Non erano solo rumores finanziari: Prada ha comprato Versace. L’evento è epocale, e dà vita al primo conglomerato del lusso italiano, al pari – in prospettiva – di LVMH e Kering. “Siamo lieti di accogliere Versace nel Gruppo Prada e di avviare un nuovo capitolo per un marchio con cui condividiamo un impegno costante verso la creatività, la cura del prodotto e un forte patrimonio culturale”. Con queste parole Patrizio Bertelli, presidente e amministratore esecutivo del gruppo Prada ha dato l’annuncio ufficiale nel pomeriggio di giovedì 10 aprile 2025: il leggendario brand della Medusa, fondato da Gianni Versace nel 1978, non appartiene più a Capri Holdings. Prada lo ha acquistato per 1,25 miliardi di euro. La cifra è inferiore ai 1,50 miliardi di euro inizialmente previsti: lo sconto di 250 milioni si deve alle difficoltà finanziarie di Versace e alle incertezze economiche globali dovute ai dazi.
Versace, che pur negli ultimi anni non navigava in acque tranquille, è uno dei marchi simbolo del lusso made in Italy. Miuccia Prada e Patrizio Bertelli da tempo impiegano risorse finanziarie e culturali per salvaguardare i marchi italiani storici. Si pensi solo alla storica edicola di piazza San Jacopo ad Arezzo, acquistata da Patrizio Bertelli “per un atto d’amore” o alla milanese pasticceria Marchesi 1884. Donatella Versace, già dimessasi da direttore creativo della maison che porta il suo cognome, resterà in carica come “brand ambassador”. Al suo posto, Dario Vitale, cui si deve “l’esplosione” di Miu Miu.
Nell’anno fiscale (Usa) conclusosi al 31 marzo 2024, la Medusa ha registrato un fatturato di oltre 1 miliardo di dollari (891 milioni di euro). Anche Miu Miu nel 2024 è diventato “un brand da un miliardo” (di euro), con un’accelerazione delle vendite del 97% nel terzo trimestre e del 104% nel quarto.
Prada ha comprato Versace. Cosa succederà adesso? La parola agli analisti
Versace è un marchio dal potenziale enorme: possiede una ricca eredità storica, una forte riconoscibilità, un’estetica molto diversa da Prada e Miu Miu. Dunque, vi saranno plausibilmente poche sovrapposizioni in termini di base clienti. Gli analisti di Equita, nel prevedere che gli utili diminuiranno per il biennio 2026-2027, osservano che il gruppo dispone di una piattaforma scalabile e best practices già implementate con successo per Prada e Miu Miu. Qualità come il know-how industriale, la capacità di brand building e gestione della rete commerciale possono essere progressivamente applicate a Versace.
In quanto tempo Prada recupererà i costi? Le priorità adesso sono immagine e posizionamento del brand
L’orizzonte temporale di “rientro” potrebbe essere di 24-48 mesi. Ma le priorità ora sono immagine e posizionamento del brand. Poi sarà il turno dell’esperienza cliente, della rete di negozi, dell’innovazione di prodotto. L’operazione trova la sua ragion d’essere nell’opportunità di riaccelerazione dei ricavi piuttosto che nella sinergia dei costi. Il management di Prada ha messo l’accento sull’orizzonte di lungo periodo e sul lavoro paziente necessario alla costruzione di una crescita sostenibile. E che possa consolidare il gruppo come polo italiano del lusso a tutti gli effetti, in grado di competere sulle piazze internazionali con colossi come LVMH e Kering.
Qualche dato finanziario
Il rilancio sarà un percorso lungo e impegnativo, che “offuscherà” temporaneamente la “crescita visibile e costante dei due marchi principali del gruppo, Pr3ada e Miu Miu”. Il miglioramento della redditività potrebbe dunque tardare di un paio d’anni, dato il contesto. Perciò gli analisti tagliano il prezzo obiettivo delle azioni del gruppo, quotato a Hong Kong, da 77 HKD a 73,5 HKD.
I ricavi di gruppo attesi per il 2024 sono 6,3 miliardi di euro (erano 5,4 prima dell’acquisto della Medusa), con un margine EBIT del 20% circa (vs. 23,6% pre-deal). Versace rappresenta il 13% dei ricavi pro-forma dell’anno fiscale 2024, con potenziali risparmi fiscali per il gruppo di 50-60 milioni di euro, dovuti a perdite pregresse di 200 milioni di euro.