A cavallo tra 2024 e 2025 Sotheby’s ha intenzione di vendere – tra Parigi e Milano – gran parte della Giordano Collection, suddividendo i 160 lotti offerti in due aste differenti. La prima parte della collezione, offerta su suolo francese i prossimi 26 e 27 novembre, verrà aggiudicata agli incanti nella The Giordano Collection, Une Vision Muséale, che si concentrerà prevalentemente su old master (italiani e francesi) e arte decorativa d’eccellenza, dando una panoramica completa degli stili regionali dell’artigianato del diciottesimo secolo italiano.

Tutte le foto sono cortesia di Sotheby's
Profilo di un collezionista: Gianni Giordano
Ma chi è, dunque, il proprietario della collezione? Gianni Giordano, amante dell’arte in tutte le sue forme, è un collezionista sabaudo erede di Ferdinando Giordano, produttore di vini piemontesi. Il padre fece fortuna negli anni cinquanta “inventando” una nuova modalità di vendita: decise infatti di permettere ai clienti di acquistare i vini Giordano per corrispondenza (saltando dunque il passaggio degli intermediari nel mercato vinicolo). Dopo Ferdinando, Gianni prese le redini dell’azienda di famiglia facendola espandere fuori Italia, decidendo poi di venderla ad inizio 2000 per dedicarsi alle sue passioni (e l’arte è qui sicuramente in cima alla lista).

In trent’anni Gianni ha creato una collezione di alto livello, la cui vendita è stata definita da Mario Tavella (presidente di Sotheby’s Europa nonché presidente di Sotheby’s Francia) come la “più importante asta nel campo delle arti decorative italiane dai tempi della celebre asta di Palazzo Borghese del 1892”. L’insieme di lavori offerti agli incanti sono stati conservati nella villa di Gianni (locata sulle colline piemontesi e inaccessibile al pubblico) insieme alla particolare kunstkammer a cui il proprietario intende dedicarsi totalmente nel prossimo futuro. Legittimo è dunque chiedersi perché Gianni sia disposto a vendere la gran parte della propria collezione. Sembra che lui stesso abbia recentemente dichiarato in un’intervista che il più grande problema sarebbe “inserire nuovi pezzi” in un “insieme pressoché perfetto”, ormai difficilmente modificabile.

I Top Lot da Sotheby’s: Old Masters e arti decorative
Tanti sono i potenziali top lot (si stima che l’asta parigina raccoglierà tra i 15 e i 20 milioni di euro), avendo Giordano collezionato opere a partire dagli anni ’80 (iniziando con un interesse specifico per la filatelia) e non avendo – ad oggi – mai smesso (comprando nel 2009 anche molte dei lavori offerti da Christie’s durante la vendita degli arredi di Yves Saint Laurent).
Un buon risultato è sicuramente atteso per il pannello di pietre dure semipreziose avente ad oggetto il porto di Livorno. Ispirato ad un dipinto di Giuseppe Zocchi e realizzato nel 1766, l’opera fiorentina (stimata tra gli 800.000 e 1,5 milioni di Euro) richiama lo stile dei pannelli conservati nelle collezioni imperiali austriache. Belle sono anche le opere rientranti nell’ambito della pittura europea. Le due vedute di Roma realizzate dall’olandese Gaspar van Wittel (chiamato anche Vanvitelli) nel diciottesimo secolo verranno offerte con una stima d’asta compresa tra gli 800.000 e 1,2 milioni di euro. Il dipinto (1740-1758) creato da Giovanni Paolo Panini e raffigurante un’udienza con Papa Benedetto XIV è invece stimato tra i 600.000 e gli 800.000 euro.
Arti decorative d’eccellenza e altri collectibles
Per quanto riguarda arti decorative e altri oggetti da collezione, spicca la coppia di comò neoclassici (in passato situati nel Palazzo Reale di Milano) dell’ebanista lombardo Giuseppe Maggiolini. Offerti agli incanti per una stima compresa tra i 700.000 e 1 milione di Euro, i due mobiletti furono realizzati per l’incoronazione di Napoleone nel 1805. Esempio della maestria artigiana piemontese è invece la consolle – decorata con motivi cinesi – realizzata da Giuseppe Maria Bonzanigo nel 1730.

Laccata come da tradizione di Casa Savoia, la consolle ha una stima compresa tra i 150.000 e i 250.000 euro. D’effetto è anche il divano con schienale in vetro eglomisé di Villa Palagonia a Bagheria (con stima compresa tra i 40.000 e i 60.000 Euro).

Infine, come oggetti da collezione di rilievo, ricordiamo qui alcuni oggetti realizzati da Luigi e Giuseppe Valadier, ottimi orafi romani del diciottesimo secolo. La cassetta in argento (1785) appartenuta a Henry Stuart, duca di York, è stimata 200.000-300.000 euro, mentre la coppia di tazze in bronzo e marmo (1790) hanno un valore stimato tra gli 80.000 e i 120.000 euro.