L’anno che si avvia alla conclusione non è certo stato avaro di scoperte archeologiche. Dalle nuove verità emerse intorno a luoghi o solidi iconici come Stonehenge e la Venere di Willendorf a scoperte sensazionali come quella di San Casciano, il 2022 è stato un anno fuori dall’ordinario.
2022, un anno di scoperte archeologiche
La collana della sacerdotessa
Risale a 1.300 anni fa la collana rinvenuta in una tomba paleocristiana dell’Inghilterra. Ribattezzata “tesoro di Harpole” dal luogo del suo ritrovamento, potrebbe essere appartenuta a una guida religiosa donna. Il monile è decorato con 30 ciondoli e perline realizzati con monete romane d’oro e pietre semipreziose. Il grande ciondolo rettangolare raffigura una croce, rendendone plausibile la derivazione paleocristiana. Il VII secolo d.C. fu in terra britannica un periodo di transizione, poiché molte aree si stavano convertendo al cristianesimo. Prima di allora, solo gli uomini avevano ricevuto sepolture sfarzose; il ritrovamento suggerisce un avanzamento di status sociale delle donne. La pratica pagana delle sepolture con oggetti si sarebbe estinta nel giro di pochi decenni.
Tempio Poseidone, il mito trasformato in storia (ottobre)
Si pensava fosse solo un luogo leggendario raccontato da Strabone nella sua enciclopedia Geographica. Invece il santuario (700-480 a.C.) dedicato al dio del mare esisteva davvero, nella Grecia meridionale. Lo storico greco lo descrive come un centro nevralgico di identità religiosa ed etnica per tutto il circondario degli stati ellenici. Il gruppo di studiosi (greci e austriaci) hanno identificato frammenti di un tetto a lacunari e di un perirrhanterion (bacino d’acqua usato per i rituali) in marmo, aspetti che ne confermano la derivazione arcaica. L’équipe ha evidenziato anche altre caratteristiche architettoniche tipiche dei templi antichi, tra cui un pronao (vestibolo) e due stanze interne, una delle quali è una cella, riempita da un fitto strato di tegole. «La scoperta del tempio trasforma il mito in storia», hanno dichiarato gli archeologi.
La storia più antica della storia?
Gli archeologi hanno scoperto una delle opere d’arte narrativa più antiche del mondo: l’incisione si trova nel sud-est della Turchia, risale a 11.000 anni fa ed è di natura piccante. Come hanno rivelato gli studiosi: «A destra del pannello emerge l’altorilievo di un uomo in posizione eretta che tiene in mano il suo membro. Ai suoi fianchi una coppia di leopardi, mentre sul lato sinistro dell’incisione si trova un’altra figura umana (anch’essa virilmente “evidente”), con un toro».
“Pidocchiosa” scoperta (novembre)
Decodificata la frase più antica del mondo scritta tramite alfabeto: è un avvertimento sui pidocchi. La frase è iscritta su un antico pettine d’avorio rinvenuto nel sito archeologico di Tel Lachish, nel 2016. Per molto tempo gli studiosi avevano scambiato l’utensile per un osso, lasciandolo per un quinquennio in un deposito, fino a quando la parassitologa e archeologa Madeleine Mumcuoglu dell’Università ebraica di Gerusalemme non lo ha analizzato al microscopio.
La scoperta di San Casciano (novembre)
Quella avvenuta nella stazione termale di San Casciano in Val di Pesa è stata definita la più grande scoperta dai Bronzi di Riace. Una trentina le splendide statue in bronzo affiorate dopo 2300 anni, probabilmente immerse nelle sorgenti termali come parte di un antico rituale, atto che ha contribuito a preservarle. I bronzi, che includono raffigurazioni di divinità greco-romane come Igea e Apollo, erano probabilmente decorazioni di un tempio. È stata definita una scoperta che “riscriverà la storia”.
A cosa serviva Stonehenge?
