Recap: in cosa consiste l’ops Intesa-Ubi
Per ciascuna azione Ubi Banca portata in adesione all’offerta pubblica di scambio, Intesa Sanpaolo offrirà un corrispettivo unitario rappresentato da 1,7 azioni Intesa Sanpaolo rivenienti dall’aumento di capitale a servizio dell’offerta. Quindi, per ogni 10 azioni Ubi portate in adesione saranno corrisposte 17 azioni Intesa. Le azioni di Intesa Sanpaolo di nuova emissione rivenienti dall’aumento di capitale per l’offerta avranno godimento regolare. Pertanto, attribuiranno ai loro possessori pari diritti rispetto alle azioni ordinarie di Intesa già in circolazione alla data di emissione e saranno quotate sul Mercato telematico azionario (Mts) di Borsa Italiana. Ca’ de Sass scrive che il corrispettivo verrà “corrisposto alla data di pagamento, ossia il 3 agosto 2020 (salvo proroghe del periodo di adesione in conformità alla normativa applicabile)”.
Dopo l’ok di Consob a Intesa, la palla passa al cda Ubi
Ora la parola passa al consiglio d’amministrazione di Ubi Banca che dovrà pronunciarci sull’offerta. E’ inoltre attesa nelle prossime settimane la decisione dell’Antitrust. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un procedimento sull’operazione di aggregazione e la cui fase istruttoria si è conclusa il 18 giugno scorso. Intesa ha già risposto ai primi rilievi dell’autorità incrementando il numero di filiali di Ubi Banca che saranno cedute a Bper. Il nuovo perimetro dell’accordo tra Intesa e Bper prevede dunque la cessione di 532 filiali di Ubi rispetto alle 400-500 inizialmente previste, per un totale di 29 miliardi di depositi, 31 miliardi di raccolta indiretta e 26 miliardi di crediti netti. Un ampliamento che Intesa e Bper ritengono realizzabile anche se l’ops dovesse fermarsi poco sopra il 50% di Ubi.