- Opzione donna è uno strumento che consente alle lavoratrici di accedere alla pensione anticipata se hanno maturato una serie di requisiti di età e contributi
- In cambio dell’uscita anticipata dal mondo del lavoro, la richiedente accetta il ricalcolo della pensione su base interamente contributiva
La Legge di Bilancio 2025 ha prorogato una serie di misure in scadenza lo scorso anno sul fronte delle pensioni, tra cui Opzione donna: uno strumento che consente alle lavoratrici, dipendenti e autonome, di accedere alla pensione anticipata con un ricalcolo dell’assegno basato sul sistema contributivo. La Ragioneria generale dello stato calcola che, dalla sua istituzione in via sperimentale nel 2004, ne abbiano beneficiato 180mila lavoratrici. Ma come funziona tecnicamente e chi può accedervi quest’anno?
Cos’è la pensione anticipata “Opzione donna”
Come spiega l’Inps sul suo sito web, con “Opzione donna” si intende un trattamento pensionistico erogato alle lavoratrici dipendenti e autonome che abbiano maturato determinati requisiti di età e di contributi, inferiori rispetto a quelli che sarebbero necessari normalmente. Più precisamente, consente di accedere alla pensione anticipata in cambio di un ricalcolo della pensione su base interamente contributiva.
Chi può accedere a Opzione donna nel 2025
I requisiti per accedere a Opzione donna nel 2025 sono rimasti sostanzialmente invariati, come recentemente approfondito da We Wealth in un articolo sulla riforma delle pensioni. La Manovra 2025 si è infatti limitata a prorogare una serie di misure in scadenza lo scorso anno – Quota 103, Ape Sociale e Opzione donna, appunto – e a modificare unicamente i requisiti per accedere alla pensione anticipata a 64 anni per i cosiddetti “contributivi puri” che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996. Fatta questa premessa, possono accedere a Opzione donna le lavoratrici con:
- un’anzianità contributiva di almeno 35 anni;
- un’età anagrafica di almeno 61 anni, con la possibilità di riduzione di un anno per ogni figlio o figlia, fino a un massimo di due anni.
Inoltre, occorre rientrare in una delle seguenti categorie:
- caregiver che assistono da almeno sei mesi un coniuge o un parente di primo grado convivente con disabilità grave in base alla legge 104 del 1992, oppure un parente o un affine di secondo grado convivente (se i genitori o il coniuge della persona con handicap hanno compiuto 70 anni di età e sono a loro volta affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti);
- con disabilità pari o superiore al 74% con accertamento dello stato di invalido civile;
- licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto presso il ministero del Lavoro.
Per ottenere la pensione è necessaria infine la cessazione del rapporto di lavoro dipendente, vincolo non richiesto per le lavoratrici autonome.
Opzione donna: come funziona il calcolo della pensione
In cambio dell’uscita anticipata dal mondo del lavoro attraverso Opzione donna, la richiedente accetta il ricalcolo della pensione su base interamente contributiva. Semplificando al massimo, con metodo contributivo si considera l’ammontare dei contributi effettivamente versati, diversamente dal metodo retributivo che calcola l’assegno pensionistico sulla base delle ultime retribuzioni. Di conseguenza, occorre tenere presente il rischio di incassare un assegno significativamente inferiore rispetto ad altre forme di pensionamento, specie in caso di lunghi periodi di assenza dal lavoro, forme contrattuali atipiche o alternanze tra lavoro autonomo e dipendente. È necessario quindi effettuare un’analisi caso per caso. Ad ogni modo, ai fini del raggiungimento dei requisiti si considerano non soltanto i contributi obbligatori, ma anche quelli da riscatto o da ricongiunzione e i contributi volontari e figurativi (come quelli relativi al riscatto di laurea).
La finestra mobile e i tempi di attesa per la pensione
La misura prevede una finestra mobile, vale a dire un lasso di tempo tra il momento in cui si maturano i requisiti e l’erogazione effettiva della pensione. Nel dettaglio, il periodo di attesa varia tra lavoratrici dipendenti e autonome:
- la finestra mobile per le lavoratrici dipendenti è di 12 mesi;
- mentre la finestra mobile per le lavoratrici autonome è di 18 mesi.
Ciò significa che se una lavoratrice con un contratto da dipendente soddisfa i requisiti sopradescritti al 31 dicembre 2024, incasserà il primo assegno pensionistico a gennaio 2026. Ipotizzando che si tratti invece di una lavoratrice autonoma, la data dell’erogazione della pensione slitta a giugno 2026. Queste finestre non valgono però per le lavoratrici del comparto scolastico o di Istituti di alta formazione artistica e musicale: in questo caso, si prevede infatti un’unica finestra di accesso dal 1° settembre al 1° novembre.
Come presentare la domanda per Opzione donna
La domanda per Opzione donna deve essere presentata all’Inps attraverso il servizio dedicato sul suo sito web, utilizzando lo Spid o la Carta di identità elettronica. In alternativa, la lavoratrice interessata può rivolgersi al contact center al numero 803164 (gratuito da rete fissa) oppure al numero 06164164 da rete mobile. Prevista infine la possibilità di ricorrere a enti di patronato e intermediari dell’istituto di previdenza, tramite i servizi telematici offerti dagli stessi.