Chi sono i top manager italiani con la massima reputazione?
L’Italia si conferma un paese primario nel settore della gestione dell’energia e delle banche, almeno dal punto di vista della reputazione dei top manager. Il rapporto Top Manager Reputation di marzo ha infatti posto sul podio due banchieri, Andrea Orcel di UniCredit e Carlo Messina di Intesa, incoronando Claudio Descalzi (83.27), amministratore delegato di Eni, come dirigente italiano con miglior reputazione nel mese appena trascorso. E anche nel resto della classifica la presenza finanziaria ed energetica è rilevante.
A conquistare l’argento è Andrea Orcel (81.20), che aumenta i bonus e raccoglie il plauso del presidente del comitato di remunerazione della banca, il quale definisce il 2023 sotto la guida di Orcel «l’anno migliore di sempre», a dispetto di Glass Lewis. Il consulente esterno per gli azionisti ha sollevato polemiche: nonostante gli indubbi risultati di Orcel, la strategia retributiva non sarebbe «sufficientemente allineata al miglior interesse degli azionisti». Agguanta la medaglia di bronzo il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina (79.57), che ha da poco firmato un importante piano di rinnovamento per il gruppo, arrivato al suo passaggio generazionale. Fresco di laurea ad honorem dall’Università di Padova, il consigliere delegato di Ca’ de Sass (sede milanese del gruppo) ha anche stanziato un finanziamento a favore del nuovo centro TOG Carlo De Benedetti per la disabilità infantile.
Il “Cristiano Ronaldo” della finanza italiana
La società che Descalzi (Eni) guida ha rafforzato la sua presenza in Congo e Costa D’Avorio, oltre ad aver presentato un piano da 27 miliardi di euro di investimenti di qui al 2027. Punto forte della sua reputazione è anche il suo approccio nei confronti della rivoluzione green: «la transizione non può vivere di sussidi». Tributandogli il massimo degli onori, il quotidiano spagnolo El País lo ha definito «il Cristiano Ronaldo della finanza italiana».
Reputazione top manager: energia e risparmio
Sale di uno, appena sotto il podio, l’ad di A2A Renato Mazzoncini (76.93), forte del suo piano al 2035 da 22 miliardi. Con un balzo di quattro, giunge in quinta posizione Matteo Del Fante (76.55) di Poste Italiane, grazie non solo ai risultati record del 2023, ma anche al progetto POLIS. Iniziativa questa messa in campo con il Ministero dell’Interno e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy al fine di poter richiedere il passaporto allo sportello postale (e ovviare all’annosa questione della saturazione delle questure).
Scende già a marzo, al sesto posto, Giorgio Armani (76.51). Piazzamento destinato a caracollare almeno nei prossimi mesi a causa dello scandalo che sta avvolgendo la Giorgio Armani Operations, finita in amministrazione giudiziaria per la presunta agevolazione del caporalato per lo sfruttamento di lavoratori cinesi al fine di produrre alcune borse della maison.
Seguono in classifica Luigi Ferraris (Ferrovie dello Stato, 76.46) e Pier Silvio Berlusconi (Mediaset, 74.85).
La moda e il lusso sono in ascesa
Dal nono all’undicesimo posto vi sono tre grandi nomi della moda: Brunello Cucinelli (71.12), Renzo Rosso (Diesel, 68.90) e Miuccia Prada (67.13), in ascesa di sette grazie ai numerosi articoli che negli ultimi tempi hanno dato spazio alla sua visione e ai suoi successi imprenditoriali e come mecenate.
Stabile al dodicesimo Alessandro Benetton (66.99); tredicesimo l’editore Urbano Cairo (66.18). Sale di cinque tacche l’amministratore delegato di Renault Luca de Meo (64.91), seguito da Pietro Labriola (Tim, 64.78), in discesa di due. Invece Cristina Scocchia (Illycaffè, 63.98) e Francesco Milleri (EssilorLuxottica, 63.97) confermano le loro posizioni.
Al diciottesimo sale di tre Pierroberto Folgiero (Fincantieri, 63.57), chiudono la top 20 Diego Della Valle (63.22), che recentemente è salito agli onori della cronaca anche per la mancata conferma nel cda di Tod’s di Chiara Ferragni, ormai in caduta libera di reputazione, e Stefano Venier di Snam (62.89). Allargando lo sguardo alle prime 100 posizioni, si riscontrano “crescite rilevanti” per: Diana Bracco (gruppo Bracco, 33°, +12), Marcello Cattani (Farmindustria, 35°, +9), Roberto Cingolani (Leonardo, 48°, +12), Maximo Ibarra (Wind Tre, 49°, +6), Fabrizio Palermo (Acea energia, 56°, +8).