Quali sono quindi i gioielli simbolo dell’estate?
Inutile soffermarsi sulle innumerevoli spille a forma di pesce quando alcuni fra i più famosi ed eclettici designer della storia hanno preso spunto da animali marini un po’ meno inflazionati, trasformandoli in alcuni dei loro marchi di fabbrica.
Seaman Schepps, il noto designer American, per esempio ha trasformato in gioielli veri e propri le forme marine che la natura stessa ci ha dato. Penso ai suoi iconici orecchini a forma di conchiglia, creati usando proprio la conchiglia come materiale principale.
Tra i gioielli più celebri c’è senza dubbio la stella di mare di Boivin.
Un gioiello tutto al femminile. Fu disegnata infatti da Juliette Moutard per l’attrice Claudette Colbert (1903-1996) un anno dopo (1937) aver vinto l’Oscar come miglior attrice protagonista per “Accadde una Notte” con Clark Gable. All’epoca la maison Boivin era in mano alla moglie (Jeanne) dell’ormai defunto René.
Un altro talentuoso gioielliere fortemente ispirato dal mare e dall’estate fu senz’altro Jean Schlumberger, il cui nome è indissolubilmente legato a quello di Tiffany. Tra i suoi gioielli più famosi abbiamo il bracciale “conchiglie” che faceva parte della collezione di Peggy e David Rockefeller.
Ma il più famoso in assoluto è senz’altro il delfino incastonato di diamanti che Richard Burton donò a Elizabeth Taylor per la prima del film “La notte dell’Iguana” nel 1961 e che nel 2011, è stato venduto in asta per 1,2 milioni di dollari.
Ma l’estate e il mare non hanno ispirato solo l’aspetto dei gioielli. Hanno spesso restituito alcune fra le gemme più belle e preziose, dai colori che si sposano armoniosamente la pelle abbronzata: il corallo e le perle. Che, fin dall’antichità, sono stati protagonisti nella creazione di gioielli leggendari. A farla da padrone nei secoli, le perle. Simbolo di nobiltà e ricchezza, adornano i quadri di tutte le donne più importanti della storia. Abbiamo già parlato della Peregrina che dalle mani di Filippo II di Spagna è arrivata fino ad Hollywood con Elizabeth Taylor. Oppure la perla di Maria Antonietta, che nel 2018 fa ha battuto ogni record vendendo per oltre 30 milioni di euro, e facendo ritorno in Austria.
Il corallo invece vive la sua ribalta negli anni 30, quando diventa elemento imprescindibile di moltissimi gioielli Art Deco soprattutto per maison come Cartier o Van Cleef per i loro pezzi più importanti. Uno dei gioielli più belli in assoluto, col corallo come elemento principale di design, è senza dubbio la tiara di Cartier che Kathleen O’Donnell Hoove donò alla Metropolitan Opera Guild di New York.
Questa tiara dimostra perché il corallo era così popolare nella gioielleria Art Deco, molto “artistica”. Il motivo era la sua duttilità, la possibilità per i gioiellieri dell’epoca di intagliarlo in qualsiasi modo volessero, facendo sì che venisse assimilato perfettamente dai loro modelli. Lo dimostra questo bangle Art Deco di Van Cleef & Arpels, abbinato a quella che in quegli anni diventerà la sua anima gemella: l’onice, creando uno dei contrasti di colore preferito dell’epoca.
Nella Penisola resterà una materia apprezzatissima: il corallo mediterraneo è uno dei più rari e preziosi, oggi protetto. I maestri del corallo italiano operano soprattutto a Torre Annunziata, in Sicilia, a Genova.
Per chiudere penso sia doveroso nominare una pietra che grazie al suo colore ed al suo nome richiama fortemente l’estate, e che per questo motivo è la mia pietra preferita: l’acquamarina.
Il blu profondo che dà il nome a questa pietra, è senza dubbio un richiamo al blu del mare. Una pietra semi-preziosa, non rara se paragonata ad altre, che si trova anche in dimensioni molto importanti. Come quella di quasi 90 carati che Jean Fouquet utilizzò per creare uno dei suoi gioielli più famosi – una collana in stile “modernista”, che negli anni è diventata simbolo di quel movimento, presente in moltissime pubblicazioni e che il 7 luglio 2021 a Parigi ha stabilito un nuovo record per il gioielliere parigino, vendendo per quasi un milione di euro. Una cifra lontanissima dal valore intrinseco del gioiello o di un’acquamarina di quella qualità e caratura, totalmente legata alla firma e al design del gioiello. Non a caso venduto in estate.