- Le azioni di Stellantis crollate del 14,7%, trascinando al ribasso l’intero comparto, con lo Stoxx Europe Auto & Parts che ha perso il 4,04%
- Debach: “La guerra dei prezzi non è mai una strategia popolare né tra le aziende né tra gli investitori, perché tende a destabilizzare il mercato”
Prima Mercedes-Benz e Bmw, che a settembre hanno rivisto al ribasso le loro stime per l’anno in corso, complice un perdurante indebolimento della domanda in Cina. Poi Volkswagen, che venerdì scorso ha ridotto nuovamente le previsioni in termini di risultato operativo al 5,6% dal 7% indicato a luglio. E infine Stellantis, che lunedì ha tagliato le stime della propria guidance del 2024 a causa “dei problemi di performance in Nord America, così come del deterioramento nelle dinamiche globali del settore”. Le azioni del gruppo sono così crollate del 14,7% in una sola seduta, trascinando al ribasso l’intero comparto, con lo Stoxx Europe Auto & Parts che ha perso il 4,04%. Sulla stessa scia anche Renault (-5,57%), mentre circolavano voci di fusione proprio con Stellantis. E adesso?
Le prospettive per il settore auto
“L’industria automobilistica si trova in una fase di profonda trasformazione, ma le case automobilistiche europee e americane sembrano ancora in cerca di una strategia vincente per affrontare queste sfide”, racconta a We Wealth Gabriel Debach, market analyst di eToro. La pressione competitiva dei gruppi cinesi, la difficoltà nel gestire la transizione verso l’elettrico e le problematiche interne legate a costi e margini stanno minando la solidità finanziaria dei grandi player occidentali. “Rimane da capire quanto tempo avranno ancora i colossi dell’auto per riprendere il controllo prima che la nuova concorrenza – agile, tecnologicamente avanzata e affamata di quote di mercato – li superi definitivamente”, dice l’analista. Come riportato da Reuters, Citi prevede che la debolezza del settore persisterà nelle prossime settimane e una ripresa di Stellantis in particolare sembrerebbe improbabile fino al 2025, quando la casa automobilistica ripristinerà il suo inventario. “Riteniamo che l’attuale debolezza assoluta e relativa continuerà nel mese di ottobre, prima del rally ciclico annuale di novembre-gennaio, probabilmente sostenuto dall’accelerazione dei tagli dei tassi globali”, ha precisato in una nota Harald Hendrikse, analista di Citi.
In questo contesto, secondo Debach, le alleanze tra costruttori diventeranno sempre più cruciali per garantire la sopravvivenza nel lungo periodo. Lo stesso ceo di Stellantis, Carlos Tavares, aveva messo in guardia il settore lo scorso febbraio, affermando che “potrebbero sopravvivere solo cinque grandi produttori automobilistici, data la crescente pressione competitiva e finanziaria”. Ma resterà da vedere chi saranno questi cinque e, soprattutto, chi sarà costretto a uscire di scena. “Intanto, all’orizzonte potremmo vedere politiche aggressive sui prezzi, che spesso dominano in periodi di crisi ma che possono anche diventare una trappola per le aziende”, afferma l’analista. “La guerra dei prezzi non è mai una strategia popolare né tra le aziende né tra gli investitori, perché tende a erodere margini e a destabilizzare il mercato”, avverte. “Prima di investire nel settore, la domanda cruciale è: fino a che punto gli investitori continueranno a penalizzare le case automobilistiche europee, decidendo di vendere, prima che si inizi a vedere un cambio di rotta?”, si domanda Debach.
I fondi più esposti al settore auto
Fatte queste premesse, We Wealth ha chiesto a Morningstar di individuare i 20 fondi più esposti al settore auto e disponibili in Italia. Come evidenziato nella tabella sottostante, il primo è iShares Stoxx Europe 600 Auto & Parts Ucits Etf (De) con una percentuale di esposizione all’automotive dell’82,10%. Il fondo, da inizio anno, risulta in calo del -5,17% (dati al 30 settembre 2024). Segue WisdomTree Global Automotive Innovators Etf Usd Ac, che riporta una percentuale di esposizione al settore auto del 40,61%, e Xtrackers Future Mobility Etf 1C con il 39,06%. Tra i 20 prodotti individuati da Morningstar, a registrare le migliori performance year to date sono l’Invesco Consumer Staples S&P Us Select Sector Etf con il +11,34%, l’Xtrackers Future Mobility Etf 1C con il +16,52% e l’Amundi Msci Future Mobility Esg Screened Etf Acc con il +12,70%. Sul versante opposto, a incassare la peggiore performance da inizio anno è l’Etf “Fidelity Electric Vehicles and Future Transportation”, che riporta una contrazione del -18,92%.