Gioconda, Italia o Parigi? Potrebbe essere necessaria una nuova casa per l’opera di Leonardo
Non c’è mai pace per la Gioconda (1503-1506 ca.), eterno oggetto di dibattito soprattutto sulla sua (desiderata) collocazione in Italia. Il 13 gennaio scorso, il quotidiano della capitale francese Le Parisien, ha fatto trapelare un allarmante memo inviato dalla direttrice del Musée du Louvre Laurence des Cars al ministro francese della cultura Rachida Dati.
La situazione al Louvre secondo il memo di Laurence des Cars
Des Cars (prima donna di sempre alla guida del Louvre) si è lamentata del “preoccupante livello di obsolescenza” delle infrastrutture del museo, sostenendo che la rinomata collezione sia esposta in sale con continue variazioni termiche e non più a tenuta stagna, cosa che minaccerebbe la buona conservazione delle opere esposte. La direttrice ha poi continuato spiegando che il crescente numero di visite – che hanno raggiunto gli 8.7 milioni nel 2024 rendendo il Louvre il museo più popolare al mondo – sta mettendo a dura prova l’intero edificio con “soli” 232 anni di storia (il palazzo è diventato ufficialmente un museo nel 1793 per ordine dell’allora ministro dell’interno Jean-Marie Roland).
Gli spazi prevedono infatti ristoranti e bagni ad oggi non più in linea con gli standard museali internazionali più aggiornati. Secondo des Cars, anche gli eventi istituzionali sarebbero un “hot topic” per il Louvre. La piramide in vetro disegnata dall’architetto Ieoh Ming Pei e aperta nel 1989 creerebbe un effetto serra durante l’estate, rendendo lo spazio sottostante difficilmente praticabile per occasioni di rilievo. Il punto più discusso dell’intero memo è però un altro: la posizione della Gioconda. Secondo quanto rilevato dal museo stesso, l’80% dei visitatori si recherebbe davanti alla Monna Lisa, registrando un totale compreso le 20.000 e le 30.000 presenze giornaliere. Il suggerimento della direttrice sarebbe dunque quello di spostare la Gioconda in una sala dedicata, creando una seconda via d’entrata all’edificio.
La Gioconda in Italia (a Milano)
Queste parole hanno subito interessato le orecchie d’oltralpe, che non hanno tardato a rispondere. Francesca Caruso, assessore regionale per la cultura della Lombardia, ha pubblicato sui social un post in cui spiegava che la Lombardia sarebbe pronta ad ospitare la Gioconda. In un’intervista con il londinese Sunday Times, l’assessore ha spiegato che Milano sarebbe la città perfetta per il quadro di Leonardo da Vinci, dove il pittore visse per diciassette anni e realizzò l’Ultima Cena (1494-1498) nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’idea della Caruso è quella di creare un “Circuito Vinciano” in occasione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026: il pubblico potrebbe quindi visitare diversi luoghi lombardi legati al genio di Leonardo (che a questo punto includerebbero anche una fermata davanti alla Monna Lisa).
Il restauro del museo e le dichiarazioni di Emmanuel Macron
A tagliare la testa al toro ha pensato direttamente il presidente francese Emmanuel Macron, che si è recato al museo pochi giorni fa per una conferenza stampa. Macron ha qui annunciato un grande intervento di restauro per il Louvre, dal costo di circa 700 milioni di Euro, con la creazione di una sala apposita per esporre la Gioconda (con conseguente ingresso e biglietto alternativo). I lavori per la creazione di nuovi spazi e per la nuova entrata al museo verranno in parte finanziati dallo Stato – per la cifra di 400 milioni di Euro – e in parte dal profitto del Louvre Abu Dhabi, oltre che da donazioni di interessati mecenati. La ristrutturazione dei vecchi spazi sarà invece pagata in parte con l’aumento del biglietto d’ingresso per i cittadini non europei. Lo scopo finale? innalzare il numero di visitatori annuali a 12 milioni.