- Gli investitori sostenibili hanno bisogno che i prodotti che scelgono e le persone che li gestiscono siano in linea con i loro obiettivi e i loro valori
- Sei asset manager hanno mantenuto una posizione nella top10 rispetto allo scorso anno: Dpam, Candriam, Amundi, Impax asset management, Ecofi e Robeco
- Tre realtà italiane nella classifica dei 10 asset manager più sostenibili del Sud Europa: Etica sgr, Anima sgr ed Eurizon asset management
Gli investitori sostenibili non hanno più bisogno di prodotti. Hanno bisogno che i prodotti che scelgono e le persone che li gestiscono siano in linea con i loro obiettivi e, soprattutto, con i loro valori. Per questa ragione, oggi più che mai, gli asset manager devono essere in grado non solo di generare rendimenti per i loro clienti ma anche di dimostrare in che modo contribuiscono a costruire un mondo migliore attraverso le loro azioni. È la tesi alla base dell’ultimo Responsible investment brand index di Hirschel e Kramer, che analizza la capacità di 600 gestori patrimoniali a livello mondiale di tradurre i loro sforzi verso l’investimento responsabile nella loro brand identity.
Nel dettaglio, l’indice monitora due fattori:
- il commitment, ovvero il livello e la qualità dell’impegno e della gestione, la strategia e l’organizzazione degli investimenti responsabili;
- e il brand, misurato attraverso otto criteri tra cui l’espressione di una dichiarazione di intenti, l’espressione di un sistema valori e il legame con le ambizioni della società.
La coerenza tra il commitment della società e come lo proietta nel suo brand viene classificata in base a quattro categorie: “avant-gardist” (sopra la media per la valutazione del commitment e del brand), “traditionalist” (commitment sopra la media e brand sotto la media), “aspirant” (brand sopra la media e commitment sotto la media) e “laggard” (sotto la media su entrambi i fronti).
I 10 asset manager più sostenibili
Sei asset manager hanno mantenuto una posizione nella top10 rispetto all’edizione dello scorso anno: Dpam (1° posto), Candriam (2°), Amundi (6°), Impax asset management (8°), Ecofi (9°) e Robeco (10°). Quattro sono invece le new entry, ovvero Ubs asset management (al 3° posto), Nordea asset management (4°), Pictet asset management (5°) e Wheb asset management (7°). Risulta evidente come si tratti sia di grandi organizzazioni che di piccole boutique, indice del fatto che “la coerenza tra investimenti responsabili e brand dipende dalle convinzioni che guidano le decisioni del management piuttosto che dalle dimensioni della società”, si legge nel rapporto.
Europa in testa su entrambi i fattori
In generale, l’edizione 2024 del Responsible investment brand index mostra una sostanziale stabilità in termini di “commitment” a livello mondiale e un lieve calo in termini di “brand”. In effetti, si contano il 3% in meno di “laggard” (o ritardatari) rispetto allo scorso anno e l’8% in meno rispetto a tre anni fa. Ciò significa che più di 50 gestori hanno intrapreso iniziative per uscire dal club dei ritardatari ed entrare in una delle categorie più avanzate. La distribuzione geografica rivela un’Europa saldamente in testa su entrambe le dimensioni e un Nord America in ritardo. Un divario particolarmente evidente soprattutto sul fronte del commitment, voce rispetto alla quale gli Stati Uniti ottengono il punteggio più basso tra tutti i paesi sviluppati.
E l’Italia?
Il Sud Europa – che comprende Italia, Portogallo e Spagna per un totale di 20 asset manager analizzati – ha il 27% di laggard in meno rispetto allo scorso anno (30% contro il 57% della precedente edizione), il 10% in più di avant-gardist (20% contro il 10%) e il 20% in più di traditionalist (30% contro il 10%). La top10 è relativamente stabile, con soli due nuovi ingressi (Anima Sgr e Santander asset management) e due uscite (Kairos Partners e Unicaja). Da sottolineare il salto avanti di CaixaBank asset management, salito dal nono al 1° posto. Presenti infine tre realtà italiane: Etica sgr, Anima sgr ed Eurizon asset management.
Fonte: Responsible investment brand index di Hirschel e Kramer