- Dal 31 marzo 2025 la polizza catastrofale diventa obbligatoria per tutte le imprese con sede legale in Italia o con un’organizzazione stabile sul territorio nazionale, escluse quelle agricole
- Ghizzoni: “A incidere sul prezzo sono tante variabili. Fra le principali vanno citate la rischiosità del territorio dove sono ubicati gli immobili in cui hanno sede le aziende e la probabilità di eventi calamitosi in quella zona”
La polizza catastrofale diventa obbligatoria. Da fine mese scatta l’obbligo per tutte le imprese italiane di stipulare un’assicurazione contro le calamità naturali che copra dai danni ai beni aziendali, inclusi terreni, fabbricati, impianti e macchinari. La scadenza originaria era fissata al 31 dicembre 2024, poi rinviata al 31 marzo con il decreto Milleproroghe. Secondo una recente analisi commissionata da Facile.it all’istituto mUp Research, lo scorso settembre si contavano oltre 278mila micro e piccole aziende tricolori che nei 12 mesi precedenti avevano subito perdite da calamità naturali per circa 3 miliardi di euro complessivi. Eppure, solo il 6,2% afferma di avere già una polizza contro terremoti, inondazioni, alluvioni, esondazioni e frane, mentre appena il 4% dichiara di essere coperto soltanto parzialmente.
Polizza catastrofale: per chi sarà obbligatoria
La nuova stretta stabilisce che tutte le imprese con sede legale in Italia o con un’organizzazione stabile sul territorio nazionale siano tenute a stipulare una polizza catastrofale che le tuteli dai danni causati da terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni su terreni, fabbricati, impianti e macchinari. Sono escluse unicamente le aziende agricole e quelle che possiedono immobili gravati da abuso edilizio.
Quanto costa l’assicurazione per eventi catastrofali
Ma quanto costa una polizza catastrofale per un’impresa? Per fornire un metro di paragone, Facile.it ha elaborato una simulazione considerando tre tipologie di attività commerciali (ristorante, autofficina e hotel) in tre città diverse (Milano, Roma e Palermo). Partiamo dal ristorante. Considerando un immobile del valore di 300mila euro con un’attrezzatura valutata 100mila euro, il premio annuale per sottoscrivere un’assicurazione contro le calamità naturali oscilla da un minimo di 343,50 euro a Milano a un massimo di 469 euro a Palermo, passando per i 401 euro di Roma.
Come evidenziato nella tabella sottostante, nel caso dell’autofficina si considera invece un fabbricato del valore di 400mila euro e con un’attrezzatura valutata 200mila euro. Con queste variabili, il costo di una polizza catastrofale sale a 359 euro se l’attività si trovi a Milano, 434 euro a Roma e 551 euro a Palermo.
Quanto all’hotel, considerando il fatto che i beni assicurati hanno un valore tendenzialmente più elevato, il premio annuale che occorre sostenere lievita a sua volta. Esaminando infatti un immobile del valore di 1 milione di euro e con un’attrezzatura valutata 500mila euro, un hotel ubicato a Milano deve sostenere una spesa annuale di 703,50 euro per una polizza catastrofale. A Roma e Palermo si parla invece rispettivamente di 720,50 euro e 1.033,50 euro.
Cosa influisce sul costo dell’assicurazione
“A incidere sul prezzo sono tante variabili”, spiega Andrea Ghizzoni, managing director assicurazioni di Facile.it. “Fra le principali vanno citate, ad esempio, la rischiosità del territorio dove sono ubicati gli immobili in cui hanno sede le aziende, la probabilità di eventi calamitosi in quella zona, la vulnerabilità dei beni assicurati, le caratteristiche costruttive dell’immobile, il tipo di attività svolta dall’impresa, la collocazione dell’immobile all’interno dell’edificio (distanza da terra in numero di piani) e il capitale assicurato. In ogni caso, si tratta di importi modesti se confrontati con i benefici in caso di danni da calamità naturali”.
Camilli (Confindustria): “Servono tre mesi di rinvio”
A pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto attuativo sulle polizze catastrofali, arriva tuttavia l’allarme di Confindustria. A lanciarlo su Il Sole 24 Ore è Andrea Camilli, vicepresidente con delega al credito, la finanza e il fisco dell’associazione. Secondo l’esperto, resterebbero infatti una serie di aspetti da chiarire sull’applicazione delle nuove norme, unitamente al rischio che le aziende si trovino a sostenere premi assicurativi esosi se situate nelle regioni più colpite dalle calamità naturali. “È vero che alla base dell’obbligo c’è la necessità di garantire il principio di mutualità: se tutte le imprese stipulano le polizze, si ridurranno i premi assicurativi e saranno sostenibili anche per le aziende maggiormente esposte al rischio. Capiamo la motivazione tecnica”, afferma Camilli.
Ma le prime aziende “che andranno a stipulare la polizza dal 1° aprile, quando ancora il meccanismo della mutualità non ci sarà, rischiano di pagare premi molto cari”, sostiene l’esperto. “Non abbiamo idea di quale entità saranno i premi. Dai primi segnali che arrivano dalle associate sappiamo che si potrà trattare di cifre molto elevate anche per attività produttive di dimensioni contenute, soprattutto per le aziende che si trovano nelle zone più a rischio. Svariate migliaia di euro, anche decine di migliaia”, avverte l’esperto. A preoccupare è tra l’altro l’assenza di chiarezza su aspetti come la contrattualistica e gli impegni che le aziende dovranno assumere in caso di investimenti per mitigare i rischi. Ragion per cui Confindustria chiede un rinvio di almeno 90 giorni. “Auspichiamo che il ministero possa avviare una serie di tavoli di lavoro per fare chiarezza, anche se la proroga è assolutamente indispensabile”, chiosa Camilli.
(Articolo aggiornato il 18 marzo 2025)