L’intelligenza artificiale tende la mano alle assicurazioni

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L’intelligenza artificiale sarà sempre più presente all’interno del settore assicurativo. Alcune compagnie si stanno portando avanti iniziando a sperimentare nuovi strumenti, mentre altre continuano a rimanere ancorate al passato

Nei prossimi 3-5 anni l’Intelligenza artificiale permetterà di ottimizzare diversi aspetti della filiera assicurativa. Tre le tipologie di coperture in cui si stanno aprendo le opportunità più interessanti: mobilità, casa e salute

Al momento la situazione a livello di livello di sviluppo non è omogenea. In molti settori si stanno sviluppando soluzioni in sinergia mentre in altri no

Assicurazioni e intelligenza artificiale, questo il binomio che caratterizzerà sempre più il futuro del settore assicurativo. A testimoniarlo sono le oltre 150 use cases implementate lungo tutta la filiera e passate al setaccio dagli analisti della società di consulenza strategica Roland Berger nello studio “artificial Intelligence: challenges and opportunities for insurers”.

Il mondo delle assicurazioni si sta però avvicinando sempre di più al digital. Edoardo Demarchi, Partner di Roland Berger fa notare infatti come in queste aree lo stato di sviluppo e l’adozione di nuovi strumenti di intelligenza artificiale (Ia)  viaggiano a velocità differenti. “In alcuni campi le applicazioni di Ia sono in uno stato di avanzata sperimentazione e producono già effetti tangibili” sottolinea Demarchi. È il caso della prevenzione dei rischi e del customer service che, grazie all’automazione dei processi, hanno visto una significativa riduzione dei costi amministrativi. Sono invece in fase di early adoption le applicazioni dell’Ia nella gestione dei sinistri, nella prevenzione delle frodi e nel risk modelling, caratterizzate da un altissimo potenziale di impatto sul conto economico. Ed è proprio in queste aree che si registra il maggior fermento. Anche in Italia, dove sono particolarmente importanti le applicazioni telematiche, soprattutto in ambito mobility. In questo caso le applicazioni Ia consentono, non solo di valutare lo stile di guida, ma anche la forza di impatto e quindi i possibili danni subiti da un veicolo. Pronta alla rivoluzione anche la home insurance che si avvarrà di una strettissima interdipendenza tra Ia e IoT. Grazie ai dati che derivano dalla visione artificiale e dai dati satellitari, l’Intelligenza artificiale sarà in grado di identificare e validare le caratteristiche degli immobili, oltre che di rilevare automaticamente incidenti quali furti, incendi, perdite di gas o altro ancora. In ultimo, restano ambiti di frontiera da un lato la prevenzione e dall’altro lo sviluppo e l’underwriting di prodotti usage based insurance (Ubi), ovvero a consumo, che andranno di pari passo con lo sviluppo di modelli di business alternativi. Sul fronte Mobility, un esempio è lo sharing P2P. Parlando di prevenzione, in ambito Salute, le nuove applicazioni dell’Intelligenza Artificiale consentiranno di integrare l’approccio reattivo alla cura del paziente, con uno proattivo supportato anche da diagnosi in remoto e monitoraggio dei pazienti direttamente da casa.

E dunque cosa fare per sopravvivere in un mondo che va sempre più verso la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale? Roland Berger fornisce una serie di «consigli di sopravvivenza» a tutti gli operatori del mercato assicurativo.

  1. costruire una “Ia vision” pragmatica e realisticacondivisa tra tutti i comparti della compagnia e tutti i livelli decisionali e che dia priorità agli ambiti di investimento: impieghi diretti in piattaforme tecnologiche e investimenti di tipo cooperativo. Importante anche capire quando non investire.
  2. progettare la trasformazione considerando sin dall’inizio non solo i requisiti tecnici, ma anche quelli lato risorse umane. Sia dal punto di vista dell’Hr interno, sia in riferimento a partner distributivi ed operativi e al loro phasingnel corso degli anni. Oggi è più che mai necessario affiancare alla pragmaticità di breve termine una grande lungimiranza nella formazione, nel recruitinge nei modelli di ingaggio degli agenti.

“Da notare che alcuni leader del mondo insurance hanno già portato in fase di industrializzazione le applicazioni Ia. Certamente il percorso resta lungo e complesso”, evidenzia Edoardo Demarchi. “Anche i player di più piccole dimensioni che non possono investire direttamente devono attivarsi per far fronte al cambiamento, anzi potrebbero avere dalla loro l’agilità derivante dalla piccola dimensione. Già dalle prime fasi occorre, quindi, scegliere strategie cooperative o di outsourcing, identificando con chiarezza quali ambiti governare in prima persona”.

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