Negli ultimi anni, il fenomeno della collezione e promozione artistica da parte della impresa familiare ha conosciuto una significativa crescita, accompagnata da numerosi studi in merito. Questi studi si focalizzano sulla comprensione del valore strategico e simbolico delle collezioni d’arte aziendali, in particolare all’interno delle imprese familiari, che da tempo utilizzano l’arte non solo per elevare il proprio status sociale, ma anche per consolidare e trasmettere la propria identità culturale.
Impresa familiare e collezioni d’arte: un legame storico e strategico
Il legame tra impresa familiare e arte ha radici profonde: fin dall’antichità, le grandi dinastie accumulavano opere d’arte come segno di potere e prestigio. Tuttavia oggi sempre più imprese familiari investono in arte per posizionarsi non solo come attori economici rilevanti, ma anche come promotori di cultura e valori sociali all’interno delle proprie comunità.
In Italia, circa 160 imprese familiari possiedono collezioni d’arte aziendali, una peculiarità che le distingue nel contesto europeo.
Esempi di collezioni d’arte aziendali di successo in Italia
Esempi emblematici di questo fenomeno includono aziende come Ferrero, Fiat, Intesa Sanpaolo ed Eni, le cui collezioni arricchiscono il patrimonio culturale del Paese e allo stesso tempo contribuiscono a rafforzare l’immagine di queste imprese come promotrici di valori culturali e sociali oltre che economici.
L’investimento nell’arte, inoltre, può essere visto come una forma di promozione del talento artistico e di finanziamento di nuove opere, creando così un ponte tra la tradizione familiare e il sostegno all’innovazione culturale, con un impatto duraturo nel tempo.
L’arte come risorsa strategica per le imprese familiari
Fondazioni e gallerie aziendali
Le imprese familiari non si limitano a proteggere il sapere tacito accumulato, ma sono in grado di trasformarlo in nuove iniziative come fondazioni, gallerie, archivi e case d’asta. Queste organizzazioni preservano il patrimonio artistico della famiglia imprenditoriale e allo stesso tempo ne accrescono il valore nel tempo.
La Pinacoteca Agnelli a Torino
Alcuni esempi significativi di questa tendenza includono la Pinacoteca Agnelli a Torino, che oltre ad esporre 25 opere provenienti dalla collezione privata di Gianni e Marella Agnelli, propone mostre inedite e progetti espositivi con l’ulteriore obiettivo di far risaltare il luogo che ospita il museo, l’impianto produttivo Lingotto di Fiat, oggi adibito a centro polifunzionale.
La collezione Agrati
Un altro esempio rilevante è la Collezione Agrati, un tempo appartenente all’omonima famiglia brianzola e in seguito donata alla banca Intesa Sanpaolo, comprendente all’incirca 500 opere di arte contemporanea di vari artisti tra cui Christo, Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat e Robert Rauschenberg, collezionate a partire dagli anni ’70 ed esposte nel 2018 presso le Gallerie d’Italia a Milano.
Il progetto Art For Business e il caso Elica
Un ulteriore caso di rilievo è il progetto Art For Business dedicato al tema del valore dell’arte per lo sviluppo della creatività e sensibilità estetica dei dipendenti d’azienda, che ha dedicato un case history a Elica, società marchigiana leader nella produzione di cappe da cucina.
Quest’ultima, attraverso la Fondazione Ermanno Casoli, si occupa attivamente di promuovere iniziative riguardanti l’arte contemporanea ma anche di organizzare attività, tra cui corsi di formazione per le imprese e workshop per i dipendenti, per facilitare la comprensione del nesso tra architettura e design industriale.
In questo quadro si inserisce anche Elica Contemporary, la collezione privata di opere del presidente Francesco Casoli, curata dal direttore artistico della fondazione Marcello Smarelli e messa a disposizione di tutti i lavoratori di Elica.
Questi esempi dimostrano come l’impresa familiare, oltre a custodire importanti collezioni, assume un ruolo attivo nella promozione dell’arte, contribuendo sia alla valorizzazione del patrimonio culturale che allo sviluppo del capitale umano e creativo delle aziende stesse.
Il finanziamento e restauro del patrimonio artistico nazionale o locale
Un altro tipo di coinvolgimento delle famiglie imprenditoriali in attività legate all’arte riguarda il finanziamento e restauro del patrimonio artistico nazionale o locale. Queste iniziative, che spesso si concretizzano in una collaborazione tra enti pubblici e aziende, rappresentano un supporto importante nel mantenimento del patrimonio culturale, oltre a garantirne una maggiore fruizione.
