Transizione verso un mondo a basso impatto ambientale: che cosa significa?
“Non rimandare a domani quello che potresti fare oggi”, recita il noto proverbio che ben racchiude il processo di transizione verso un mondo a basso impatto ambientale, atto a preservare il patrimonio naturale comune. Sul mercato si registrano crescenti preoccupazioni circa il cambiamento climatico e netti progressi nell’atteggiamento degli investitori. Tra le azioni percepite come più a favore della lotta al cambiamento voci quali riciclo dei materiali, riduzione della plastica, acquisto di prodotti sfusi, spostamenti green, maggior utilizzo dei mezzi pubblici e basso consumo di carne.
Impatto climatico zero: perché è un’opportunità?
Il 2020 ha visto l’annuncio di ambiziosi obiettivi di sostenibilità da parte di Stati Uniti (annunciato in occasione del vertice sul clima, aprile 2021) e Cina (dichiarato a novembre 2020 nel corso del 12esimo summit dei paesi Brics): impatto climatico zero, rispettivamente entro il 2050 e 2060. Impegni più sfidanti anche da parte dell’Europa, con la conferma di una riduzione delle emissioni almeno del 55% entro il 2030 da parte della Commissione europea, aprile 2021. Complessivamente, secondo i dati BP – Statistical Review of World Energy, il 64% circa delle emissioni di anidride carbonica globali sono oggi coperte da annunci “net-zero”. Fatto 100 il totale, la Cina impatta per il 28,8%; gli Stati Uniti per il 14,5%; l’Ue per l’8,5%. Il requisito patrimoniale per effettuare la transizione verso un’economia sostenibile è ingente, e il settore degli investimenti ha grandi responsabilità. Secondo i dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd, Global outlook on financing for sustainable development 2021) parliamo di $5- $7 mila miliardi di investimenti annuali necessari per soddisfare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sdg) e $2- $4 mila miliardi di investimenti annuali richiesti per soddisfare l’accordo di Parigi. Con il miglioramento delle tecnologie, il costo legato a soluzioni sostenibili è diminuito, così come i processi di produzione energetica. Gli operatori di mercato tendono a sottovalutare sistematicamente la quantità e la persistenza dei vantaggi competitivi posseduti da aziende sostenibili sul lungo termine. Inefficienze, queste ultime, che possono essere sfruttate.
La soluzione di Ninety One: Global Environment Fund
Un approccio non vincolato e mirato all’identificazione delle società di migliore qualità: Global Environment Fund di Ninety One ha un orizzonte di investimento duraturo ed un impegno attivo. Il fondo Global Environment investe a livello globale principalmente in società che contribuiscono al cambiamento ambientale positivo. La strategia adotta un approccio olistico e multidimensionale all’investimento sostenibile. Il prodotto mira a sfruttare le opportunità di crescita strutturale legate alla decarbonizzazione mediante l’investimento in società che stanno guidando la transizione verso un mondo a basse emissioni di carbonio. Esso si concentra sui settori delle energie rinnovabili, dell’elettrificazione e dell’efficientamento delle risorse. La strategia comprende società che operano nei seguenti ambiti: servizi, infrastrutture, tecnologie e risorse legate alle sostenibilità ambientale, tra cui realtà che offrono, utilizzano, implementano o forniscono consulenza su sistemi, prodotti o servizi basati su tecnologie ambientali. Focus particolare viene rivolto all’energia alternativa, alla decarbonizzazione, all’efficienza energetica, al trattamento delle acque, al controllo dell’inquinamento, nonché alla tecnologia dei rifiuti e di gestione delle risorse. Global Environment Fund di Ninety One combina l’impatto con i rendimenti finanziari e contribuisce a diversificare il portafoglio rispetto alle esposizioni tradizionali.
A quale tipo di cliente si adatta?
Il fondo è adatto a un tipo di clientela sensibile al tema del cambiamento climatico, interessata a fare di più e meglio per concorrere all’obiettivo net-zero in tempi rapidi. Il portafoglio è concentrato e ad alta convinzione, con un’elevata quota attiva ed un livello di rischio adatto ad un investitore con un orizzonte temporale di medio-lungo termine, più propenso a cogliere le opportunità offerte dalla transizione energetica in atto.