Il Decreto Legislativo 139/2024 ha introdotto significative modifiche in materia di esenzione dall’imposta sulle successioni e donazioni per il trasferimento di aziende e partecipazioni societarie. Novità che mirano a facilitare il passaggio generazionale nelle imprese, offrendo maggiore chiarezza e ampliando le agevolazioni fiscali. La normativa precedente già prevedeva un’esenzione totale dall’imposta sulle successioni e donazioni per l’erede che avesse mantenuto il controllo o l’attività per almeno cinque anni. Con il D.Lgs. 139/2024, questo regime diventa ancora più chiaro e inclusivo, estendendosi a casi prima esclusi (come l’integrazione di un controllo già esistente) e anche alle partecipazioni in società estere.
Italia, il paradiso fiscale di chi eredita imprese
In sintesi, chi eredita un’impresa in Italia spesso non paga alcuna tassa di successione, a patto di rispettare alcune condizioni. Questo, confrontato con i regimi fiscali di altri Paesi, rende l’Italia un “paradiso fiscale” per le successioni d’impresa. Ma quali sono le novità più rilevanti introdotte dal decreto legislativo? “La prima è l’integrazione del controllo esistente – risponde Matteo Tambalo, dottore commercialista dello studio Righini e Associati, che ci guida nell’analisi della nuova norma – L’esenzione dall’imposta è ora estesa anche ai trasferimenti che comportano un rafforzamento del controllo già esistente sulla società. In precedenza, l’agevolazione si applicava solo ai trasferimenti che determinavano l’acquisizione ex novo del controllo”. La seconda grande novità è una definizione più precisa delle condizioni per l’applicazione dell’esenzione, con una distinzione tra diverse tipologie di partecipazioni. “Nel caso di trasferimento di aziende o rami d’azienda, l’esenzione si applica a condizione che il beneficiario prosegua l’attività d’impresa per almeno cinque anni dal trasferimento – spiega Tambalo – se il trasferimento riguarda quote o azioni di società di capitali, è necessario che il beneficiario acquisisca o integri il controllo della società e mantenga tale controllo per un periodo minimo di cinque anni. Per le partecipazioni in società di persone, infine, l’esenzione è valida purché il beneficiario detenga la titolarità della quota per almeno cinque anni”.
La nuova norma estende l’esenzione anche ai trasferimenti di partecipazioni in società estere
Una delle novità più rilevanti è l’applicazione dell’esenzione anche ai trasferimenti di partecipazioni in società estere, a condizione che siano rispettate le medesime condizioni previste per le società italiane. “Queste modifiche – commenta l’esperto – offrono una maggiore chiarezza normativa, delineando con precisione le condizioni e l’ambito di applicazione delle esenzioni fiscali. Per gli imprenditori, ciò significa poter pianificare con più certezza il passaggio generazionale, assicurandosi che le agevolazioni fiscali siano mantenute”.
La norma porta peraltro a riflettere relativamente alle conseguenze che possono avere le operazioni societarie straordinarie, come fusioni, scissioni o aumenti di capitale, che non determinano automaticamente la perdita dell’agevolazione fiscale. “Tuttavia, è essenziale che, a seguito di tali operazioni, il beneficiario mantenga il controllo della società. Ogni operazione deve essere valutata attentamente per assicurarsi che le condizioni per l’esenzione continuino a sussistere”, continua Tambalo.
Le zone d’ombra che restano, il caso delle partecipazioni in holding pure
Nonostante le modifiche introdotte, permangono alcune incertezze riguardo al trasferimento di partecipazioni in società holding, specialmente quelle “pure” che non esercitano direttamente un’attività d’impresa. “Il nuovo testo normativo – relativamente al trasferimento di partecipazioni in società, di capitali o di persone – non specifica se sia necessaria la prosecuzione di un’attività di impresa per mantenere l’esenzione – precisa Tambalo – Alcuni commentatori interpretano l’assenza espressa di questo riferimento come un’indicazione che non siano richieste ulteriori condizioni implicite, mentre altri suggeriscono prudenza, ritenendo che le interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate e della Cassazione, che richiedevano direttamente o indirettamente l’esercizio di un’attività di impresa da parte delle società le cui partecipazioni erano oggetto di trasferimento esente, potrebbero ancora influenzare l’applicazione dell’agevolazione”.
Insomma, il D.Lgs. 139/2024 rappresenta un passo significativo verso la semplificazione e l’ampliamento delle esenzioni fiscali nel contesto delle successioni e donazioni di imprese. Tuttavia, è fondamentale che gli imprenditori e i beneficiari prestino attenzione alle condizioni previste per mantenere le agevolazioni e considerino con cura le implicazioni di eventuali operazioni straordinarie o specificità legate a strutture societarie particolari, come le holding, affidandosi sempre a consulenti esperti della tematica per pianificare in modo preciso e “su misura” le operazioni riorganizzative e finalizzate al passaggio generazionale.