Il gruppo aziendale nasce all’inizio dell’apertura internazionale del paese, nel febbraio 1992. Alla sommità del gruppo vi è la China Poly Group Corporation Sud, che controlla proprio la Poly Culture. In seno a quest’ultima, si collocano Poly Auction, Poly Art Investment, Beijing Poly Theatre, Poly Film Investment, tutte società di stampo culturale. Oltre alla maggiore fra le case d’asta in Cina, vi è però nel gruppo anche la Poly Technologies, produttrice ed esportatrice di armi (soprattutto nel continente africano). Quest’ultima incorse nelle sanzioni Usa nel 2013 (fino al 2015), a causa delle vendite di armi a Iran, Corea del Nord, Siria. Una delle tante contraddizioni della contemporaneità. Intanto, la Poly ha agguantato la terza posizione fra le case d’asta mondiali. In prima e in seconda posizione ci sono, come sempre, Christie’s (1766) e Sotheby’s (1744). Sarà il 2021 a dirci se la casa cinese guadagnerà terreno nel mercato dell’arte.
La Cina sul podio delle case d’asta con arte e armi
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Dietro Sotheby’s e Christie’s si affaccia la cinese Poly Culture Group. Il Dragone fiammeggia sempre più forte nel mercato dell’arte. E non va tanto per il sottile se, insieme ai quadri, vende armi
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