- Il sistema pensionistico pubblico italiano poggia sul cosiddetto โpatto generazionaleโ, recentemente messo a dura prova dal crollo delle nascite e dalla crescita della precarietร
- I principali sistemi per calcolare lโimporto della pensione sono due: il sistema retributivo o reddituale e il sistema contributivo. A questi, si aggiunge il sistema misto
- I coefficienti di trasformazione sono valori che concorrono al calcolo della pensione con il sistema contributivo. Variano in base allโetร anagrafica del lavoratore
Come funziona il calcolo della pensione? Per rispondere a questa domanda occorre risalire alle origini dellโattuale sistema pensionistico italiano e, piรน in particolare, alla Legge 335/1995. Si tratta della cosiddetta โRiforma Diniโ, dal nome del presidente del Consiglio dei ministri Lamberto Dini che ne fu il promotore, che ha introdotto lโepocale passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo: i due principali modelli di determinazione dellโimporto della pensione. Ma facciamo per un attimo un passo indietro.
Come funziona il sistema pensionistico italiano
Il sistema pensionistico pubblico italiano poggia sul cosiddetto โpatto generazionaleโ, che vede i pensionati incassare il loro assegno grazie ai contributi versati dai lavoratori. Semplificando al massimo: i figli pagano le pensioni dei genitori. Un sistema che, negli ultimi 30 anni, รจ stato messo a dura prova da una serie di fattori: dal crollo del tasso di natalitร (al minimo storico con solo sei nati ogni mille abitanti secondo i piรน recenti dati Istat) alla crescita della precarietร (con oltre 3 milioni di cittadini costretti a fare piรน di un lavoro per arrivare a fine mese).
Come si fa a calcolare lโimporto della pensione
Fatta questa premessa, come anticipato in apertura, i principali sistemi per calcolare lโimporto della pensione sono due:
- il sistema retributivo o reddituale, che si basa sulle ultime settimane di contribuzione e sugli ultimi o migliori anni di stipendio o reddito;
- il sistema contributivo, che si basa sui contributi versati e sullโetร anagrafica del pensionato.
A questi si aggiunge il sistema misto, che combina entrambi i metodi di calcolo, contributivo e retributivo. Il criterio di calcolo della pensione adottato dipende dallโanzianitร contributiva maturata dal lavoratore o dalla lavoratrice.
Il calcolo della pensione con il sistema retributivo
La pensione si calcola con il sistema retributivo per i lavoratori che vantano almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e che hanno maturato anzianitร contributiva fino al 31 dicembre 2011. Lโassegno รจ rapportato alla media delle retribuzioni o dei redditi, nel caso dei lavoratori autonomi. Proprio per questa ragione, normalmente le pensioni risultano piรน โriccheโ rispetto al metodo contributivo, considerando che solitamente alla fine della propria carriera lo stipendio รจ piรน elevato. Gli elementi considerati sono dunque tre:
- la media delle retribuzioni o dei redditi percepiti negli ultimi anni di lavoro, rivalutate sulla base degli indici Istat definiti annualmente, come approfondito da We Wealth in un recente approfondimento sul pagamento delle pensioni;
- lโanzianitร contributiva, calcolata sulla base dei contributi versati, obbligatori, volontari, figurativi, riscattati o ricongiunti;
- lโaliquota di rendimento, generalmente del 2% per ogni anno di contribuzione.
Le due โquoteโ del metodo retributivo
La pensione retributiva si compone di due quote, la quota A e la quota B. La quota A viene definita in base allโanzianitร contributiva maturata fino al 31 dicembre 1992 e alla media delle retribuzioni degli ultimi cinque anni per i lavoratori dipendenti e degli ultimi 10 anni per i lavoratori autonomi. La quota B si calcola invece in base allโanzianitร contributiva maturata dal 1ยฐ gennaio 1993 e sulla media degli stipendi degli ultimi 10 anni per i lavoratori dipendenti e degli ultimi 15 anni per gli autonomi.
