L’analisi sul territorio nazionale evidenzia che il calo più significativo dei furti lo hanno registrato la Lombardia (passata da 53 furti del 2019 a 26 del 2020), il Lazio (da 47 del 2019 a 28 del 2020), la Toscana (da 37 del 2019 a 29 del 2020), l’Umbria (da 26 del 2019 a 9 del 2020). In controtendenza il Veneto che ha visto aumentare i furti denunciati da 15 del 2019 a 30 del 2020, la Sicilia (da 16 a 24), il Piemonte (da 17 a 21), la Liguria (da 8 a 9), l’Abruzzo (da 5 a 6), la Sardegna (da 3 a 6), il Molise (da 0 a 6), la Calabria (da 1 a 5).
La flessione generale dei furti ha fatto calare il dato relativo al numero degli oggetti rubati passati dai 13.291 del 2019 agli 8.224 del 2020, con una variazione del -38,1%. I “luoghi privati” sono quelli in cui si registrano i furti maggiori (3.729 oggetti). In seconda posizione i “luoghi di culto” con 2.153 oggetti trafugati.
Intanto si cerca di contrastare il fenomeno anche con la tecnologia.
Nell’ambito delle iniziative dirette al controllo dei siti web e del commercio elettronico è stata aggiornata la funzionalità dell’applicazione per smartphone e tablet denominata “iTPC” messa a punto sempre dall’arma. Si tratta di una applicazione fruibile gratuitamente che prevede ora una sezione dedicata ai beni di verosimile provenienza illecita, sequestrati nel corso di attività di polizia giudiziaria, per i quali non risultano presentate denunce e di cui si ignora l’origine. La verifica dei beni presenti in tale sezione consente agli utenti di reclamare oggetti a loro sottratti.
Anche l’Interpol ha di recente reso disponibile una app denominata “ID-ART” per combattere i furti tramite un database che combina descrizioni e immagini di 52 mila opere trafugate. Si tratta dell’unica banca dati a livello internazionale con informazioni certificate di polizia su oggetti d’arte rubati e scomparsi. Le informazioni sugli oggetti vengono inviate da ciascun paese e gli esperti le aggiungono al database. L’organizzazione intergovernativa, che coordina le polizie di 194 paesi, lavora costantemente per contrastare i crimini internazionali legati anche al traffico di beni culturali. In una dichiarazione rilasciata da funzionari dell’Interpol è stato precisato che l’app segna lo sforzo più recente dell’organizzazione per fornire al pubblico gli strumenti necessari per combattere il traffico di arte e artefatti. Ad esempio, i collezionisti e i proprietari d’arte possono utilizzare la funzione di “ricerca inversa” delle immagini di ID-ART per verificare se un articolo acquistato o che si intende acquistare è di dubbia provenienza.
L‘ Unesco ha stimato lo scorso anno che il mercato dei beni culturali oggetto di traffico vale quasi 10 miliardi di dollari l’anno, anche se rimane difficile assegnare numeri precisi al mercato illecito clandestino.