Approvazione della manovra 2025: cosa c’è di nuovo
Il governo lo scorso 16 ottobre ha approvato la manovra 2025 con il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e il bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027 nonché con il Documento programmatico di bilancio (Dpb) da sottoporre al vaglio europeo.
Il disegno di legge è passato ora all’esame delle Camere e la sua approvazione definitiva è attesa entro il 31 dicembre per evitare il ricorso all’esercizio provvisorio.
Bonus ristrutturazioni 2025: proroga e novità per prime e seconde case
La manovra 2025 prevede importanti novità in relazione agli immobili con il bonus ristrutturazioni (o bonus casa) al centro dell’attenzione.
In particolare, da quanto emerge dalle informazioni disponibili e salvo revisioni in corso di approvazione, la nuova Legge di Bilancio ha prorogato il bonus ristrutturazioni del 50% anche per il 2025, evitando l’applicazione integrale del cosiddetto décalage stabilito dal decreto superbonus che prevedeva una riduzione delle detrazioni per gli anni dal 2025 al 2027 al 36% e con tetto di 48 mila euro per unità immobiliare e, successivamente, del 30% tra il 2028 e il 2033.
È stato, al contrario, mantenuto il regime valido per il 2024 con la possibilità, dunque, di detrazione del 50% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo non superiore a 96 mila euro per unità immobiliare.
Attenzione però: questa proroga vale però solo per le prime case. Per le seconde case, invece, la detrazione si ferma al 36%, con limite di spesa massimo di 48 mila euro.
Come funziona il bonus ristrutturazione 2025?
Quali costi ricadono nel bonus ristrutturazione 2025? La detrazione riguarda, come per il 2024, i lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze.
Per quanto concerne le parti comuni di edifici residenziali, è ammessa anche la manutenzione ordinaria. Nello specifico, tra i lavori di riqualificazione ammessi abbiamo: installazione di ascensori e scale di sicurezza; realizzazione e miglioramento di servizi igienici; sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande; rifacimento o costruzione di scale e rampe; interventi finalizzati al risparmio energetico; interventi di bonifica dall’amianto; opere per evitare infortuni domestici ed eliminazione delle barriere architettoniche; interventi finalizzati alla cablatura degli edifici; installazione di apparecchi di rilevazione di gas.
Modalità di fruizione del bonus ristrutturazioni: detrazione Irpef
Con l’eliminazione della possibilità di cessione del credito e dello sconto in fattura, per ottenere il beneficio si può procedere soltanto con la detrazione Irpef, ripartita in 10 quote annuali di pari importo, e la relativa richiesta di rimborso.
Quali altri bonus ci saranno nel 2025?
Proroga del bonus mobili per il 2025: detrazione al 50%
Altra sorpresa di rilevo della manovra 2025 è la proroga del bonus mobili al 50% per l’acquisto nel 2025 di arredi e grandi elettrodomestici. Il beneficio era in scadenza al 31 dicembre 2024 e prevedeva la detrazione Irpef al 50% delle spese sostenute entro un limite massimo di spesa di 5 mila euro.
Ecobonus, sismabonus e altri bonus confermati per il 2025
Gli altri bonus attualmente in vigore e confermati per il 2025 rimangono:
- (i) ecobonus e sismabonus, che scendono al 36% di aliquota detraibile con un tetto di 48 mila euro per unità immobiliare;
- (ii) superbonus per condomini e Onlus, con il rilevante décalage di detrazione al 65%;
- (iii) bonus barriere architettoniche, confermato al 75%.
La direttiva europea “case green” e il futuro dei bonus edilizi
A partire dal 2026 l’Italia dovrà recepire attivamente la direttiva Epbd, meglio nota come “Case green“, per cui è prevedibile che l’attuale sistema dei bonus sia destinato almeno in parte a scomparire in favore di nuove agevolazioni, finalizzate alla riqualificazione energetica degli edifici.
Requisiti per l’accesso ai bonus: pagamenti tracciabili
Da ricordare come tali bonus vengano riconosciuto solo in caso di pagamenti tracciabili: restano perciò escluse modalità di pagamento come contanti o assegni.
Il Piano casa per giovani e neoassunti nella manovra 2025
Nella manovra 2025 dovrebbe poi trovare spazio anche la normativa del Piano casa per giovani e neoassunti annunciato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
Con tale iniziativa si intende realizzare un meccanismo di incentivo per i proprietari immobiliari, promuovendo la disponibilità di alloggi a condizioni agevolate per i giovani e i neoassunti, contribuendo a rendere più dinamico e accessibile il mercato immobiliare, con un impatto positivo sulle opportunità di occupazione.
Le due fasi del Piano casa
Da quanto annunciato, il Piano casa si articolerebbe in due fasi.
Prima fase del Piano casa: agevolazioni fiscali e fringe benefit
Con un primo intervento transitorio, si mirerebbe a fornire un sostegno immediato, concentrandosi principalmente su agevolazioni fiscali. Lo strumento individuato sono i fringe benefit, con importi maggiorati – si ipotizza fino a 3-4mila euro – per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri, in modo da incentivare le imprese a facilitare l’assunzione di lavoratori che necessitano di un alloggio in affitto, riducendo l’onere economico legato al trasferimento.
Seconda fase del Piano casa: incentivi per la costruzione di alloggi aziendali (housing corporate)
La seconda fase, più strutturale, punterebbe all’incentivazione della costruzione di alloggi da parte delle stesse aziende, promuovendo un modello di housing corporate. Per facilitare tale sviluppo, il Piano casa prevede l’utilizzo di aree demaniali che potranno essere messe a disposizione per la realizzazione di nuovi complessi abitativi destinati ai lavoratori, accompagnato da una semplificazione delle procedure burocratiche.
Impatto della manovra 2025 sul mercato immobiliare e del lavoro
Questa manovra potrebbe essere un nuovo volano per l’intera filiera dell’immobiliare e potrebbe altresì venire incontro alla carenza di dipendenti a reddito fisso (in particolare statali) disposti a trasferirsi in aree geografiche dove il costo degli alloggi, e più in generale il carovita, risulta essere più elevato. Un modello Olivetti sarebbe di grande esempio in tal senso.