- Saldutti: “Se un investitore di lungo termine ha sentito l’urgenza di vendere, molto probabilmente vuol dire che ha un’asset allocation più rischiosa di quella che riesce a tollerare”
- Il Piano di accumulo del capitale (comunemente noto come pac) prevede investimenti periodici di una somma fissa in un determinato strumento finanziario, come un Etf o un fondo comune
Quest’anno l’azionario ha toccato nuovi massimi storici, alimentando l’ottimismo degli investitori. Nei primi sette mesi l’indice Msci World e l’S&P 500 hanno restituito una crescita di oltre 15 punti percentuali. Poi, la bufera estiva che ha trascinato in rosso le Borse, in scia ai timori di una recessione americana che avrebbe potuto intaccare tutte le economie mondiali. A peggiorare la situazione anche l’intervento della Banca del Giappone, che ha alzato i tassi di interesse causando un forte apprezzamento dello yen e vendite diffuse su asset rischiosi finanziari tramite carry trade (strategia in cui si prende a prestito denaro a basso costo per investire in attività a rendimento più elevato). Solo il listino a stelle e strisce, negli ultimi due giorni della scorsa settimana, ha incassato la peggiore perdita dal crollo della Silicon Valley Bank nella primavera del 2023. La tempesta è passata?
Wall Street: la volatilità resta elevata
“Il 7 agosto il vicegovernatore della BoJ, Shinichi Uchida, ha dichiarato che la banca centrale non alzerà ulteriormente i tassi in fasi di instabilità del mercato”, spiega a We Wealth Alessandro Saldutti, country manager per l’Italia di Scalable Capital. “Con questa iniezione di tranquillità, tra martedì e mercoledì il Nikkei ha recuperato tutte le perdite che aveva accumulato negli ultimi giorni”. Più in generale, i mercati azionari hanno mostrato segnali di ripresa. Ma fare previsioni sul breve termine resta difficile. “Quello che so è che se osserviamo l’andamento dell’S&P 500 negli ultimi 100 anni, notiamo che su un giorno si hanno circa la metà delle probabilità di generare profitti e la metà di subire perdite. Su un anno si hanno il 75% di probabilità di fare profitti e il 25% di fare perdite, mentre su 10 anni il 95% di probabilità di fare profitti e il 5% di fare perdite. Su 20 anni non è mai accaduto invece che l’S&P 500 – ma anche un indice globale come l’Msci World – abbia causato perdite”, racconta Saldutti.
È ora davvero di ridurre l’azionario?
Il punto, continua, è non guardare al “giorno per giorno”. In altre parole, non lasciarsi influenzare da movimenti derivati da condizioni tecniche di mercato e mantenere una strategia di lungo termine. “Considerando quanto accaduto negli ultimi giorni, se un investitore di lungo termine ha sentito l’urgenza di vendere perché i mercati erano giù, molto probabilmente vuol dire che ha un’asset allocation più rischiosa di quella che riesce a tollerare. Perché un drawdown di questo tipo sui mercati è fisiologico. Quindi dovrebbe probabilmente ridurre l’azionario all’interno del proprio portafoglio e aumentare l’obbligazionario governativo”, afferma Saldutti. Charlie Munger, braccio destro di Warren Buffett recentemente venuto a mancare all’età di 99 anni in un ospedale della California, affermava che la volatilità è il prezzo che si paga per i ritorni offerti dal mercato azionario. “Utilizzerei questa volatilità come un bagno fresco per capire se effettivamente si ha troppo rischio in portafoglio insomma”, dichiara il manager.
Il pac contro la volatilità dei mercati
In questo contesto, il piano di accumulo del capitale – comunemente noto come pac – può rappresentare un alleato contro la volatilità. Si tratta di una modalità per investire a piccoli passi, valorizzando i propri risparmi nel tempo. Prevede infatti investimenti periodici di una somma fissa in un determinato strumento finanziario, come un Etf (più efficiente, dice Saldutti) o un fondo comune (spesso meno efficiente e più costoso). “Sperare in un crollo del mercato durante la fase di accumulo può sembrare controintuitivo, ma è benefico”, spiega Saldutti. “Quando i mercati scendono, il prezzo delle quote di questo strumento diminuisce, permettendo di acquistare più quote con la stessa somma di denaro. Se i mercati crollano, si acquista a prezzi più bassi. Questo significa che si ottengono più asset per lo stesso investimento. Col tempo, se il mercato si riprende e cresce, il valore delle quote acquistate a prezzi bassi aumenta, amplificando il rendimento complessivo del pac”. Supponendo di investire 100 euro al mese in un pac, se il prezzo delle quote è 10 euro, si compreranno dunque 10 quote. Se il prezzo scende a cinque euro, con i 100 euro si compreranno 20 quote. “Quando il mercato si riprenderà e il prezzo tornerà a 10 euro, il valore delle quote acquistate a cinque euro sarà raddoppiato, facendo crescere significativamente il valore complessivo dell’investimento”, conclude Saldutti.