
Appaiare consulenza patrimoniale (quella di Bnp Paribas) e fotografia d’autore è un’operazione del tutto naturale, dichiara Stefano Manfrone, responsabile Bnl Bnp Paribas Life Banker aprendo i lavori della conferenza “Creare valore culturale, sociale ed economico attraverso l’arte” in quel di via Tortona 27 a Milano, nel giorno di apertura ufficiale di Mia Photo Fair Bnp Paribas (20-23 marzo 2025), la 14esima edizione della fiera fotografica più importante d’Italia.

«Per un fotografo, come per un consulente, lo sguardo è il primo strumento di analisi. In un caso, l’occhio dell’artista interpreta la realtà e lo traduce nella sua opera, mentre per noi [consulenti] la capacità di guardare nel profondo le esigenze del cliente ci permette di conoscere il contesto di riferimento, i bisogni attuali e, soprattutto, le sue progettualità per costruire la migliore valorizzazione del patrimonio, quasi a restituirne un’immagine i cui contorni sono dati dall’obiettivo di investimento, di rischio e orizzonte temporale. In entrambi i casi, la realtà guida, ispira e muove». Da quest’anno la Torre Diamante – main sponsor fin dall’inizio – è title sponsor dell’evento.
Alla fine dell’evento di Bnp Paribas, avviciniamo Stefano Manfrone per una chiacchierata a tu per tu.
Come mai “all’inizio” Bnp Paribas ha scelto la fotografia e non altri tipi di arte?
«In realtà Bnp Paribas ama l’arte in generale. Abbiamo una collezione di 6000 opere d’arte, quadri e sculture importanti. La fotografia ci è piaciuta molto perché è una forma d’arte più moderna, più immediata, più aderente ai tempi che corrono. Vi sono per esempio opere fatte col telefonino, ma di valore incredibile. Non è tanto lo strumento che conta, è la capacità di inquadrare quel momento, di dare un messaggio. Ricordo ancora con piacere quando 13 anni fa il nostro allora presidente, grande appassionato di arte e cinema, ci presentò questa forma d’arte. La fotografia ci piace perché è una cosa “veloce da fare”, anche se farla bene è molto difficile. Vediamo immagini in continuazione. Selezionarne di belle non è facile».
Che lei sappia, nei portafogli dei vostri clienti, la fotografia è rappresentata?
«L’arte è molto rappresentata, soprattutto nella fascia altissima della nostra clientela. Prevalgono i dipinti. Personalmente annovero tra i miei clienti alcuni grandi fotografi, che hanno a loro volta delle collezioni molto, molto importanti. Noto che la fotografia come asset da collezione piace soprattutto ai giovani, alle seconde generazioni di nostri clienti».
Il prezzo di entrata è sicuramente più basso.
«Assolutamente, non c’è paragone. E i giovani anche per questo sono sicuramente molto più propensi a fruire di questa formata d’arte.
E in generale, dr. Manfrone, avete visto un incremento dell’interesse nei confronti della fotografia d’arte, con Mia Photo Fair Bnp Paribas?
«Assolutamente sì. Abbiamo assistito a una partecipazione crescente alla fiera da parte dei nostri clienti. Sta diventando sempre più difficile riservare gli inviti per l’inaugurazione. Quest’anno è andata particolarmente bene e abbiamo dovuto limitare, e non di poco, la partecipazione all’opening. Parlando con gli organizzatori della mostra, emerge che ogni anno si incrementa di una cifra considerevole il numero di visitatori, di biglietti. E quest’anno abbiamo deciso di aumentare il nostro coinvolgimento, diventando title sponsor».
Cosa vuol dire per voi?
«È una bella responsabilità. Per noi è un avvicinamento più profondo a un mondo che ci piace e che è un po’ lontano dalla “finanza bieca”, detto fra virgolette».
Un grande lavoro d’immagine.
«È così. Cambiando campo, pensi che noi siamo il principale fundraiser di Telethon. Nei 33 anni di partnership abbiamo raccolto circa 345 milioni euro. È un impegno che tutti i dipendenti del gruppo, e siamo in 18mila, ogni anno sentono tantissimo. E ogni anno l’obiettivo diventa più ambizioso».
Dr. Manfrone, quali sono i servizi di private banking e wealth management più richiesti in Bnp Paribas relativamente alle collezioni d’arte?
«Il passaggio generazionale è una questione molto sentita, attualmente. Sono stato responsabile del private per 14 anni, per la fascia altissima della clientela. Il problema è che il cliente – l’imprenditore italiano soprattutto – tende a non pensare mai alla sua successione. Ma noi abbiamo costruito un team molto qualificato per accompagnarlo in questo passaggio, avvalendoci anche della piattaforma internazionale del gruppo. Molti, anche per quanto riguarda l’arte, sono interessati alla beneficenza e alle attività filantropiche. Noi li mettiamo in contatto con gli enti preposti e strutturiamo l’operazione. Tanti nostri clienti hanno lasciato parti molto consistenti del loro patrimonio a Telethon, per esempio. Come banca e come gruppo cerchiamo di fare dell’ottimo business, di dare ottimi servizi ai clienti. Allo stesso tempo cerchiamo di differenziarci col mondo dell’arte e con quello della beneficenza, con Telethon. Cerchiamo di essere una banca diversa».

Dal 20 marzo 2025 la collezione d’arte del gruppo bancario di arricchisce dell’opera fotografica “Serafina by table” dell’artista inglese Nick Brandt (Galleria Willas di Stoccolma) grazie all’erogazione del premio Bnl Bnp Paribas. Giunto alla sua 14esima edizione, il Premio Bnl Bnp Paribas è dedicato al miglior artista scelto fra 15 finalisti presentati in fiera e consiste nell’acquisizione di una sua opera da parte della banca per la propria collezione. La motivazione che ha portato la giuria di esperti a scegliere l’opera dell’artista inglese risiede anche nella sua forza nel raccontare il cambiamento climatico. Una donna, seduta ad un tavolo, sott’acqua, è in un atteggiamento di apparente e innaturale normalità, in contrasto con l’attualità e l’urgenza della sfida ambientale, alla quale non rassegnarsi.
Il mercato italiano dell’arte (e della fotografia)
Se è vero che a livello internazionale le vendite delle tre maggiori case d’asta nel 2024 hanno sfiorato un calo del 28% rispetto al 2023 (fonte: Artnet), il mercato dell’arte in Italia ha mostrato segnali di resilienza. Nel 2024 ha registrato una flessione del 5% rispetto all’anno precedente, con un fatturato complessivo delle principali case di 116 milioni di euro. Si tratta di un dato superiore ai livelli pre-pandemici (2019), quando il fatturato era di 125 milioni di euro. Il numero di lotti offerti è aumentato da circa 34mila a 39mila, con una crescita nel segmento medio-basso. Un fenomeno degno di nota è il maggior interesse degli investitori italiani giovani.
Per esempio, nel triennio 2020-2022, la casa d’aste Christie’s ha registrato un +45% di partecipazione da parte dei millennial italiani. Nonostante la crescita degli investimenti in arte digitale, il 2023 ha mostrato una predominanza delle vendite in presenza, con l’84% delle transazioni di arte e antiquariato effettuate di persona. I collezionisti hanno acquistato per lo più dipinti (58% della spesa totale), poi opere su carta (13%), quindi sculture (8%).
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