La Fondazione Ferragamo
Un esempio virtuoso di questo tipo di progetti è rappresentato dalla famiglia Ferragamo, la quale, attraverso la Fondazione Ferragamo, è attiva nella città di Firenze nell’ambito della promozione e conservazione del patrimonio artistico fiorentino.
Per il triennio 2019-2021 la casa di moda ha erogato l’Art Bonus, che prevedeva la restaurazione di alcuni monumenti siti nel centro storico, tra i quali il monumento equestre a Cosimo I de’ Medici, il gruppo scultoreo di Ercole e Caco di Bacio Bandinelli, le copie del David di Michelangelo e di Giuditta e Oloferne di Donatello poste sull’Arengario di Palazzo Vecchio, le due statue dei Termini ai lati del portone d’ingresso del Palazzo, oltre che il gruppo scultoreo del David al Piazzale Michelangelo.
Il valore simbolico e culturale delle collezioni d’arte
Attraverso lo studio di questi casi emblematici, la letteratura scientifica ha ampiamente dimostrato i benefici legati alla relazione tra arte e imprese familiari, sottolineando come l’arte, se ben gestita, possa creare vantaggi competitivi, migliorare l’identità e la reputazione dell’impresa e della famiglia, favorire l’identificazione dei dipendenti con l’impresa e stimolare la creatività.
Inoltre, iniziative legate all’arte possono creare opportunità di collaborazione con il territorio e con enti pubblici come musei e scuole. La raccolta e la promozione di arte diventano quindi non solo uno status symbol, ma un potente strumento strategico. Tuttavia, tali studi non approfondiscono come queste risorse simboliche siano riconosciute, utilizzate e trasferite da una generazione all’altra per creare valore a lungo termine.
La sfida del passaggio generazionale nelle collezioni d’arte
Il passaggio generazionale nelle imprese familiari è spesso studiato in relazione alla gestione e alla successione della leadership, ma il trasferimento di risorse simboliche come le collezioni d’arte presenta sfide uniche. La sfida maggiore risiede nel fatto che, mentre il business può essere guidato e trasformato da nuove generazioni, le risorse simboliche come l’arte devono attraversare il tempo senza perdere il loro significato. Le pratiche e le capacità sviluppate all’interno delle imprese familiari svolgono un ruolo cruciale in questo processo.
La letteratura evidenzia come le componenti emotive delle pratiche siano fondamentali per comprendere il trasferimento delle risorse simboliche attraverso le generazioni. Le componenti emotive si riferiscono a quel legame affettivo che i componenti della famiglia sviluppano nei confronti della collezione d’arte e delle risorse simboliche dell’impresa. Queste emozioni, che includono il senso di orgoglio, appartenenza e responsabilità verso l’eredità familiare, influiscono profondamente sul modo in cui le risorse vengono gestite e tramandate.
Nell’impresa familiare, il valore di una collezione d’arte non è solo economico, ma rappresenta la storia e l’identità della famiglia. Questa forte componente emotiva può essere un catalizzatore per garantire che la collezione non perda il suo valore nel passaggio da una generazione all’altra.
Arte e impresa familiare, un patrimonio da valorizzare
Mantenere il legame emotivo con la collezione aiuta quindi i membri della famiglia a proteggerla e a trasmettere la stessa passione e dedizione alle generazioni successive.
A differenza delle altre attività di business, la gestione di una collezione d’arte familiare non segue le tradizionali dinamiche di successione. Non si tratta di passare semplicemente la leadership, ma di mantenere e valorizzare un capitale artistico che appartiene alla famiglia, anche se creato da altri. La gestione del capitale artistico richiede quindi tempo e dedizione.
Il valore delle opere d’arte spesso cresce dopo la morte dell’artista e la loro conservazione e valorizzazione necessittano di un contesto di fiducia e coesione, elementi che si trovano più facilmente nelle famiglie.
La famiglia può creare un’organizzazione imprenditoriale dedicata alla gestione di questo patrimonio, garantendo così che continui a vivere e aumenti di valore attraverso le generazioni.
Infine, qualora la famiglia imprenditoriale decida di rendere fruibili al pubblico le proprie collezioni, interamente o in parte, o si dedichi al mecenatismo, sovvenzionando opere di rinnovo e restauro, può trarne beneficio in vari modi, sia perché queste iniziative contribuiscono a istituire o rimarcare un legame importante con il territorio, sia perché creano prestigio e nutrono il capitale umano e sociale presente nelle aziende stesse.
(Articolo scritto in collaborazione con Vittoria Magrelli, ricercatrice di Family business, Libera Università di Bolzano, e Isotta Vazzoler, dottoranda di ricerca, Università D’Annunzio di Chieti-Pescara, dipartimento di Economia aziendale)