Draghi: “Queste misure si aggiungono a quelle per oltre 35 miliardi di euro che abbiamo approvato dall’inizio di quest’anno per mitigare gli effetti dei rincari su cittadini e imprese”
Per la parte scomputabile, secondo quanto analizzato da Confcommercio, le misure dispiegate valgono circa 5,8 miliardi di euro per le famiglie e 5,5 miliardi per le imprese
Semaforo verde del Consiglio dei ministri al decreto aiuti bis, che introduce misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali. Un provvedimento che può contare su un “tesoretto” pari a 15 miliardi (oltre ai due miliardi provenienti dai fondi non utilizzati) di cui circa 5,5 destinati esclusivamente alle imprese. Ecco tutti i bonus e gli esoneri in sintesi.
Decreto aiuti bis: le risorse sul piatto
“Queste misure si aggiungono a quelle per oltre 35 miliardi di euro che abbiamo approvato dall’inizio di quest’anno per mitigare gli effetti dei rincari su cittadini e imprese”, spiega il premier Mario Draghi in conferenza stampa. “Il totale delle misure è di 15 miliardi più circa altri due di misure aggiuntive: quindi si tratta di altri 17 miliardi che vanno ad aggiungersi ai 35 già approvati. Parliamo di una grossa percentuale del prodotto interno lordo, più di due punti percentuali”. Nessuno scostamento di bilancio in vista, aggiunge Draghi. “Ed è merito, questo, della capacità degli italiani, delle famiglie, delle imprese e anche forse un po’ della politica economica del governo che ha sostenuto senza esitazioni l’economia, ma nello stesso tempo è riuscito a farlo mantenendo gli obiettivi di riduzione del deficit e di riduzione del rapporto debito/pil”. L’obiettivo del provvedimento, continua, è sostenere imprese e famiglie nell’attuale fase di incertezza e difendere la ripresa dal “peggioramento del quadro internazionale”.
Le principali misure per le imprese
Per la parte scomputabile, secondo quanto analizzato da Confcommercio e anticipato in apertura, le misure dispiegate valgono circa 5,8 miliardi di euro per le famiglie e 5,5 miliardi per le imprese. Per rispondere ai rincari dell’energia elettrica, del gas naturale e dei carburanti, viene innanzitutto rafforzato il bonus sociale elettrico e gas per gli ultimi tre mesi dell’anno. Fino al 30 aprile 2023 le imprese fornitrici di energia elettrica e gas naturale non potranno modificare unilateralmente le condizioni generali dei contratti di fornitura. Vengono azzerate le aliquote relative agli oneri generali del sistema elettrico e ridotta l’Iva sul gas metano per combustioni per usi civili e industriali nello stesso periodo. Inoltre, l’Arera manterrà inalterati gli oneri generali di sistema nel settore del gas in vigore nel terzo trimestre anche per il quarto trimestre, si legge in un comunicato stampa del Consiglio dei ministri.
Sono stati prorogati i crediti d’imposta a sostegno delle imprese anche per il terzo trimestre dell’anno oltre alla riduzione dell’accisa sui carburanti fino al 20 settembre. Per far fronte invece all’emergenza idrica, sono state stanziate risorse contro il rischio siccità, rafforzando di 200 milioni di euro il Fondo di solidarietà nazionale a sostegno di aziende e cooperative agricole prive di coperture assicurative su questo fronte. E sono stati stanziati 194,41 milioni di euro per estendere il credito d’imposta per i carburanti per l’attività agricola e la pesca anche agli acquisti effettuati nel terzo trimestre dell’anno e un credito d’imposta straordinario per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale per quelle aziende che fanno i conti con un aumento del costo per kWh superiore al 30% rispetto allo stesso periodo del 2019.
“Il decreto ha anche una parte che riguarda lo sviluppo: introduciamo strumenti e procedure semplificate per attrarre grandi investimenti in settori d’interesse strategico nazionale, a partire da quelli ad alta tecnologia”, continua Draghi. Si parla nel dettaglio della realizzazione di piani o programmi che implichino investimenti pubblici o privati per non meno di 300 milioni di euro in tali aree di rilevanza strategica. “Vogliamo che le grandi imprese investano sempre di più in Italia e vogliamo migliorare la nostra competitività e favorire l’occupazione”, conclude il premier.