Sostenibilità, diversificazione e valore relativo: le regole per aggiungere valore e impatto ai portafogli con gli asset illiquidi. Ecco la ricetta di David Bouchoucha, head of Private debt and real assets di Bnp Paribas asset management
Il rischio di valutazioni eccessive negli asset tradizionali ci spinge a considerare una gamma più ampia di attivi. Integriamo Nel nostro processo di investimento un calcolo sistematico
Gli asset alternativi stanno guadagnando quota nei portafogli degli investitori. Si tratta di un segmento molto variegato, che abbraccia real estate (vale il 45% della capitalizzazione com plessiva ), private equity (circa un quarto del totale), hedge fund (16%), asset digitali (10%) e private debt (5%)
Le attività quotate? Non sono più sufficienti per costruire un portafoglio efficiente. Parola di David Bouchoucha, head of Private debt and real assets di Bnp Paribas asset management. “Nonostante le recenti preoccupazioni per un possibile indebolimento della crescita economica e le pressioni sui prezzi, il quadro generale alla fine del 2021 rimane chiaro: le economie del G7 stanno riprendendo forza grazie agli stimoli fiscali e monetari, con il corollario dei mercati azionari che testano nuovi massimi, mentre i tassi di interesse rimangono bassi”. In un momento in cui le valutazioni delle azioni sono poco attraenti e le obbligazioni risultano costose, il private debt può essere un’alternativa su cui investire.
“A parità di rischio, offre agli investitori un premio di liquidità rispetto alle obbligazioni quotate – continua Bouchoucha – Questo dato da solo spiega perché nella prima metà del 2021 i flussi di investimento nel private debt siano ammontati a 120 miliardi di dollari solo in Europa”. È corsa da parte di diversi operatori: le compagnie di assicurazione mettono il private debt nei loro panieri, attratti dal trattamento favorevole previsto da Solvency 2. E fondi pensione, fondi sovrani e investitori individuali. “Molte istituzioni hanno programmi di allocazione permanente al 10% o 20% dei loro portafogli, a volte sopra il 40%, con un mix equilibrato tra private equity, beni reali e debito”. Naturalmente, il debito privato non sfugge al dibattito sull’impatto dell’eccesso di liquidità sui premi di rischio. “Le quantità di dry powder (riserve liquide disponibili per l’investimento ndr) che si accumulano, contribuiscono a fare pressione sui margini. Tuttavia, i premi di liquidità sono rimasti intatti perché è aumentata anche la domanda di finanziamenti”. Le esigenze di finanziamento delle imprese, soprattutto quelle europee di media dimensione, sono esplose: per via dell’M&A che serve ad aumentare la scala, per coprire le spese necessarie ad adeguare le infrastrutture energetiche e digitali funzionali alle transizioni in corso. E nel contempo, le regole stringenti di Basilea continuano a porre vincoli ai bilanci delle banche. Di conseguenza, il debito privato è diventato parte di un modello di finanziamento complementare per banche e investitori in Europa. “Il contributo del debito privato al finanziamento della crescita è di per sé un elemento attrattivo che motiva gli investitori – afferma Bouchoucha – e sempre più spesso, il debito privato implica il rispetto di rigorosi criteri Esg. Giustamente: finanziare l’economia è bene, finanziare l’economia di domani è ancora meglio!”. Ma soddisfare i requisiti Esg richiede risorse significative e un approccio su misura per ciascun asset sottostante. “Per i nostri portafogli di prestiti infrastrutturali e immobiliari, per esempio – continua il gestore – misuriamo gli impatti sul carbonio e sull’ambiente e, ad esempio, il numero di famiglie che ottengono accesso alle reti digitali. Per una pmi, si tratta di valutare la consapevolezza dei vertici rispetto ai temi Esg e di analizzare le scelte che l’azienda sta compiendo”. La pandemia ha mostrato agli investi – tori che settori apparentemente robusti non sono necessariamente immuni agli shock. “Il rischio di valutazioni eccessive per gli asset più ricercati ci spinge a considerare una gamma più ampia di attivi – prosegue Bouchoucha – Ecco perché crediamo sia importante avere un approccio multisettoriale negli investimenti infrastrutturali e immobiliari. Infine, la ricerca di un rendimento commisurato al rischio assunto deve essere al centro di ogni decisione creditizia”. Per questo “integriamo nel nostro processo di investimento un calcolo sistematico del premio di liquidità che contengono i crediti illiquidi, rispetto a titoli dei peer quotati. Siamo convinti che soddisfacendo questi tre prerequisiti – sostenibilità, diversificazione e valore relativo – possiamo riuscire ad aggiungere valore e impatto ai portafogli”.
(Articolo pubblicato sul numero di dicembre del Magazine We Wealth)
Il rischio di valutazioni eccessive negli asset tradizionali ci spinge a considerare una gamma più ampia di attivi. Integriamo Nel nostro processo di investimento un calcolo sistematicoGli asset alternativi stanno guadagnando quota nei portafogli degli investitori. Si tratta di un segmento molto var…
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