Il calcolo della pensione con il sistema misto
Il sistema misto riguarda invece i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi prima del 31 dicembre 1995, ovvero la data che separa chi percepisce una pensione totalmente retributiva da chi percepisce una pensione totalmente contributiva. Come precisato sul sito dellโInps, il calcolo della pensione segue in questo caso due direzioni:
- i lavoratori con unโanzianitร contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995 incassano un assegno pensionistico calcolato in parte secondo il sistema retributivo (per l’anzianitร maturata fino al 31 dicembre 1995) e in parte con il sistema contributivo (per l’anzianitร maturata a partire dal 1ยฐ gennaio 1996);
- i lavoratori con unโanzianitร contributiva pari o superiore a 18 anni al 31 dicembre 1995 percepiscono una pensione calcolata in parte secondo il sistema retributivo (per lโanzianitร maturata fino al 31 dicembre 2011) e in parte con il sistema contributivo (per lโanzianitร maturata a partire dal 1ยฐ gennaio 2012).
Il calcolo della pensione con il sistema contributivo
Il sistema contributivo si applica infine ai lavoratori che non hanno maturato contributi prima del 1ยฐ gennaio 1996. Introdotto dalla sopracitata Riforma Dini del 1995, prevede che la pensione si calcoli sulla base di tutti i contributi versati nellโarco della propria carriera lavorativa, rivalutati e trasformati in rendita dai cosiddetti โcoefficienti di trasformazioneโ.
I coefficienti di trasformazione: cosa sono
Si tratta di valori che concorrono al calcolo della pensione con il sistema contributivo e che variano in base allโetร anagrafica del lavoratore. Per definire lโimporto lordo della pensione mensile occorre quindi definire il montante contributivo totale, moltiplicarlo per il coefficiente di trasformazione relativo alla propria etร anagrafica al momento del pensionamento e dividere lโimporto ottenuto per 13 mensilitร .
In che modo lโetร pensionabile influisce sui coefficienti
Piรน sale lโetร dellโinteressato, piรน elevati saranno i coefficienti di trasformazione del montante contributivo in assegno pensionistico. Ma perchรฉ succede? Per due motivi fondamentali: innanzitutto, come spiegato, il metodo contributivo si basa sullโaccumulo dei contributi negli anni; in secondo luogo, un periodo di pensionamento potenzialmente piรน breve determina un assegno piรน elevato, in quanto il montante contributivo viene distribuito su una quantitร inferiore di anni.
I coefficienti di trasformazione per il biennio 2025-2026
Il decreto ministeriale del 20 novembre 2024 ha aggiornato i coefficienti di traformazione relativi al biennio 2025-2026, di fatto riducendoli alla luce dellโaumento delle aspettative di vita. Ribaltando il principio sopra descritto infatti, piรน a lungo si vive, piรน il montante contributivo deve essere distribuito su una quantitร maggiore di anni. Come evidenziato nella tabella sottostante, i nuovi coefficienti oscillano dal 4,204% per i 57enni (in calo dal 4,270% degli scorsi anni) al 6,51% per i 71enni (dal 6,65% precedente).
Gli strumenti online per calcolare la pensione
Chiariti questi passaggi, per chi desidera calcolare quanto potrebbe incassare al momento del pensionamento, lโInps ha sviluppato lo strumento โLa mia pensione futuraโ: un servizio che consente non soltanto di verificare i contributi finora versati, ma anche di conoscere la data per accedere alla pensione di vecchiaia o anticipata e calcolare lโimporto della pensione, appunto. Da precisare che tale calcolo non tiene conto dellโandamento dellโinflazione. Il servizio fornisce inoltre a lavoratori e lavoratrici una stima del cosiddetto โtasso di sostituzioneโ, ovvero il rapporto fra la prima rata della pensione e lโultimo stipendio. Un altro strumento online disponibile sul sito dellโInps รจ infine โPensamiโ, che consente invece di simulare i possibili scenari pensionistici inserendo i propri dati anagrafici e contributivi. Permette tra lโaltro di scoprire se รจ possibile anticipare il momento della pensione attraverso diversi istituti, come il riscatto della laurea.