocato risorse aggiuntive per focalizzarsi sull’etica, sulla sicurezza, sulla legislazione e sulla formazione dei dati e del personale che ci lavora;
- Attenzione alla soddisfazione del cliente: la società misura il livello di soddisfazione della clientela con l’obiettivo di essere leader nel segmento retail di tutti i mercati in cui opera. Il raggiungimento di queste metriche contribuisce alla retribuzione del top management;
- Una contribuzione positiva: la società ha contribuito positivamente alla performance del fondo sin dall’inserimento in portafoglio (dati al 30 settembre 2023). Non sempre aziende con una stewardship esemplare riescono a generare rendimenti relativi ogni anno, ma un’attenzione a come l’azienda genera ricavi dovrebbe nel tempo aiutare a separare vincitori e vinti.
Scarica qui l’intera intervista a Wellington Management
Articolo tratto dal n°62 di novembre 2023 di We Wealth.
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