Guadagnare senza fare niente, secondo la saggezza popolare, è impossibile. Eppure, le campagne pubblicitarie di molte banche promettono esattamente questo. Conti deposito che offrono fino al 5% sulle somme vincolate per un anno sono diventati tutt’altro che rari negli ultimi tempi e, in alcuni casi, anche i conti correnti remunerano le giacenze di fine mese con tassi di tutto rispetto.
Se queste banche “regalano” denaro, hanno qualcosa da nascondere? Sono investimenti ad alto rischio? No, nella gran parte dei casi si tratta di conti sicuri e garantiti da precise tutele; ma qualcosa da nascondere effettivamente c’è. Ed è che le banche, loro per prime, possono guadagnare senza fare niente: depositando il denaro raccolto presso la Bce che, oggi, remunera al 4% le riserve in eccesso (rispetto ai requisiti minimi). Grazie a questo meccanismo, il cui scopo e disincentivare il credito e combattere l’inflazione, le banche dell’Eurozona hanno ricevuto dalla Bce 146 miliardi di euro nell’ultimo anno.
Con margini di profitto così ampi, le banche possono raccogliere depositi dai clienti offrendo loro tassi molto elevati: anche se non accadeva da tempo, ricevere interessi sui conti bancari quando i tassi di riferimento sono alti è perfettamente normale.
L’aspetto che, però, può suscitare una certa confusione è che non tutte le banche offrono interessi sui conti correnti e solo alcune offrono conti deposito. Anche se la Bce offre tassi vantaggiosi a tutte le banche, infatti, non sempre conviene concedere interessi per raccogliere nuova liquidità. Di fatto, più è ampia la differenza fra i tasso Bce e quello offerto ai correntisti, più guadagno la banca può trattenere. In particolare, questa è la strategia degli istituti più grandi: è vero, sono più robusti e “troppo grandi per fallire”, ma se non pagano interessi sui conti è anche perché la gran parte della clientela è poco propensa a cambiare conto corrente – anche se alcune banche online offrono interessi succosi. “Il contesto attuale è una manna dal cielo per le banche”, ha detto a We Wealth Maurizio Baravelli, professore ordinario di corporate e investment banking presso l’università La Sapienza di Roma, “le politiche aggressive sui conti le fanno soprattutto gli istituti online, ma i clienti delle grandi banche non si muovono”.
Conti deposito: solo le banche fragili offrono grandi interessi?
“In linea di principio, se una banca offre un interesse più elevato è perché è a maggior rischio”, ha affermato il professor Baravelli, “ma è anche vero che le banche sono sottoposte a vigilanza: se queste ultime offrono tassi più alti non è detto che si sia di fronte a rischi maggiori: si potrebbe trattare semplicemente di istituti disposti a guadagnare meno”, ha dichiarato Baravelli. “Attualmente i tassi più elevati li offrono alcune banche online, queste banche usano questa strategia per attirare clienti”, ha proseguito il professore; di solito l’offerta si rivela temporanea, in seguito, una volta acquisito il cliente, “si cerca di adeguare la remunerazione verso la media di mercato”.
Per le grandi banche, l’esigenza di attrarre nuovi depositi è più bassa: la priorità è creare più valore per gli azionisti. A questo scopo, meno si pagano i depositi senza perdere clienti, meglio è. “Le grandi banche dominanti”, ha dichiarato Baravelli “usano poco lo strumento del tasso sui conti [per attirare clienti], si affermano con politiche immagine, facendo notare ad esempio che sono le meno rischiose” e facendo passare il messaggio, che “i conti correnti sono un servizio”. Una nozione che si scontra con il fatto che il conto corrente è uno strumento di raccolta della banca e che ciò comporta, per il cliente, una partecipazione ai rischi che la banca si assume.
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Conti bancari, una concorrenza imperfetta
Se solo alcune banche offrono rendimenti sui conti, dunque, non è solo perché sono più piccole. Ma anche perché la loro capacità di fare concorrenza alle grandi banche è limitata: di conseguenza, i big del settore temporeggiano e non aumentano la remunerazione dei depositi.
Quando aumentano i tassi della Bce, l’adeguamento della remunerazione dei depositi bancari arriva con un certo ritardo e “non è un meccanismo automatico”, ha spiegato Baravelli. E’ la pressione che arriva dalla clientela a poter velocizzare le cose, ha aggiunto il professore: o perché sposta il denaro su altre banche che remunerano meglio i depositi, o perché investe in in titoli a basso rischio come i Bot – che oggi pagano quasi il 3,7% in un anno. Finché il deflusso dai conti correnti rimane limitato, le grandi banche hanno avranno poco interesse ad alzare la remunerazione.
La buona notizia, è che fra Bot, Btp, Buoni postali, conti deposito e conti correnti remunerati le occasioni per gestire meglio la liquidità non mancano affatto.