Mentre nella prima metà del 2022 i danni provocati dalle catastrofi naturali sono rimasti pressoché allineati alla media dell’ultimo decennio (-3%), i danni coperti da assicurazione sono aumentati del 22%
“Il cambiamento climatico è uno dei maggiori rischi che la nostra società e l’economia globale stanno affrontando”, ha commentato Jérôme Jean Haegeli, capo economista di Swiss Re, “con il 75% di tutte le catastrofi naturali ancora non assicurate, vediamo grandi lacune di protezione a livello globale, aggravate dall’attuale crisi del costo della vita”
I fenomeni climatici estremi provocano danni per decine di miliardi di dollari ogni anno e la quota coperta da assicurazione sta progressivamente aumentando sollevando interrogativi anche sulla gestione di questi rischi da parte delle compagnie. Secondo i nuovi dati pubblicati dal colosso delle riassicurazioni Swiss Re, nel primo semestre del 2021 le catastrofi naturali hanno causato nel mondo danni economici pari a 72 miliardi, di cui 35 assicurati. In entrambi i casi si tratta di una cifra più bassa rispetto a quella del primo semestre del 2021, in cui i danni erano stati pari, rispettivamente a 91 e 46 miliardi.
L’aspetto che balza all’occhio osservando la tabella sottostante è che, mentre nella prima metà del 2022 i danni provocati dalle catastrofi naturali sono rimasti pressoché allineati alla media dell’ultimo decennio (-3%), i danni coperti da assicurazione sono aumentati del 22%. Con la crescente consapevolezza sui rischi del cambiamento climatico, insomma, l’esigenza di protezione assicurativa è aumentata. Anche per questo la società di riassicurazione Swiss Re, che si occupa a sua volta dei rischi cui vanno incontro le compagnie assicurative sottolinea come le richieste di danni potrebbero essere importanti nei prossimi anni.
Se si parla di danni assicurati, il primo semestre 2022 non è stato particolarmente favorevole.
Le tempeste che lo scorso febbraio hanno colpito l’Europa sono costate 3,5 miliardi di dollari. Fra marzo e febbraio le piogge torrenziali in Australia hanno provocato danni assicurati per altri 3,5 miliardi di dollari americani, una delle “catastrofi naturali più costose di sempre per il Paese”, nonché “l’evento più costoso a livello globale in termini di danni assicurati. E ancora, in Francia i danni provocati da grandine e piogge nelle prima metà del 2022 hanno causato, stando alla Federazione delle assicurazioni francese, perdite assicurate per 4 miliardi di euro. Swiss re, poi, ha ricordato come il rischio di inondazioni mostri crescenti minacce di perdite in India, Cina e Bangladesh.
“Gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti in eventi meteorologici sempre più estremi, come le inondazioni senza precedenti in Australia e Sudafrica. Ciò conferma la tendenza che abbiamo osservato negli ultimi cinque anni, ovvero che i rischi secondari stanno determinando i danni assicurati in ogni angolo del mondo”, Martin Bertogg, responsabile Catastrophe Perils di Swiss Re, “a differenza degli uragani o dei terremoti, questi pericoli sono onnipresenti e aggravati dalla rapida urbanizzazione di aree particolarmente vulnerabili, ha aggiunto Bertogg, “data la portata delle devastazioni in tutto il mondo, i pericoli secondari richiedono la stessa valutazione disciplinata del rischio dei pericoli primari come gli uragani”.
“Il cambiamento climatico è uno dei maggiori rischi che la nostra società e l’economia globale stanno affrontando”, ha commentato Jérôme Jean Haegeli, capo economista di Swiss Re, “con il 75% di tutte le catastrofi naturali ancora non assicurate, vediamo grandi lacune di protezione a livello globale, aggravate dall’attuale crisi del costo della vita. In collaborazione con il settore pubblico, il settore assicurativo è fondamentale per rafforzare la resilienza della società ai rischi climatici, investendo e sottoscrivendo infrastrutture sostenibili”.