“Questa mostra, frutto prezioso di un lungo lavoro a più mani tra la nostra galleria, l’Archivio Mario Schifano e Giovanni Calamari, nipote di Gianni Malabarba, racconta di un legame quasi unico nel rapporto tra un artista e il suo collezionista forse più appassionato, e proprio per questo non vuole essere l’ennesimo tributo a Mario Schifano.” – I Founder di BKV Fine Art.
Un dialogo tra opere d’arte di epoche e tipologie distanti tra loro
Quasi un anno fa, il 21 marzo 2024, nasceva a Milano, in uno storico palazzo cittadino di inizio Novecento, la galleria BKV Fine Art con l’ambizione di “colmare un vuoto presente nel sistema delle gallerie e del mercato dell’arte italiano attraverso esposizioni in dialogo costante tra opere d’arte di epoche e tipologie distanti tra loro, dall’archeologia fino alle esperienze contemporanee.”
Obiettivo pienamente raggiunto dai tre fondatori – Paolo Bonacina, Edoardo Koelliker e Massimo Vecchia – che fin dalla prima inaugurazione hanno scelto di raccontarsi attraverso alcuni accostamenti e confronti audaci, selezionando opere che andassero a celebrare il singolare e distintivo modus operandi della galleria.

Abbiamo assistito così a incontri “impossibili” tra giganti dell’arte, ad esempio, tra un magnifico ritratto del pittore fiammingo Anthony Van Dyck e una rara opera di Lucio Fontana. In questo caso, la vicinanza delle tele, poste l’una di fronte all’altra in una sala impreziosita da boiserie e velluti, ha permesso di scoprire quanto uno dei più grandi ritrattisti del XVII secolo tratti la pastosità del colore, nel vestito e nell’armatura, con la stessa matericità densa di luce con cui Fontana stesso crea forme e spazio a partire dall’elemento freddo e tangibile dell’acciaio abbinato alla leggerezza del vetro.
Partendo dal “dialogo” – quale parola chiave attorno a cui ruota il progetto BKV – negli scorsi 12 mesi è stato presentato un ricco programma di progetti espositivi che ci hanno permesso di viaggiare tra secoli di storia di creatività e ingegno: dall’archeologia romana all’arte italiana del secondo Dopoguerra, passando per la stagione seicentesca e barocca. Non sono poi mancate le monografiche su Maestri italiani e internazionali del Novecento e sui grandi protagonisti dell’arte del ’900 (come la mostra “Caro Giorgio…”, dedicata al gallerista Giorgio Marconi recentemente scomparso), sempre in collaborazione con Archivi e Fondazioni e con la produzione di cataloghi curati dai più importanti studiosi e specialisti del settore.
Una commistione di gusti che abbiamo avuto modo di conoscere e apprezzare anche durante la scorsa settimana del design milanese con la mostra “MASTERPIECES (AND TULIPS)”, realizzata in collaborazione con MOVIMENTO Gallery, incentrata sul rapporto tra arti tradizionali e l’universo in espansione del collectible design.

Mario Schifano – Gianni Malabarba. Pittura e Poesia
Anche questa volta, i galleristi ci invitano a fare un viaggio “doppio”, a scoprire una conversazione di arte e di vita che ha legato due grandi nomi nel panorama culturale italiano del XX secolo: Mario Schifano e Gianni Malabarba.
L’appuntamento è per venerdì 28 febbraio con l’apertura ufficiale della mostra “Mario Schifano – Gianni Malabarba. Pittura e Poesia”, curata da Marco Meneguzzo e realizzata in collaborazione con l’Archivio Mario Schifano, visitabile fino al 17 aprile 2025.
Grazie a uno straordinario progetto allestitivo di Andrea Isola, i tre piani signorili del Palazzo sito in Via Fontana n.16 a Milano si animeranno con gli appassionanti racconti di cui sono testimoni le 73 opere esposte, tutte completamente inedite. Racconti di un rapporto di amicizia e di una profonda collaborazione che unì il Maestro del Novecento italiano, Mario Schifano, al collezionista-mecenate e poeta Gianni Malabarba, alla cui famiglia da sempre appartengono i lavori esposti.

