Le nuove generazioni, definite “millennials” (24 – 36 anni) o “Z” (16 – 23), non hanno certamente le sicurezze di quelle che le hanno precedute.
Per la maggior parte di noi, il lavoro era a tempo indeterminato e al licenziamento si ricorreva solo per gravi motivi. Chi andava in pensione trovava poca differenza con l’ultimo stipendio.
La mia generazione andava in vacanza con gli amici senza disporre di smartphone, tablet, PC per comunicare eppure i nostri genitori non si preoccupavano e bastava loro una semplice telefonata da una cabina telefonica a gettoni.
La mia generazione era quella delle proteste studentesche, della rivoluzione femminista, ma è stata anche quella degli anni di piombo, segnata dagli attentati di matrice rossa o nera.
Oggi, a distanza di solo qualche decennio, sembra che sia passato un secolo. La tecnologia, la ricerca sanitaria, il tenore di vita hanno fatto passi da gigante. Tutto questo però ci ha reso più fragili.
Il mio lavoro mi porta a parlare con molti giovani e mi addolora appurare la totale mancanza di progetti futuri e molto spesso il dover vivere alla giornata, oltre alla consapevolezza che non arriveranno mai a godersi una pensione dignitosa, ad avere una stabilità nel mondo del lavoro.
Eppure le prospettive di vita sono in aumento, si calcola che i nati del 2020 potranno avere una vita superiore ai 100 anni, portando così l’età media in cui si riceverà una eventuale eredità a 58 anni. Un’età in cui, di fatto, si è già costruito e consolidato il proprio patrimonio.
Il tasso di risparmio è molto basso, in quanto le attrattive sono maggiori: è indispensabile avere il cellulare di ultima generazione, vestiti alla moda, vacanze e momenti di svago. Il pub è preferito alla libreria.
Eppure le nuove generazioni hanno dalla loro parte due grandi opportunità.
La prima è data dal “fattore umano”. Non un capitale finanziario, ma la forza lavoro, la facoltà di produrre ricchezza e la capacità di accantonarne, rinunciando a una spesa quotidiana per un obiettivo futuro, come una pensione integrativa.
La seconda è il “tempo” a loro disposizione, che permetterà di costruire un patrimonio futuro con pochi sacrifici.
Il mio consiglio: acquistate un semplice quadernetto e imparate ad annotare le varie spese sostenute quotidianamente.
Alla fine del mese, poi, sfogliate giorno per giorno e cerchiate con una matita rossa tutte le spese che si sono rivelate superflue, di cui potevate fare anche a meno. Conteggiate a questo punto quanto avreste potuto risparmiare.
Questo esercizio servirà a pianificare le spese dei mesi successivi e imparare così a investire quelle quote di risparmio. Basterà qualche Spritz in meno e sia la salute che le finanze ne avranno un prezioso giovamento.
Ricordate che non si tratta di risparmiare quello che non si è speso, ma spendere solo dopo aver risparmiato.