- Mps ha ricevuto dalla Bce le autorizzazioni relative alla computabilità quale capitale primario di classe 1 (CET 1) delle nuove azioni emesse e alle modifiche statutarie relative alla delega al Cda per l’aumento di capitale
- Lovaglio: “La situazione attuale di turbolenza sui mercati finanziari non impatterà sull’offerta di scambio di Mps su Mediobanca. Al contrario, sta confermando che le dimensioni contano e che è necessario diversificare i ricavi”
Mps avanti su Mediobanca. In un comunicato diffuso nella serata dell’8 aprile, Montepaschi ha annunciato di aver ricevuto il via libera della Banca centrale europea all’aumento di capitale a servizio dell’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Mediobanca. Più precisamente, l’istituto centrale ha concesso le autorizzazioni relative “alla computabilità quale capitale primario di classe 1 (Cet1) delle nuove azioni emesse e alle modifiche statutarie concernenti la delega al Consiglio di amministrazione” per l’aumento “subordinatamente all’approvazione di tali modifiche statutarie da parte dell’assemblea” della banca senese, si legge nella nota.
Lovaglio: la situazione sui mercati non impatta l’offerta
A confermare l’avanzamento dei lavori è anche Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Mps. In un’intervista rilasciata a Cnbc, il banchiere ha dichiarato che la situazione attuale di turbolenza sui mercati finanziari “non impatterà sull’offerta di scambio di Mps su Mediobanca”. Al contrario, l’andamento dei mercati “sta confermando che le dimensioni contano e che è necessario diversificare i ricavi”, ha precisato Lovaglio. Se Mps e Mediobanca fossero già un’entità combinata, sarebbero “più forti” e “avrebbero la capacità di reagire molto più rapidamente”, sostiene il ceo. Secondo Lovaglio, l’Ops presenta tra l’altro “un prezzo equo”. Nessun sbilanciamento del banchiere sulle ipotesi di un rilancio, mentre sulle tempistiche ha auspicato di concludere l’accordo “entro luglio”.
Mps verso l’assemblea del 17 aprile
Come recentemente approfondito da We Wealth, Mps ha alzato a 2,23 miliardi il numero massimo di azioni da emettere nell’ambito dell’aumento di capitale a servizio dell’Ops. La decisione sarà sottoposta ai soci durante l’assemblea del 17 aprile, sotto la presidenza di Nicola Maione: un’assemblea sia straordinaria (in vista dell’approvazione dell’aumento del capitale sociale per l’affondo su Mediobanca) sia ordinaria (con l’esame del bilancio di esercizio al 2024 e la nomina di cinque amministratori a integrazione del board).
Mps-Mediobanca: gli schieramenti attuali
Stando ai rumors, a favore dell’aumento dovrebbero esprimersi l’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone (che detiene l’8% di Mps), Delfin (9,7%) e con ogni probabilità anche il Tesoro (11,7%). Anche le fondazioni azioniste Compagnia di San Paolo, Cariplo, Siena e CariFirenze dovrebbero votare a favore. Non è certo l’orientamento di Banco Bpm e Anima, mentre tra i fondi le opinioni restano discordanti. Al momento, solo Algebris di Davide Serra ha fatto endorsement a favore dell’Ops. A schierarsi contro l’aumento di capitale sono invece New York City Controller (con asset under management per 285 miliardi di dollari), Florida State board of Administration (da 260 miliardi di dollari di asset in gestione) e Calvert (con 40 miliardi di masse gestite).
Le posizioni dei proxy advisor, da Glass Lewis a Iss
Indicazioni contrastanti sono giunte negli scorsi giorni anche dai proxy advisor, ovvero le società specializzate nell’analisi delle informative societarie e nel fornire consulenza sui voti in occasione delle assemblee. L’ultimo a pronunciarsi è stato Glass Lewis, che ha espresso una raccomandazione favorevole. “La società ha riconosciuto i rischi di esecuzione legati all’operazione (in particolare con riferimento all’integrazione culturale e alle potenziali ripercussioni sul franchising di Mediobanca) evidenziando tuttavia come questi possano essere gestiti con un’esecuzione disciplinata, con il mantenimento dell’autonomia del brand Mediobanca e alla luce del positivo track-record del top-management della banca”, spiegano gli analisti di Equita.
Al contrario, lo scorso 28 marzo il proxy Iss ha fornito una raccomandazione negativa, evidenziando diverse criticità, dalla difficoltà di integrazione dei modelli di business e delle culture aziendali di Montepaschi e Mediobanca a quella che viene definita come una “limitata creazione di valore” per la “scarsa sovrapposizione” delle due realtà. Inoltre, secondo Iss, Mps potrebbe dover pagare un prezzo più elevato rispetto a quanto inizialmente preventivato, con effetti a cascata sugli azionisti dell’istituto senese. A ribadire i propri dubbi sull’operazione sono anche gli stessi analisti di Equita, in particolare sulla “scarsa compatibilità dei modelli di business e sull’effettivo spazio per generare sinergie”. Per la banca d’affari italiana, al contrario, Mediobanca avrebbe “un piano e una strategia standalone chiara” e la creazione di valore per i suoi azionisti “potrebbe essere compromessa dall’offerta di Mps”.