Sarebbe stato scoperto il vero scopo di Stonehenge: era un calendario solare, capace di prevedere persino i giorni bisestili, con ciascuna pietra a denotarne la funzione. Permetteva agli agricoltori di sapere quando celebrare la festa del raccolto o onorare determinate divinità. Sostanziava le credenze cosmologiche, aiutava le élite politiche a mantenere il potere tramite il controllo del tempo e avvicinava le comunità alle loro divinità «assicurando che gli eventi si verificassero nei momenti propizi».
Venere di Willendorf. O del Garda?
La celebre prosperosa statuetta risalente a 30.000 anni fa, scoperta in Austria nel 1908, fu probabilmente realizzata con pietre trasportate dalla zona del lago di Garda. È costituita infatti di oolite, una roccia non presente nel villaggio austriaco di Willendorf. Utilizzando tecniche tomografiche per visualizzare una sezione trasversale dell’oggetto, gli scienziati hanno determinato che il materiale utilizzato per scolpire la “Venere” proviene molto probabilmente da una regione del Nord Italia a “circa 400 miglia di distanza”. È la prima volta che le origini geologiche dell’oggetto simbolo di fecondità sono state confermate con tale specificità.
La nave Endurance dispersa sotto i mari (marzo)
Era affondata nel 1915, la mitica nave Endurance comandata da Sir Ernest Shackleton. Dispersa per oltre un secolo. Ma gli archeologi marini non si sono arresi, e a bordo di alcuni sommergibili a batteria, ne hanno ritrovato il relitto nel mare antartico. La ricerca, costata 10 milioni di dollari, è stata finanziata da un anonimo donatore e organizzata dal Falkland Maritime Heritage Trust. La spedizione è partita da Città del Capo all’inizio di febbraio, a bordo dell’Agulhas II, un rompighiaccio poi rimasto per un giorno intrappolato nel ghiaccio. Ma la missione è stata un indubbio successo, e le basse temperature hanno impedito che i batteri potessero proliferare e rovinare il relitto.
Le mummie più antiche del mondo (marzo)
Risalgono a 8.000 anni fa gli scheletri rinvenuti in Portogallo. Gli archeologi ritengono siano le mummie più antiche arrivate fino a noi. Sulla base di ciò che si sa sul modo in cui il corpo si decompone e delle osservazioni sulla distribuzione spaziale delle ossa, gli archeologi hanno fatto delle deduzioni sul modo in cui gli abitanti della Valle del Sado trattavano i corpi dei loro morti, che seppellivano con le ginocchia piegate e premute contro il petto. Man mano che i corpi si disseccavano, sembra che gli esseri umani viventi stringessero le corde che legavano gli arti al loro posto, comprimendoli nella posizione desiderata. La maggior parte delle mummie sopravvissute fino a oggi risale a non prima di 4.000 anni fa; anche se le prove suggeriscono che gli antichi Egizi potrebbero aver iniziato questa pratica già 5.700 anni fa. Prima di questa scoperta, si pensava che le più antiche fossero quelle del Chinchorro (Cile costiero), risalenti a circa 7.000 anni fa.
Gli artisti bambini (marzo)
In uno studio pubblicato sul Journal of Archaeological Science, i ricercatori dell’Università di Cambridge e dell’Università spagnola di Cantabria hanno rivelato che l’esame di 180 dipinti in alcune grotte spagnole risalenti a 20.000 anni fa portano a una conclusione sorprendente: molti artisti preistorici erano bambini piccoli. Le impronte delle mani dipinte conterrebbero inoltre segnali in codice. Le pitture preistoriche sarebbero state realizzate soffiando pigmenti attraverso una canna o un osso cavo su mani posizionate contro la parete della grotta, un processo che avrebbe reso i contorni delle figure leggermente più grandi delle mani stesse. Tenendo conto di questa differenza, circa il 25% delle impronte non erano abbastanza grandi da appartenere ad adulti o adolescenti. L’età dei piccoli artisti sarebbe stata compresa tra i due e i 12 anni. Allo stesso risultato era giunto uno studio condotto nel 2021 in Tibet.