Cuore della mostra sono, quindi, le 64 opere su carta che ripercorrono l’intera carriera dell’artista, dal Futurismo rivisitato ai Paesaggi, dalle Buste ai Progetti, e 3 tele emulsionate realizzate nella prima metà degli anni ‘70, direttamente ispirate alle poesie di Malabarba, che evidenziano come la contaminazione tra arti può divenire parte di un unico processo intellettuale.
Le opere su carta, in particolare, sono uno degli aspetti meno indagati della produzione artistica di Schifano e, per questo, gli oltre sessanta lavori dell’artista presentati per la prima volta al pubblico,costituiscono un’occasione davvero speciale di approfondimento. Le carte, divise per nuclei tematici, come il “Futurismo rivisitato” e i “Paesaggi”, ripercorrono tutta la produzione artistica che Schifano sviluppava contemporaneamente con altri mezzi e supporti, costituendo un motivo che lo accompagnò per tutta la vita. Sono presenti anche sei stampe fotografiche,“autoritratti”del pittore che richiamano i grandi lavori rivolti alla figura umana e costituiscono una profonda riflessione di Schifano sull’immagine dell’artista e sulla sua condizione e ruolo, un binario parallelo al lavoro di Alighiero Boetti in quegli stessi anni.
Oltre al nucleo delle opere su carta, le tre tele emulsionate degli anni ’70 ispirate alle poesie di Gianni Malabarba,anche queste inedite, sono particolarmente significative per evidenziare lo stretto rapporto intercorso tra questi due personaggi dell’ambiente colto della Milano del secondo Dopoguerra dove scultori, pittori, scrittori e poeti si confrontavano vicendevolmente in una contaminazione virtuosa delle “Arti”.

Ma facciamo un piccolo passo indietro. Chi era Gianni Malabarba? Intellettuale e scrittore originario della Valsesia trasferitosi a Milano, Gianni Malabarba (1921 – 1990) iniziò fin da giovanissimo a interessarsi molto di arte contemporanea vivendo l’esperienza di collezionista e di “compagno di viaggio” di diversi artisti che animavano l’ambiente culturale milanese degli anni ’50 e ’60 tra cui Piero Manzoni, Emilio Scanavino, Paolo Scheggi, Vincenzo Agnetti, Getulio Alviani, Mario Ceroli e, naturalmente, Mario Schifano.
Negli anni ’70, insieme alla collezionista e mecenate Graziella Lonardi, fondò a Roma l’associazione culturale “Incontri Internazionali d’Arte”, con lo scopo di promuovere e incrementare la cultura contemporanea in tutte le sue forme, organizzando mostre e divenendo punto di incontro fondamentale per la comunità artistica dell’epoca.

I rapporti di amicizia intrattenuti con le grandi personalità artistiche che incontrava lo portarono spesso a delle collaborazioni che prevedevano uno stretto dialogo tra Pittura e Poesia e che diedero vita alla pubblicazione di sue raccolte poetiche corredate da litografie di artisti come Emilio Scanavino e Mario Schifano stesso, di cui alcune pubblicate dalla casa editrice del famoso editore milanese Vanni Scheiwiller.
Il rapporto tra i due, persone caratterialmente diversissime, ma per questo curiose l’una dell’altra, fu particolarmente intenso a cavallo del 1970, quando Malabarba acquistò alcune delle opere più significative dell’artista, tutte registrate nel fondamentale catalogo della mostra personale di Schifano alla Pilotta di Parma, nel 1974. Insieme a quelle opere che comprendevano alcuni “monocromi” importanti, un gruppo numericamente e qualitativamente notevole di disegni completava il nucleo dell’artista nella collezione Malabarba. Ma il legame non era semplicemente tra artista e collezionista, perché Malabarba era anche un letterato, e nel rapporto con le arti visive cercava anche di mettere in atto quella “sintesi delle arti”, in questo caso estesa alla parola e alla poesia. Dai suoi componimenti, inviati a Schifano e di cui alcune espressamente dedicate, l’artista estrapolava composizioni sulla falsariga dei suoi “Paesaggi TV”, in un rapporto col poeta-mecenate molto personale, quasi intimo, e per questo poco conosciuto e raramente indagato.

“Questa mostra – afferma Marco Meneguzzo – e il saggio in catalogo cercano di ovviare a questa piccola dimenticanza nella storia del collezionismo italiano e della biografia di Schifano, portando alla luce l’importanza di Malabarba e la sua unicità nel “modo” – oltre che nell’importanza – di collezionare arte contemporanea.”
In conclusione, il più recente progetto espositivo proposto da BKV Fine Art si presenta non come la solita mostra-tributo a uno dei più grandi Maestri italiani del Novecento, ma come un racconto originale di un legame quasi unico tra un artista e il suo collezionista, forse più appassionato. Il tutto arricchito da un catalogo in edizione limitata e numerata a cura di Marco Meneguzzo, critico d’arte e specialista di arte italiana dal dopoguerra a oggi, oltre che membro del comitato scientifico dell’Archivio Mario Schifano.

Foto copertina: BKV Fine Art, Mario Schifano – Gianni Malabarba. Pittura e Poesia ph. credits Maria Parmigiani