Le quotazioni dell’artista si aggirano raramente sotto i $10 milioni per i dipinti degli anni Venti e Trenta, rimangono sui $30.000 per i disegni e tra gli $80.000 – $500.000 per pastelli ed acquerelli.
Dopo aver incoraggiato O’Keeffe ad abbandonare la tecnica ad acquerello – associata al tempo ad artiste non professioniste – per abbracciare i colori ad olio, nel 1916 Stieglitz la introdusse al mondo dell’arte newyorkese, presentando i suoi lavori come “disegni di un interesse notevole dal punto di vista psicoanalitico” e aggiungendo di non aver mai visto “una donna esprimersi così liberamente”. La stima reciproca portò ben presto i due artisti ad instaurare una relazione amorosa, corredata da una fitta corrispondenza di oltre venticinquemila lettere.
Nel 1917 Stieglitz elesse O’Keeffe a ruolo di musa, iniziando a scattarle una serie di fotografie nel proprio studio (dichiarò nel 1937 di avere più di suoi 350 ritratti e 200 nudi). Una volta scoperto dalla moglie, lasciò la casa familiare per trasferirsi con l’artista. I due si sposarono nel 1924, anno in cui Alfred organizzò una prima mostra con i propri lavori e con quelli di Georgia – tenutasi alle Anderson Galleries di New York.
Georgia O’Keeffe in una foto di Alfred Stieglitz
Gli anni Venti furono estremamente importanti per la formazione della O’Keeffe e lo studio dei soggetti che la resero al tempo conosciuta. Georgia ha più volte dichiarato di aver preso ispirazione da Vasilij Vasil’evi? Kandinskij tramite il testo “Lo spirituale nell’arte”, da František Kupka (facente parte della corrente dell’orfismo) e da William Morris (antesignano designer e fondatore di Arts and Crafts, parte dell’Art Nouveau inglese). La sua ricerca artistica è volta alla ricerca del contenuto e dell’interiorità di una forma, prendendo le distanze dall’arte americana moderna più realista e razionalista. I suoi primi soggetti, i grattacieli di New York – quale “New York Street with moon” (1925), esposto alla Fondazione Beyeler – dimostrano un’incredibile attenzione al dettaglio e un procedimento visivo di carattere fotografico.
Georgia era attratta sia dalla grandezza degli elementi “cittadini”, sia dal microcosmo della natura. Dal 1919 si dedicò in modo appassionato al tema dei fiori (realizzando più di 200 quadri in totale) dichiarando di volerli farli diventare grandi come gli enormi edifici di New York, in modo che tutti potessero prestavi attenzione.
La continua ricerca di un significato profondo ai propri dipinti e l’originaria interpretazione psicologica data da Stieglitz, hanno spesso portato ad una visione erotica del lavoro dell’artista (Georgia, dal canto suo, ha sempre ironicamente ribadito: “quando qualcuno trova simboli erotici nella mia pittura, sta parlando de suoi problemi”). Le critiche, ben espresse anche dal New York Times nel 1927 con un articolo che identificava la pittura di Georgia come quella di un “essere elementare che soffre il dolore con un’estasi appassionata e gode dell’amore con gioia oltre il bene e il male”, non le hanno impedito di essere la prima donna ad esporre al Moma di New York con un solo show nel 1942 (seguito da altre 41 mostre nella stessa location).
O’Keeffe alla Fondazione Beyeler, “Oriental Poppies” (1927)
O’Keeffe alla Fondazione Beyeler, “From the lake No. 1” (1924)
La retrospettiva della Fondazione Beyeler, organizzata in collaborazione con il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza (Madrid), il Centre Pompidou (Parigi) e il Georgia O’Keeffe Museum (Santa Fe), riprende il percorso artistico di Georgia dagli inizi e si conclude con le opere dell’artista novantenne. Divisa in otto sezioni, la rassegna comprende più di cento opere seguendo la vita quasi centennale della O’Keeffe, partendo dagli gli edifici di New York, passando per le esplorazioni floreali quali “Series 1, No.8” (1919), “Oriental Poppies” (1927), “Grey blue & black – Pink Circle” (1929), “Jack-in-the-pulpit No. IV” (1930) e terminando con i paesaggi di Lake George (si vedano “Lake George with Crows” (1921) e “From the Lake No.1” (1924)) e quelli metafisici del Texas, South Carolina e New Mexico, quali “Abstraction / Alexius” (1928), “Black Mesa landscape, New Mexico / Out back of Marie’s II” (1930) “Pelvis with the distance” (1943).
Infatti, oltre a soggiornare nel cottage del marito a Lake George, dal 1929 Georgia iniziò passare alcuni mesi l’anno in New Mexico come “cura” all’infedeltà di Alfred con l’amante Dorothy Norman. Dopo aver soggiornato una prima volta con l’amica pittrice Rebecca Strand nella zona di Abiquiú, O’Keeffe ritornò con costanza in New Mexico acquistando una casa – poi chiamata Ghost Ranch – in cui si trasferì definitivamente dopo la morte di Stieglitz nel 1946. I soggetti delle sue opere, ben rappresentate a Basilea, diventarono sempre più il paesaggio, rocce, alberi, radici e teschi: un inno alla natura incontaminata e al ciclo della vita (in tema, famoso è il dipinto “Ram’s Head, White Hollyhock-Hills (Ram’s Head and White Hollyhock, New Mexico)” (1935)).
Ciò che emerge dal corpus di lavori dell’artista è il significato oltre l’apparenza, unito al coraggio di essere unicamente se stessi al di fuori dei pregiudizi. Come diceva O’Keeffe: “Gli uomini mi descrivono come la migliore pittrice donna ma io penso di essere tra i migliori pittori in assoluto”.