Quest’anno l’indice S&P 500 ha aggiornato ripetutamente i massimo storici, mentre il Ftse Mib – paniere che raggruppa le 40 maggiori società di Piazza Affari – è tornato sopra i 34.000 punti dopo quasi 15 anni. I mercati azionari sui massimi non devono distogliere gli investitori dalla ricerca di rendimento ed i certificati di investimento sono uno degli strumenti più gettonati in quest’ottica. Infatti, questi strumenti permettono di ottenere rendimenti potenziali spesso a due cifre sia con rialzi dei sottostanti, che nel caso di movimenti laterali o moderatamente ribassisti.
Certificates per diversi profili di rischio
Fra gli emittenti più attivi su Borsa Italiana troviamo Leonteq, società finanziaria quotata sulla borsa elvetica con una capitalizzazione di mercato di circa 800 milioni di franchi svizzeri (dati al 31/12/2023). Complessivamente Leonteq, che si avvale di una piattaforma proprietaria, offre un’ampia varietà di strumenti per un totale di quasi 1.000 certificates quotati sull’EuroTLX o sul SeDex, entrambi gestiti da Borsa Italiana (una decina, invece, quelli quotati sul Vorvel).
“Leonteq offre un’ampia gamma di certificates, con l’obiettivo di soddisfare costantemente le richieste degli investitori – spiega Marco Occhetti, managing director presso Leonteq – con la maggioranza dei certificates che ha per sottostanti singoli titoli azionari o panieri di due, tre o quattro titoli, ma non mancano i certificates su indici, per gli investitori con un profilo di rischio più conservativo. In questi ultimi mesi, poi, abbiamo ampliato l’offerta, con nuovi certificates che permettono di investire anche sui tassi di interesse, senz’altro un tema di grande attualità”.
Come funzionano questi innovativi strumenti finanziari? Tradizionalmente i certificates pagano cedole mensili o trimestrali a patto che i sottostanti si trovino al di sopra di un determinato livello di prezzo. Un modello che negli anni si è dimostrato redditizio per gli investitori: infatti, quasi il 90% dei certificates emessi da Leonteq e andati a scadenza o richiamati hanno generato un profitto per chi li aveva acquistati. Questo anche grazie all’elevato grado di protezione offerto dai certificates. La barriera è tradizionalmente fissata fra il 50 e il 60% dei prezzi di osservazione iniziale (talvolta addirittura al 40%) e l’investitore incassa premi periodici a patto che i sottostanti si trovino sopra questo livello di prezzo. Pertanto, si ottiene un guadagno sia in caso di rialzi, ma anche in caso di moderate discese dei sottostanti.
Scudo contro la volatilità
Nella maggior parte dei casi, poi, la barriera è osservata soltanto alla scadenza, proteggendo quindi l’investitore da temporanee fasi di volatilità. Non mancano poi strutture molto difensive, come i certificati con airbag (dove lo strike è fissato su prezzi più bassi rispetto a quelli registrati alla nascita del prodotto), oppure i premi fissi, ossia certificati dove le cedole sono pagate indipendentemente dall’andamento dei sottostanti ed ovviamente anche i certificati a capitale protetto (con la garanzia di ricevere il rimborso dell’intero valore nominale a scadenza).
Fra le recenti innovazioni dell’emittente svizzero, poi, vanno ricordate anche le cedole settimanali. Si tratta di prodotti che pagano premi condizionati appunto con cadenza settimanale, risultando quindi adatti agli investitori che amano incassare cedole frequenti.