Nel gorgo dei crolli azionari di venerdì e lunedì, qualcosa di importante è cambiato nel copione: in questo frangente, le obbligazioni stanno salendo di prezzo, Bot e Btp inclusi, riportando in cattedra questa componente del portafoglio e la sua funzione di efficace cuscinetto. Venerdì, i dati occupazionali statunitensi peggiori del previsto hanno riportato in vita il dibattito su una possibile recessione, dopo che l’esuberante crescita del PIL osservata nel secondo trimestre sembrava aver spazzato via ogni dubbio. L’indice della paura, il Vix, è tornato ai massimi livelli dal marzo 2020 con un massimo osservato a 65,73 punti in mattinata lunedì 5 agosto, testimoniando come il timore di crolli azionari sia oggi paragonabile alla fase più drammatica osservata in Borsa ai tempi del Covid-19.
Le Borse europee in rosso
La mattinata delle Borse europee è un bollettino di guerra: lo STOXX Europe 600 ha subito una perdita del 3,24%, portandosi a 481,71; il FTSE 100 è calato del 3,01%, a 7.928,80. In Germania, il DAX è calato del 3,26%, portandosi a 17.085,97, mentre il FTSE MIB italiano è stato l’indice più tartassato dalle vendite con un calo del 3,93%, a 30.759,75. In Asia, la protagonista in negativo è stata la Borsa giapponese, con un calo del 12,40% il 5 agosto, motivato ancora dalla stretta monetaria, cui si sono aggiunti gli effetti dell’ondata negativa della chiusura in rosso di Wall Street.
Obbligazioni (e Btp): ora mostrano il loro meglio
In questo mulinello di scommesse difensive, hanno guadagnato valore le obbligazioni internazionali. Da inizio luglio alla chiusura di venerdì 2 agosto, l’indice S&P obbligazionario globale ha guadagnato oltre il 4%, mentre l’indice azionario S&P 500 ha ceduto il 2%. In due sole sedute di agosto, il divario è stato evidente: +1,4% per i bond, -3,2% per le azioni americane. Forte anche la resistenza dei titoli di Stato italiani a un anno, che nelle ultime cinque sedute hanno visto un calo dei rendimenti di 28 punti base, il che corrisponde a un aumento di prezzo per chi detiene questi titoli in portafoglio. Anche i decennali hanno avuto un modesto calo nel rendimento di 8 punti base nello stesso periodo.
Ottime notizie, dunque, per chi nei mesi scorsi avesse cercato di proteggere il valore dei propri investimenti investendo in titoli obbligazionari, che in questa fase stanno tornando a performare bene proprio quando le azioni crollano – ciò che non era successo nel 2022, lasciando macerie in tutti i classici portafogli bilanciati (è quello che accade quando azioni e bond cadono assieme).
Tagli dei tassi più netti del previsto?
L’ipotesi che l’economia e gli utili societari possano rallentare ulteriormente aumenta le probabilità che le banche centrali taglino i tassi d’interesse in modo più deciso, con una piccola chance che la Fed esordisca con un calo da mezzo punto percentuale anziché di un quarto di punto. In queste circostanze, a beneficiare di solito sono gli investimenti difensivi, fra cui i metalli preziosi e i titoli obbligazionari a rating elevato. Nel mondo obbligazionario, infatti, i bond “spazzatura” o High Yield hanno perso quota, il che riflette i maggiori rischi di insolvenza per le aziende meno sane in un contesto di rallentamento economico.
“Le principali cause delle vendite sull’equity sono le deludenti trimestrali pubblicate da alcuni big del settore tech come Alphabet, Intel e Amazon e i dati ben inferiori alle attese sul mercato del lavoro statunitense”, ha dichiarato lunedì il senior market strategist di IG Italia, Filippo Diodovich. “Proprio i dati macroeconomici di venerdì sul lavoro negli Stati Uniti sono stati particolarmente negativi: nel mese di luglio, i nuovi posti di lavoro creati sono stati solamente 114mila, ben inferiori alle attese, e il tasso di disoccupazione è salito a sorpresa dal 4,1% al 4,3%”.
A testimoniare come la Fed potrebbe aver atteso troppo, c’è anche la revisione al rialzo delle probabilità di recessione statunitense stimate dalla banca d’affari Goldman Sachs, passate dal 15% al 25%.
Un’occasione per ricominciare a comprare azioni?
Mentre la paura è massima, si celano spesse occasioni di acquisto potenzialmente redditizie. Sembra di questo avviso il market analyst di eToro, Sam North: “Le azioni globali sono crollate, ma gli investitori non dovrebbero farsi prendere dal panico. La scorsa settimana il mercato ha dovuto affrontare delle sfide: la Banca del Giappone si è dimostrata inaspettatamente falco e il rapporto sul mercato del lavoro statunitense ha mostrato un aumento della disoccupazione al 4,3%, provocando rapide reazioni del mercato”. Tuttavia, “l’aumento del tasso di disoccupazione è dovuto principalmente ai licenziamenti temporanei causati dall’uragano Beryl, che dovrebbero invertirsi il mese prossimo. Anche se il rapporto sull’occupazione dovesse segnalare problemi più gravi, la Fed ha gli strumenti per reagire. Con i tassi di interesse al 5,25%-5,50% e la stretta in corso, c’è spazio per intervenire se necessario”, ha affermato North. “La flessibilità della Fed sostiene la mia visione positiva sulle azioni”.
La diffidenza sull’andamento dell’economia americana ha avuto forti impatti dopo una prima parte di 2023 caratterizzata da sorprese prevalentemente positive e Borse in forte rialzo. Gli economisti non sono del tutto convinti che le informazioni che attualmente hanno mandato le Borse in testacoda siano così gravi da far pensare al peggio. “Riteniamo che lo scenario macro non sia così negativo come indicato dai mercati”, ha dichiarato Michael Langham, economist di Abrdn. “La forte crescita dell’offerta di lavoro negli ultimi anni ha contribuito a raffreddare il mercato del lavoro e i licenziamenti rimangono bassi negli Stati Uniti. Prevediamo che la Fed inizierà l’allentamento a settembre, il che dovrebbe aprire la pista ad allentamenti in alcune parti dell’Asia emergente”.