- Secondo il Cme FedWatch Tool, i mercati stimano attualmente un 55% di probabilità che la Fed ritocchi i tassi di interesse in occasione della riunione di settembre
- Diodovich: “La Fed intende basare le proprie decisioni sui dati concreti, piuttosto che cedere a pressioni politiche o agli umori di breve periodo dei mercati”
Federal Reserve pronta a mantenere i tassi di interesse invariati. Secondo il Cme FedWatch Tool, nel momento in cui questo articolo viene pubblicato, i mercati stimano un 99,9% di probabilità che la banca centrale americana non ritocchi il costo del denaro in occasione della riunione odierna. In parallelo, le probabilità implicite nei contratti future mostrano che le chance di un primo taglio a luglio sono del 14,5%, mentre a settembre salgono al 55%.
In occasione dell’ultimo meeting, il tasso sui Federal Funds era rimasto nel range 4,25%-4,50% in risposta ai rischi legati all’incremento della disoccupazione e a un’inflazione ancora persistente. “Non c’è fretta” di tagliare, aveva dichiarato il presidente, Jerome Powell, sottolineando come l’economia americana rimanesse solida e che la banca centrale avrebbe tenuto sotto osservazione le mosse dell’amministrazione repubblicana sul fronte dei dazi prima di intraprendere un cammino diverso.
Diodovich: “Fed? Prudenza giustificata”
“Questo approccio misurato riflette la volontà della Fed di basare le proprie decisioni sui dati concreti, piuttosto che cedere a pressioni politiche o agli umori di breve periodo dei mercati”, osserva Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha più volte “ribadito che le scelte di politica monetaria dipenderanno dai fondamentali economici”, ricorda l’esperto, evidenziando come in un contesto complesso come quello attuale, con segnali macroeconomici spesso contraddittori, la prudenza della banca centrale a stelle e strisce appaia giustificata.
Inflazione: i dazi spaventano, ma non troppo
Come approfondito durante l’ultima puntata di Weekly Bell, la trasmissione di We Wealth che ogni lunedì fa il punto sui mercati finanziari e gli appuntamenti macroeconomici della settimana, dal fronte dell’inflazione sono arrivati intanto segnali positivi per l’economia a stelle e strisce. Almeno nell’immediato, la sensazione è che le tariffe spaventano, ma non troppo: l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 2,4% su base annuale a maggio, a fronte di attese nell’ordine del +2,5%. Su base mensile si parla invece di un rialzo di appena lo 0,1%, sia per il dato generale che per quello core.
“L’assenza di un’accelerazione inflazionistica legata ai dazi suggerisce che l’impatto delle politiche commerciali potrebbe essere meno marcato del previsto, anche se la Fed continuerà a monitorare attentamente eventuali pressioni future sui prezzi”, afferma Diodovich. “Di conseguenza, crediamo che sia probabile che la Fed confermi l’attuale livello dei tassi, ribadendo il proprio approccio data-dependent” (dipendente dai dati, ndr). Secondo lo strategist, Powell dovrebbe inoltre rimarcare “l’importanza di un atteggiamento cauto e dell’indipendenza da pressioni politiche che spingono per tagli prematuri”. Un’indipendenza, continua, essenziale “per mantenere la credibilità dell’istituzione e garantire la stabilità economica nel lungo periodo”.
Fed: tassi invariati fino a settembre?
Come anticipato in apertura, i mercati non si attendono dunque variazioni in occasione della riunione del 18 giugno, ma stimano attualmente un 55% di probabilità di un taglio da 25 punti base a settembre e un 8,3% di probabilità di una maxi-sforbiciata da 50 punti base. “Gli operatori, secondo il Cme FedWatch Tool, ritengono che la Fed interverrà solo se le condizioni economiche lo richiederanno in modo esplicito, evitando tagli preventivi basati su rischi ipotetici”, dice Diodovich. “Rispetto al passato, quando gli investitori spingevano per un atteggiamento più aggressivo, oggi prevale una comprensione più matura dell’approccio prudente della Fed”. Per l’esperto, il potenziale allentamento a settembre “appare coerente con la preferenza della banca centrale per raccogliere un numero sufficiente di dati prima di adottare cambiamenti significativi, valutando così appieno gli effetti delle politiche in essere”.
Occhi sui dazi tra Usa, Europa e Cina
Secondo Diodovich, la Fed monitorerà insomma come si evolveranno le trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina (ricordando la scadenza fissata al 18 agosto) e tra Stati Uniti e Unione Europea (con la sospensione dei dazi reciproci in scadenza l’8 luglio) prima di ritoccare eventualmente l’attuale strategia monetaria. “I membri del Fomc continueranno a osservare da vicino le principali variabili del dual mandate – inflazione e occupazione – e potrebbero valutare un taglio dei tassi a partire da settembre, ma solo se strettamente necessario”, conclude lo strategist.
Domande frequenti su Fed, tassi invariati fino a settembre? Cosa può succedere ora
Secondo il Cme FedWatch Tool, i mercati stimano attualmente una probabilità del 55% che la Fed ritocchi i tassi di interesse durante la riunione di settembre. Questa stima riflette le aspettative del mercato al momento della pubblicazione dell'articolo.
Diodovich afferma che la Fed intende basare le proprie decisioni sui dati concreti disponibili. Questo approccio mira a evitare di cedere a pressioni politiche o alle fluttuazioni di breve periodo dei mercati.
La Federal Reserve sembra orientata a mantenere i tassi di interesse invariati. Questa indicazione si basa sulle informazioni disponibili al momento della stesura dell'articolo.
L'articolo menziona che gli 'occhi' sono puntati sui dazi tra Usa, Europa e Cina. L'inflazione, sebbene considerata non eccessivamente spaventosa, è un altro fattore monitorato attentamente.
La probabilità di un cambiamento dei tassi di interesse viene misurata attraverso il Cme FedWatch Tool. Questo strumento fornisce una stima basata sulle aspettative del mercato.